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L'uomo nel lampo

Paolo Jannacci
Language: Italian


Paolo Jannacci

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L'uomo nel lampo
con Stefano Massini

Paolo Jannacci e Stefano Massini


Racconta Stefano Massini:

“L’uomo nel lampo” è un dialogo in musica. C’è un padre morto giovanissimo in un incidente sul lavoro, uno di quelli che funestano le nostre cronache, senza far notizia al punto tale che neppure destano più scandalo perché il lavoro è diventato un far west e i diritti sono un lusso. L’assuefazione alle cosiddette morti bianche è ormai un dato di fatto, e con questo brano di teatro-canzone tentiamo di sollevare il velo della narcosi. La canzone è un piccolo ritratto di vita, drammatica perchè cristallizza un dialogo impossibile: da quella fotografia appesa in salotto, il padre non smette mai di parlare al figlio, che nel frattempo cresce nella leggenda di quel papà “morto dentro un lampo”. È un nuovo capitolo della collaborazione che da anni mi lega a Paolo Jannacci, e che dal 2020 ci ha visti nei teatri di tutta Italia con le repliche di “Storie” del Piccolo Teatro di Milano. Questa collaborazione mi rende ancora più fiero dal momento che si inscrive nella scia di un impegno civile, quello sulle morti cosiddette “bianche”, che tante volte ho denunciato anche per ragioni familiari.


Aggiunge Paolo Jannacci:

“Riuscire a tutelare e tutelarsi nel mondo del lavoro ci sottrae dalla meschinità che spesso ci domina. “L’uomo nel lampo” è un piccolo contributo in chiave poetica, per non dimenticare chi è morto sul lavoro e per mantenersi sempre in guardia, perché ne va della nostra vita. L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro, ma spesso ce ne dimentichiamo. Altro non posso dire perché sono solo un saltimbanco… Ma si sa: i saltimbanchi, da sempre, raccontano amare verità”.

Ear One
Ehi, ehi Michè,
Sono io Michè, questa voce lontana
Dicono, sai la vita è strana
Ma più che strana è proprio bastarda
Ed io lo so perché mi riguarda

Da quando il mio filo si è rotto
Sono una foto appesa in salotto
E in quella foto oltretutto...
Ma dai Michè son così brutto:
Occhi chiusi, viso scuro...
Che se mi avessero detto giuro
"Questa foto resterà di te"
Accidenti Michè, mi sarei messo in posa
1,2,3, flash, perfetto
Sono io, sì,
sono l'uomo di cui ti hanno detto
Che un lampo mi portò via
E di me non resta, che una fotografia

C'era una volta un uomo che vide come un lampo
sorrise e alzò le mani come per abbracciarlo
L'uomo nel lampo che non è più tornato
Lo videro in quel lampo e lì si è addormentato
Proprio quel lampo che portò via mio padre
e che da quel momento è musica nel vento

Sai Michè,
non è che sono solo in questo posto
C'è più folla che a Rimini ad agosto
Tutti come me finiti fuori pista
Tutti fuori dalla lista
Tutti con il marchio addosso di questo paradosso
Che il lavoro porta sotto terra
e l'operaio muore come in guerra

Ma io Michè, io che ridevo anche dei guai
io, che la battuta non mi mancava mai,
Quando mi dicono: "la fabbrica è una miniera"
Rispondo "No, piuttosto è una galera"
Perché loro si fanno l'ora d'aria
e pure noi, nel senso che saltiamo in aria
E nelle fiamme di sei metri e via..
Passi da uomo a fotografia.

C'era una volta un uomo che vide come un lampo
sorrise e alzò le mani come per fermarlo
L'uomo nel lampo che non è più tornato
Lo videro in quel lampo

Questo lampo non ha odore ne colore
Il lampo uccide ma senza far rumore
Poi ti guardi ad uno specchio
E lì vorresti perdonare

E vabbè, basta dai...
Da questa foto mi guardo intorno
E non ho smesso un solo giorno
in silenzio fotografato e muto di dirti:
"Ciao Michè, sono il padre che non hai conosciuto"

2024/2/9 - 20:21


Spero che Paolo Jannacci bravissimo saltimbanco, come dice di essere, continui a saltare senza farsi mai male sulle scale del pentagramma e a correre senza inciampare sulla tastiera del pianoforte. Il suo papà per fortuna non ha avuto incidenti sul lavoro, ma ogni tanto guardo una sua foto e mi manca tanto

Paolo Rizzi - 2024/2/14 - 14:45


Paolo Rizzi - 2024/2/17 - 10:14


Sottocosto della vita dgli operai


Vivo da quasi 6 anni in questa zona a poche decine di metri da dove è successa la tragedia nel cantiere dell'Esselunga. Qui intorno esiste già un supermercato conad, a cinque minuti a piedi, un enorme centro commerciale con la coop a San Donato, un'Esselunga in via Doni, una coop in Piazza Leopoldo, un'altra Esselunga a Novoli. Però l'amministrazione cittadina ci rivende come riqualificazione dell'area dismessa dell'ex panificio militare (che io da quando sono nato ho sempre visto abbandonato) con cosa? un giardino? un centro di aggregazione per i giovani? dei giochi per i bambini? un parco con delle panchine per gli anziani? No, con l'ennesimo supermercato dove si va per consumare, comprare, comprare, comprare. Il giardinetto accanto, come contentino, elargito dal benevolissimo imprenditore.

esselunga


Qualcuno è stato inviato a controllare che le norme di sicurezza vengano applicate? No, perché c'è da fare in fretta consegnare i lavori. Nessuno ha controllato che i lavoratori fossero qualificati e avessero un contratto adeguato alle mansioni svolte, sembra addirittura che alcune delle vittime non avessero né contratto regolare né permesso di soggiorno, solo braccia da sfruttare che poi possono morire nell'ennesima "tragedia imprevedibile". Però ieri c'era la celere per proteggere il politico di turno venuto a ripetere per l'ennesima volta "mai più". Oggi minuto di silenzio e lutto cittadino, benissimo. Domani però chissà se qualcuno finalmente non avrà più voglia di stare in silenzio.

Lorenzo - 2024/2/17 - 15:33




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