Le parole cadevano nei piatti vuoti
come pioggia battente sui tetti di Belgrado,
ruvide e pesanti facevano un rumore metallico.
Per ogni calice elevato al cielo
un brindisi a un futuro che non dà scampo,
è un presente che non vuole fare i conti con il passato.
Natasha non ha più la forza di credere,
si è lasciata alle spalle,
la madre bastarda immolata sul fronte
e sepolta in un campo in disparte.
Gesti nuovi su carta straccia
che non si arrendono all'evidenza
di chi ha chiuso le porte a ogni tipo di differenza.
Nel vino macedone che riscalda i cuori
annegano le favole dei genitori
raccontate nei libri banditi dagli scappati.
Sonia che batte le dita nervosa
sul bordo del tavolo
Scuote la testa insistendo leziosa
che bisogna riprendere il dialogo.
Occorre riprendere il dialogo
tra le feritoie dei muri,
tra i bisbigli nei confessionali
di Padre Nostro e Ave Maria.
Occorre riprendere il dialogo
cittadini di patrie esclusive
con le insegne rampanti, i passaporti sgargianti
e le mostrine di un'altra divisa.
Vittime inermi di Jugonostalgia.
Riflessi d'ambra sui cristalli
che si riverberano negli specchi
avvolgendo gli arredi d'epoca della stanza.
Petali e cera tra i candelabri,
storie spezzate che sembrano uova
come figli strappati di un unico pezzo di stoffa.
Vada che insegue una nuova vita
sulle colline del San Giaccarlo.
Gira la testa, si guarda alle spalle
e comincia a riprendere chiaro.
Lugo i labirinti del cuore,
tra i grovigli di reticolati
dove non filtrano raggi di sole.
Occorre riprendere fiato
cittadini di patrie esclusive
con le insegne rampanti,
i passaporti sgargianti
e le mostrine di un'altra divisa.
Vittime ancora di Jugonostalgia.
Vittime un giorno di Jugonostalgia.
come pioggia battente sui tetti di Belgrado,
ruvide e pesanti facevano un rumore metallico.
Per ogni calice elevato al cielo
un brindisi a un futuro che non dà scampo,
è un presente che non vuole fare i conti con il passato.
Natasha non ha più la forza di credere,
si è lasciata alle spalle,
la madre bastarda immolata sul fronte
e sepolta in un campo in disparte.
Gesti nuovi su carta straccia
che non si arrendono all'evidenza
di chi ha chiuso le porte a ogni tipo di differenza.
Nel vino macedone che riscalda i cuori
annegano le favole dei genitori
raccontate nei libri banditi dagli scappati.
Sonia che batte le dita nervosa
sul bordo del tavolo
Scuote la testa insistendo leziosa
che bisogna riprendere il dialogo.
Occorre riprendere il dialogo
tra le feritoie dei muri,
tra i bisbigli nei confessionali
di Padre Nostro e Ave Maria.
Occorre riprendere il dialogo
cittadini di patrie esclusive
con le insegne rampanti, i passaporti sgargianti
e le mostrine di un'altra divisa.
Vittime inermi di Jugonostalgia.
Riflessi d'ambra sui cristalli
che si riverberano negli specchi
avvolgendo gli arredi d'epoca della stanza.
Petali e cera tra i candelabri,
storie spezzate che sembrano uova
come figli strappati di un unico pezzo di stoffa.
Vada che insegue una nuova vita
sulle colline del San Giaccarlo.
Gira la testa, si guarda alle spalle
e comincia a riprendere chiaro.
Lugo i labirinti del cuore,
tra i grovigli di reticolati
dove non filtrano raggi di sole.
Occorre riprendere fiato
cittadini di patrie esclusive
con le insegne rampanti,
i passaporti sgargianti
e le mostrine di un'altra divisa.
Vittime ancora di Jugonostalgia.
Vittime un giorno di Jugonostalgia.
Contributed by Dq82 - 2025/7/2 - 10:37
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