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Si partiu di Nazzarettu

Etta Scollo
Language: Sicilian


Etta Scollo

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Palori / Testo / Lyrics / Paroles / Sanat:
anonimo

Musica / Music / Musique / Sävel:
Arrangement : Etta Scollo

Ntirpriti / Interpreti / Performed by / Interprétée par / Laulavat :
Etta Scollo (Voce) , Daniel Moheit ( Fisarmonica), Fabio Tricomi (viella, flauto)

Album: Il viaggio di Maria

Crucifixion of Gaza


La catanese Etta Scollo è un’artista di elevata sensibilità. I suoi progetti musicali intersecano la terra d’origine, il Mediterraneo, la cultura araba medioevale e la Mitteleuropa. La sua è una reinterpretazione che tocca le corde, genera pensieri e vita.

Il testo del canto è stato elaborato nei secoli scorsi, i fatti risalgono, com’è noto, a un paio di millenni. E tuttavia la narrazione riesce ad attraversare il quotidiano, è intrisa di attualità. Accanto alle fonti considerate ufficiali, “canoniche”, dalla Chiesa, esiste una vasta letteratura che è stata prima depotenziata, poi sepolta dalla polvere. E’ un fenomeno tipico dei tempi bui quello di seminare tracce destinate a farsi da parte di fronte alle necessità della Storia e del Potere. Da una parte gli anatemi di chi si arroga la facoltà di leggere e rappresentare il Cielo, dall’altra la repressione del potere costituito nelle forme più violente per consolidare ed estendere il dominio sui sudditi sulla Terra. L’Assoluto non tollera condivisioni.

I tempi non lasciavano presagire nulla di buono. Le legioni romane di Lucio Gneo Pompeo sconfissero nel 63 a.C l’ultimo re della dinastia degli Asmonei, Aristobulo, facendo della Giudea un protettorato romano. Tre mesi di assedio e 12mila giudei ammazzati, come narrano Cassio Dione Cocceiano e Flavio Giuseppe. Secondo le indagini storiografiche più recenti [Il tesoro degli Ebrei. Roma e Gerusalemme di Luciano Canfora] Pompeo, diversamente dalla versione accreditata a lungo, saccheggiò il Tempio. Fu un colpo durissimo all’identità giudaica e la fine dell’indipendenza della nazione ebraica. Da notare che i Romani diedero all’impresa, allo scannatoio, l’appellativo di Bellum iustum. Gira e rigira siamo alle solite, la guerra è sempre giusta per chi la promuove e per i vincitori.
Nel 31 a.C. la Palestina divenne una provincia di Roma. In pochi decenni le ribellioni degli ebrei avrebbero provocato la distruzione di Gerusalemme e la cancellazione del nome Giudea, mutato in Palestina.
Nel giro di pochi decenni gli ebrei videro sgretolarsi le certezze affidate alla lettura mediata delle Scritture e ai convincimenti maturati in tanti secoli. Fu un proliferare di partiti politici e sette in competizione e lotta tra loro : farisei, sadducei, zeloti, esseni. Un ruolo minore, ma significativo l’ebbero anche i Battisti, gli erodiani ( uno spin-off dei Sadducei). Tra le categorie sociali occorre menzionare gli Scribi e i Pubblicani. Il kairos , il clima che si respirava, era quello di una intensa attesa messianica. Con varie sfumature tutte le componenti vedevano nella figura del Messia un forte richiamo a liberare e ricostituire l’identità ebraica.

Tornando ai testi apocrifi (apokrifos / ἀπόκρυϕος , occulto, segreto) è impossibile passarli in rassegna. Nella moltitudine citiamo i Seforim Chitzonim [הספרים החיצוניים], di autori ebrei di Alessandria. La loro lettura fu sconsigliata e proibita. Più interessante sono gli apocrifi cristiani, scritti giudeo-cristiani e gnostici, vangeli dell’Infanzia, vangeli della Passione.

L’autore di queste righe immagina che da qualche parte ci sia ancora da scoprire, se non fosse andato irrimediabilmente distrutto, un apocrifo di un altro genere, la narrazione di un collettivo, una specie di Wu Ming del I secolo d.C, giudeo o palestinese, ad orientamento distopico. Fatte le debite proporzioni e la tara a 2mila anni di storie , sono tante le similitudini con l’attualità che ci sembra impossibile che nessuno si sia cimentato allora per proiettare gli esiti apocalittici di quel tempo di attesa messianica. Ecco una mappa, una chiave di lettura possibile di un tale probabile testo.

La Galilea di allora oggi si identifica in Gaza. Nazareth in Jabalia. Betlemme si è spinta a sud, a Rafah. I Magi si affidano oggi non più ad una stella della natura, ma sono guidati da sofisticati congegni di navigazione satellitare. Se non ne disponessero non sarebbe un problema, a guidarli ci pensano le stelle dell’Oriente, i droni cinesi DJI forniti ad Israele dalla Repubblica celeste della Pace. E di giorno? Nessun problema, ci pensano i droni della israeliana Elbit, portatori dell’eterno riposo, occorre rimanere a distanza dal loro ronzio di zanzara.
La strage degli Innocenti: il biblista Ricciotti calcola in 20 i bambini uccisi per ordine di Erode. Duemila anni di storia hanno il loro peso, il numero dei bambini massacrati a Gaza è di 20mila. Gli zeloti sono resuscitati ma si sono trasferiti di là del campo. I protagonisti sono altri: i garanti dell’ordine e della libertà che si nutre di sangue, gli unici abilitati a gestire il messia e la democrazia con qualche danno collaterale. Così come non manca l’Impero con le legioni attrezzate alla bisogna. Allora l’offensiva era basata su armi scardinanti, carri ballista e catapulte. Oggi l’Impero fornisce tra l’altro bombe MK-84 ad altissimo potenziale che non lasciano scampo in un raggio di 120 m, neanche ai microbi.

Quanto alla coppia narrata nel canto, è una tra milioni di sfollati, perseguitati, massacrati, sterminati, morti in ospedale senza medicine e attrezzature, affamati e assetati sino a morte lenta. Conosciamo i loro nomi arabi nonostante gli sforzi per cancellare l’identità palestinese dal globo: si chiamano Maryam e Yusuf. Con loro c’è un bambino ma il suo nome non è arabo, è ebreo, si chiama Yeshua [Riccardo Gullotta]
Si partiu di Nazzarettu,
San Giuseppi cu Maria,
non avevunu risettu
Betlemmi a la Campia,

Non li voli nuḍḍu ancora,
ristaru fora, chi pena mia.
Trasiti nni mia Giuseppi,
Santa dolci Maria, dolci Maria.
Ristati nni mia Giuseppi,
Santa dolci Maria, dolci Maria.

San Giuseppi cu Maria
tutti stanchi ed affamati
hannu fattu longa via,
ci scurau menzu li strati.

Non li voli nuḍḍu ancora,
ristaru fora, chi pena mia.
Trasiti nni mia Giuseppi,
Santa dolci Maria, dolci Maria.
Ristati nni mia Giuseppi,
Santa dolci Maria, dolci Maria.

San Giuseppi si cridía,
chi l’amici e li parenti,
alla vista di Maria
ci facevanu i complimenti

Non li voli nuḍḍu ancora,
ristaru fora, chi pena mia.
Trasiti nni mia Giuseppi,
Santa dolci Maria, dolci Maria.

Contributed by Riccardo Gullotta - 2025/6/16 - 14:37



Language: Italian

Traduzione italiana / Traduzzioni taliana / Italian translation / Traduction italienne / Italiankielinen käännös:
Riccardo Gullotta
PARTÌ DA NAZARETH

Partì da Nazareth,
Giuseppe con Maria,
non trovavano pace per riposare,
Betlemme, un angolo remoto

Dai e dai, nessuno vuole accoglierli,
sono rimasti all’aperto, che pena mi fanno.
Entra da me Giuseppe,
cara dolce Maria, dolce Maria.
Resta da me Giuseppe,
cara dolce Maria, dolce Maria.

Giuseppe con Maria
molto stanchi e affamati
hanno percorso un lungo cammino,
colti dal buio mentre girovagano

Dai e dai nessuno vuole accoglierli,
sono rimasti all’aperto, che pena mi fanno.
Entra da me Giuseppe,
cara dolce Maria, dolce Maria.
Resta da me Giuseppe,
cara dolce Maria, dolce Maria.

Giuseppe pensava
che gli amici e i parenti,
alla vista di Maria
si sarebbero complimentati.

Dai e dai nessuno vuole accoglierli,
sono rimasti all’aperto, che pena mi fanno.
Entra da me Giuseppe,
cara dolce Maria, dolce Maria.

Contributed by Riccardo Gullotta - 2025/6/16 - 14:40


Bravo Riccardo, bellissima!

B.B. - 2025/6/16 - 22:23


E, soprattutto, brava la Etta Scollo...

B.B. (vi seguo, ogni tanto) - 2025/6/16 - 22:25




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