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Tiritera (Diario di un prigioniero di guerra)

Massimo Liberatori
Language: Italian


Massimo Liberatori


Tiritera tirito’ tre civette sul comò
fosgene arsina ed iprite e il dottore si ammalò
e io chissà cosa sognavo quando il mare ci ingoiò

Noi giovani stelle sotto a un cielo nero
noi sotto al tiro vigliacco dell’impero
noi qui tra il negus rasta e il duca d’Aosta
per una terra che non sarà mai e poi mai la nostra

Come fu proprio non so però sfiniti si arrivò
tra giraffe zebre e vacche alle nostre baracche
e il campo ci sembrò un giardino profumato
cinto di rose, tamarindo e… filo spinato

Seguendo quel profumo di fiori che saliva
ci ritrovammo tutti all’infermeria
colpiti dall’infetto bacio dell’insetto
che dentro a una galera è un gesto unico d’affetto

E la notte è da ululato in questo pascolo affamato
dove il sogno realizzato è un proiettile evitato
in questa eclissi di sole e di stelle
si strozzano le parole figuriamoci… quelle più belle

Con la dura fame che morde e che non tace
nostra fedele amica sempre la più tenace
per noi poveri ostaggi che quello che resta
è un pezzo di pane e un piatto di minestra

Noi giovani stelle comete abbandonate
noi vite maltrattate noi fughe disperate
nel campo di Naivascia ad arrancare
noi marinai arrivati fino a qui per naufragare

… che amba aradam su quel comò…



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