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Yapıyla yapıcılar

Nâzım Hikmet
Lingua: Turco


Nâzım Hikmet

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Ünol Büyükgönenç, Yapıyla yapıcılar, 1979


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[1955]
Poesia di Nâzım Hikmet
A poem by Nâzım Hikmet
Poème de Nâzım Hikmet
Nâzım Hikmetin runo

Musica / Music / Musique / Sävel:
Ünol Büyükgönenç, Güzel Günler Göreceğiz, 1979
Also performed by: Suat Özönder, 2002, Şarkılarda Nâzım Hikmet



"A proposito di muratori: c'è una poesia scritta a Mosca nel 1955 dell'amato Nâzım Hikmet che ho ritrovato musicata in Turchia tanti anni fa. Ad interpretarla era un certo Suat Özönder (a me totalmente sconosciuto) che al poeta aveva dedicato un intero disco. Non era semplicissimo trovare in giro cd consacrati a Hikmet, inoltre ero pur sempre ad Ankara e queste mi sembravano due ragioni più che sufficienti per prenderlo a scatola chiusa." [Flavio Poltronieri, 6.6.2021]

E' più di un anno che stanno lavorando. Un anno per rifare le facciate di un isolato intero, quello dove abito, sfruttando il famoso “Ecobonus” che ha riempito di ponteggi l'Italia intera. Una squadra di un'impresa edile albanese, così come albanesi sono tutti gli operai che stanno qui a lavorare dal 21 di maggio del 2021; da un anno e sei giorni, e non hanno ancora terminato. Da un anno che le giornate, qua attorno, sono scandite da martellate, picconate, flessibili, macerie, polvere, e urla spesso provienienti dai piani più alti, su ponteggi dove io non monterei neppure se mi pagassero oro. Tanto, quell'oro non me lo godrei comunque, visto che cascherei di sotto dopo due secondi. Ho paura persino di montare su una sèggiola, tanto soffro di vertigini. E' il mondo dell'edilizia, della Construção per dirla con Chico Buarque de Hollanda, degli uomini che montano lassù in alto a costruire, rifare facciate, scalpellare, sverniciare, riverniciare e, non di rado, cascare di sotto anche se, loro, le vertigini di certo non ce le hanno e ci sono abituati. Ma si sa come va. Non sono tutti giovani; ci sono i trentenni, ma ho visto al lavoro anche dei cinquanta o sessantenni. Berciano per comunicare tra di loro; di certo non potrebbero farlo con vocine flautate mentre sono a lavorare a un quinto piano, e nemmeno seguendo le regole del bon ton. Si urlano in albanese, lingua che vaghissimamente un po' capisco, delle cose irripetibili, mandandosi a fare in culo senza preamboli.

Stamani, mentre stavano qui a lavorare nel cortile di casa, così mi è venuto di riascoltare una canzone che molto amo: Chantier d'été dei Malicorne. Visto, appunto, che è scoppiata un'estate ancora fuori stagione, trentatré o trentaquattro gradi, e quelli a lavorare così come l'estate scorsa, così come sotto i primi freddi autunnali, così come in inverno col gelo e coi primi tepori primaverili. Qualsiasi tempo faccia, sono sui ponteggi; era il lavoro di una persona che mi è stata molto cara e che non c'è più, Gigi Ontanetti. Che mi sembra quasi di rivedere in due o tre degli operai che stanno qui a lavorare: la stessa corportatura piccola e robusta, la bassa statura, l'agilità prodigiosa, la resistenza (anzi: la Resistenza). Riascoltando Chantier d'été, però, mi sono accorto di una cosa: nella pagina, con la sua usuale e divina confusione, era intervenuto “Flav Kadorvrec'her”, vale a dire Flavio Poltronieri. Riportando una poesia di Nâzım Hikmet, intitolata Yapıyla yapıcılar, poi cantata da un tale che il Poltronieri dichiarava di non conoscere, e che si chiama Suat Özönder. Quest'ultimo, nel 2002, aveva pubblicato un intero album, Şarkılarda Nâzım Hikmet, formato da poesie di Hikmet messe in musica.

Non solo; mi sono accorto che la poesia/canzone era stata prima interpretata da un altro artista turco dal nome terrificante, Ünol Büyükgönenç, in un suo album del 1979; è senz'altro lui l'autore del musicamento hikmettiano. Mi son detto quindi che, forse, valeva la pena fare una cosa, e non me ne vogliano né il Poltronieri né il Cantiere d'estate dei Malicorne (visto, poi, che il cantiere d'estate attualmente ce lo ho appena fuori l'uscio di casa): scorporare la poesia e la canzone dalla pagina del Cantiere d'estate, e farle un cantiere d'estate tutto suo. Ora gli operai sono in pausa. Tutto tace; fra poco ricominceranno a smartellare e sfasciare muri, disfare per poi ricostruire. Non si sa per quanto al mese, di cantiere in cantiere, di estate in estate, d'inverno in inverno. Sempre lassù, venuti da chissà quale profondità balcanica, o da una qualche periferia di città, o da una campagna. Lassù sui ponteggi a sudare, a costruire, a urlare, a morire, a volte piano, a volte di colpo, di lavoro. [RV]

Suat Özönder - Yapıyla Yapıcılar

Albüm Adı: Şarkılarda Nazım Hikmet
Çıkış Tarihi: 23.12.2002
Arabesk

Yapıcılar türkü söylüyor,
yapı türkü söyler gibi yapılmıyor ama.
Bu iş biraz daha zor.

Yapıcıların yüreği
bayram yeri gibi cıvıl cıvıl,
ama yapı yeri bayram yeri değil.
Yapı yeri toz toprak,
çamur, kar.
Yapı yerinde ayağın burkulur,
ellerin kanar.
Yapı yerinde ne çay her zaman şekerli,
her zaman sıcak,
ne ekmek her zaman pamuk gibi yumuşak,
ne herkes kahraman,
ne dostlar vefalı her zaman.

Türkü söyler gibi yapılmıyor yapı.
Bu iş biraz daha zor.
Zor mor ama
yapı yükseliyor, yükseliyor.
Saksılar konuldu pencerelere
alt katlarında.
İlk balkonlara güneşi taşıyor kuşlar
kanatlarında.
Bir yürek çarpıntısı var
her putrelinde, her tuğlasında, her kerpicinde.
Yükseliyor
yükseliyor
yükseliyor yapı kanter içinde.

inviata da Flavio Poltronieri (per tramite di RV) - 27/5/2022 - 13:47



Lingua: Italiano

Traduzione italiana / Italian translation / Traduction italienne / Italiankielinen käännös:
Flavio Poltronieri, 6-6-2021





Muratori e muri

I muratori cantano
Ma costruire un edificio non è la stessa cosa che cantare una canzone.
Questo lavoro è un po' più gravoso.

Cuore di muratore
Che gorgheggi come ad una festa,
Il cantiere non è un posto di vacanza.
Il cantiere è polvere,
Fango e neve.
In cantiere si slogano le gambe
E sanguinano le mani.
Non c'è sempre lo zucchero nel thè, in cantiere.
E non è sempre bello caldo,
Neppure il pane è sempre morbido come il cotone,
Non sono tutti eroi
E gli amici non sempre sono fedeli.

Un edificio non si costruisce così come si canta una canzone.
Questo lavoro è un po' più gravoso.
E' dura sì,
Ma l'edificio va sempre un po' più su, un po' più su.
Hanno messo dei vasi alle finestre dei piani bassi,
Uccelli trasportano il sole ai primi balconi
Sulle loro ali.
C'è un palpito in ogni putrella, in ogni trave,
In ogni mattone, in ogni mattone.
Va sempre un po' più su,
Un po' più su.
Col sangue e col sudore la casa galoppa.

inviata da Flavio Poltronieri (per tramite di RV) - 27/5/2022 - 13:57


E’ sempre un piacere risentirti Riccardo, leggo questo intervento proprio mentre dalle casse dello stereo esce la voce di Stefano Tessadri che traducendo Tom Waits canta “Io volo dal balcone senza più carte da giocare…” accidenti, spero non sia di cattivo auspicio!! Comunque per restare nel tema di questa pagina: nell’amata Poesia Armoricana che come un’alba passa sulle macine e spolvera le vite degli uomini, Glenmor scrisse di vivere in “un paese dove i muratori si svegliano la notte perché hanno udito urlare una pietra posta male“ e in un’altra pagina di Antiwar Songs, citando Bernez Tangi, cinque anni fa scrivevo che “non ci sarebbero case senza il sangue dei muratori mescolato alla malta”

PS mi par di ricordare che quella che hai citato di Ünol Büyükgönenç fosse una cassetta mai ristampata in altro supporto che cercai in Turchia più di una volta, senza fortuna, nessuno ne sapeva niente, credo da parecchio lui non sia neanche più attivo in campo musicale

Flavio Poltronieri - 27/5/2022 - 16:27


Anche per me, Flavio. Tanto più in una giornata in cui, col senno di poi, mi accorgo delle famose e strane “coincidenze”: ad esempio, riascoltare Chantier d'été, che è stata scritta da Étienne Roda-Gil, proprio in un momento in cui mi sto addannando sulle Makhnovscine e sul Canto Partigiano russo. Tutto questo un 27 di maggio, che è la vigilia dell'anniversario della sua morte (28 maggio 2004). Senza contare che proprio questo 27 maggio è anche l'anniversario di un giorno in cui, coi miei occhi, ho visto veramente l'inferno in terra. Coincidenze? Chi lo sa. Un caro saluto e un abbraccio (la femme qui dort nue sur la plage sous le soleil de l'univers...)

PS. Ho aggiunto a questa pagina "vecchionuova" (come la sinagoga di Praga...) un po' di iconografia e mi sono accorto sia di quant'è veramente bello Suat Özönder, sia del fatto che Ünol Büyükgönenç sembra la versione turca di un Franco Battiato giovane...

Riccardo Venturi - 27/5/2022 - 21:07


il 27 maggio è anche il compleanno di un sacco di gente conosciuta: Céline, Macario, Don Milani, Tornatore, perfino di quel cardinale della rai di Bruno Vespa e di quel maledetto di Kissinger che quando eravamo giovani ne ha combinate di tutti i colori, peccato che con la tastiera non si possa scrivere una svastica al posto delle sue due s...

Flavio Poltronieri - 27/5/2022 - 21:27


Si può scrivere con due svastiche a forma di zeta: Kizzinger.

28/5/2022 - 12:35




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