Perso l'Aquilone abbiamo ricominciato a camminare e siamo giunti in riva al mare,
con le onde che correvano incontro ai nostri piedi nudi, facendoci sentire vivi.
Dagli scogli abbiamo ammirato il mare,
pensando a quanto fosse immenso e a quanti esseri viventi potessero abitarci,
anche se bilanciando i pensieri forse si sta trasformando più in un cimitero di sogni infranti,
affondati dalla nostra cattiveria,
con la scusa di difendere
i confini immaginari,
disegnati su perfide cartine.
Abbiamo continuato a camminare cercando di nascondere pensieri,
incontrando madri che stendevano lenzuola,
ma i nostri occhi hanno disegnato quelle donne
costrette ad usarle per tenere insieme pezzi dei propri figli,
per pensarli almeno interi,
bambini dilaniati dalle guerre dei grandi.
Ci siamo fermati a piangere per un mondo che non riconosciamo,
dove continuiamo a dividerci e ucciderci
per razza, religione, sesso, classe sociale,
quando basterebbe capire che semplicemente siamo esseri umani,
con le nostre guerre interiori, i nostri drammi, le nostre gioie.
Ad un tratto ci è sembrato di scorgere delle note provenire dal vento,
ma erano una menzogna che tramuta talento,
immerge e distorce la musica,
che è sudore e passione,
non è vana gloria.
Ci siamo puliti le lacrime e ci siamo rialzati perché è così che facciamo sempre,
camminando a testa alta, sapendo che la vera vittoria è combattere una guerra persa in partenza,
fino in fondo, cercando di riprendere quell'aquilone che vola libero nel vento.
con le onde che correvano incontro ai nostri piedi nudi, facendoci sentire vivi.
Dagli scogli abbiamo ammirato il mare,
pensando a quanto fosse immenso e a quanti esseri viventi potessero abitarci,
anche se bilanciando i pensieri forse si sta trasformando più in un cimitero di sogni infranti,
affondati dalla nostra cattiveria,
con la scusa di difendere
i confini immaginari,
disegnati su perfide cartine.
Abbiamo continuato a camminare cercando di nascondere pensieri,
incontrando madri che stendevano lenzuola,
ma i nostri occhi hanno disegnato quelle donne
costrette ad usarle per tenere insieme pezzi dei propri figli,
per pensarli almeno interi,
bambini dilaniati dalle guerre dei grandi.
Ci siamo fermati a piangere per un mondo che non riconosciamo,
dove continuiamo a dividerci e ucciderci
per razza, religione, sesso, classe sociale,
quando basterebbe capire che semplicemente siamo esseri umani,
con le nostre guerre interiori, i nostri drammi, le nostre gioie.
Ad un tratto ci è sembrato di scorgere delle note provenire dal vento,
ma erano una menzogna che tramuta talento,
immerge e distorce la musica,
che è sudore e passione,
non è vana gloria.
Ci siamo puliti le lacrime e ci siamo rialzati perché è così che facciamo sempre,
camminando a testa alta, sapendo che la vera vittoria è combattere una guerra persa in partenza,
fino in fondo, cercando di riprendere quell'aquilone che vola libero nel vento.
Contributed by Dq82 - 2025/8/25 - 12:11
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