Era una sera scura e senza luna,
in quell'inverno del cinquantatré
Si alzava il mare con la tramontana,
mamma stirava l'ultimo gilet
Io rifacevo mille volte i conti,
prima di chiudere e di andare via
Tu che aspettavi che fossimo pronti,
ci contagiavi con la tua allegria
Un lampo, un tuono e poi un temporale,
si fece buio in tutto il quartiere
Strade segnate solo dalle bombe,
rifugio di randagi e di colombe
Nel buio fitto fatto di macerie,
camminavamo mano nella mano
Io e tua a madre un poco più lontano,
tu già davanti a San Giovanni Buono
Cesarino, Cesarino, Cesarino, Cesarino
Pioveva e tutto era acqua e fango,
anche i crateri al centro delle strade
Un giorno lì forse c'era qualcosa,
una bottega o un muro di una casa
A otto anni il mondo è tutto bello,
anche distrutto dagli aeroplani
E tu correvi avanti senza ombrello,
quando sentimmo abbaiare i cani
Non c'eri più davanti ai nostri occhi,
a galla solo il tuo cappellino
Tra l'acqua e il fango di quei pozzi sporchi,
i tuoi otto anni e un gioco del destino
In quella Recco piena di ferite,
le voci perse di tutti i passanti
C'è chi si tuffa e chi butta una rete,
chi prega Dio e chi si scioglie in pianti
Cesarino, corri anche tu,
ora piove ma la guerra non c'è più
Cesarino, dorme laggiù,
non lo sente che la guerra non c'è più
Si tuffa Eraldo* che ha già quindici anni,
risale solo con le tue scarpette
Vede nel fango te e tutti i tuoi sogni,
lui che sarà uno di quei sette
Che porterà nell'acqua la vittoria,
di una città che non si è mai arresa
E ora riscatta anche la memoria,
di questa stella che è rimasta accesa
Cesarino, ora dorme laggiù,
non lo sente che la guerra non c'è più
Cesarino, nuota anche tu,
ora piove ma la guerra non c'è più
in quell'inverno del cinquantatré
Si alzava il mare con la tramontana,
mamma stirava l'ultimo gilet
Io rifacevo mille volte i conti,
prima di chiudere e di andare via
Tu che aspettavi che fossimo pronti,
ci contagiavi con la tua allegria
Un lampo, un tuono e poi un temporale,
si fece buio in tutto il quartiere
Strade segnate solo dalle bombe,
rifugio di randagi e di colombe
Nel buio fitto fatto di macerie,
camminavamo mano nella mano
Io e tua a madre un poco più lontano,
tu già davanti a San Giovanni Buono
Cesarino, Cesarino, Cesarino, Cesarino
Pioveva e tutto era acqua e fango,
anche i crateri al centro delle strade
Un giorno lì forse c'era qualcosa,
una bottega o un muro di una casa
A otto anni il mondo è tutto bello,
anche distrutto dagli aeroplani
E tu correvi avanti senza ombrello,
quando sentimmo abbaiare i cani
Non c'eri più davanti ai nostri occhi,
a galla solo il tuo cappellino
Tra l'acqua e il fango di quei pozzi sporchi,
i tuoi otto anni e un gioco del destino
In quella Recco piena di ferite,
le voci perse di tutti i passanti
C'è chi si tuffa e chi butta una rete,
chi prega Dio e chi si scioglie in pianti
Cesarino, corri anche tu,
ora piove ma la guerra non c'è più
Cesarino, dorme laggiù,
non lo sente che la guerra non c'è più
Si tuffa Eraldo* che ha già quindici anni,
risale solo con le tue scarpette
Vede nel fango te e tutti i tuoi sogni,
lui che sarà uno di quei sette
Che porterà nell'acqua la vittoria,
di una città che non si è mai arresa
E ora riscatta anche la memoria,
di questa stella che è rimasta accesa
Cesarino, ora dorme laggiù,
non lo sente che la guerra non c'è più
Cesarino, nuota anche tu,
ora piove ma la guerra non c'è più
* Eraldo Pizzo, campione di pallanuoto con la ProRecco e con la nazionale italiana
Contributed by Dq82 - 2025/6/22 - 21:23
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Il senso della misura
Il disco verte su tre grandi temi: l'amore, la guerra e la terra. Come si intrecciano?
Sono tre tronconi che si incrociano continuamente. Penso a "Cesarino", storia vera di un bambino morto a Recco subito dopo la Seconda Guerra Mondiale, annegato in un cratere riempito d'acqua. Era sopravvissuto alla guerra, ma è morto per una delle sue conseguenze.
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