Son scappato dall’Italia per l’America
Son scappato dalla bella monarchia
Son scappato da re Umberto che dall’alto
Guarda il popolo che muore per la via
Son scappato dai gendarmi, dai carabinieri
Che picchiano sul muso volentieri
Son scappato dalla fame, dai miti e dai caffè
E dal popolo sconfitto dal suo stesso amato re
Il grano è aumentato d’un tratto la tassa
Sul grano e sulla farina
Per pagare scudieri, cocchieri
I fanti e gli amanti alla cugina
La rivolta di piazza a Milano
L’hanno resa scintille, non fuoco,
ed è morta nel sangue dei tanti
che avevan lo stomaco stanco di esser vuoto
Ritornato qui in Italia tutto come ricordavo
Fortissimo profumo della terra
E in questa notte calda il sudore delle mani
E il ferro freddo della rivoltella
E così vedo re Umberto che va verso la carrozza
Tra la folla trovo spazio con la forza
Poi sparo tre colpi al vostro re
Che ho giustiziato per la gente senza pane
Per le morti che ha ordinato
Ora senza un sovrano che guida
Il popolo grida e mostra coraggio
Ora vorrà la mia testa sul palo
Vuole il pubblico linciaggio
Ma la sorte quant’è strana
Io volevo ammazzare il Potere
E alla folla che vuole la gogna
Mi ha salvato la forza in divisa di un carabiniere
Son scappato dalla bella monarchia
Son scappato da re Umberto che dall’alto
Guarda il popolo che muore per la via
Son scappato dai gendarmi, dai carabinieri
Che picchiano sul muso volentieri
Son scappato dalla fame, dai miti e dai caffè
E dal popolo sconfitto dal suo stesso amato re
Il grano è aumentato d’un tratto la tassa
Sul grano e sulla farina
Per pagare scudieri, cocchieri
I fanti e gli amanti alla cugina
La rivolta di piazza a Milano
L’hanno resa scintille, non fuoco,
ed è morta nel sangue dei tanti
che avevan lo stomaco stanco di esser vuoto
[voce parlante]
29 luglio 1900
Viene assassinato da un anarchico Umberto I di Savoia
Nel marzo 1898 a Milano il generale Bava Beccaris
Spara con i cannoni contro la folla che manifesta chiedendo pane
Nella comunità anarchica di Paterson, nel New Jersey,
Viene estratto a sorte il nome di Gaetano Bresci
Dovrà uccidere il re per vendicare i morti dei moti di Milano
29 luglio 1900
Viene assassinato da un anarchico Umberto I di Savoia
Nel marzo 1898 a Milano il generale Bava Beccaris
Spara con i cannoni contro la folla che manifesta chiedendo pane
Nella comunità anarchica di Paterson, nel New Jersey,
Viene estratto a sorte il nome di Gaetano Bresci
Dovrà uccidere il re per vendicare i morti dei moti di Milano
Ritornato qui in Italia tutto come ricordavo
Fortissimo profumo della terra
E in questa notte calda il sudore delle mani
E il ferro freddo della rivoltella
E così vedo re Umberto che va verso la carrozza
Tra la folla trovo spazio con la forza
Poi sparo tre colpi al vostro re
Che ho giustiziato per la gente senza pane
Per le morti che ha ordinato
Ora senza un sovrano che guida
Il popolo grida e mostra coraggio
Ora vorrà la mia testa sul palo
Vuole il pubblico linciaggio
Ma la sorte quant’è strana
Io volevo ammazzare il Potere
E alla folla che vuole la gogna
Mi ha salvato la forza in divisa di un carabiniere
[voce parlante]
Non so se fu per coscienza o per dare […] un secondino
Però in fondo non importa neanche molto
Quel che conta è che di me Gaetano Bresci l’assassino
Non si saprà mai, se poi son morto
Non so se fu per coscienza o per dare […] un secondino
Però in fondo non importa neanche molto
Quel che conta è che di me Gaetano Bresci l’assassino
Non si saprà mai, se poi son morto
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