Lingua   

Romanzo epistolare

Giulio Wilson
Lingua: Italiano


Giulio Wilson


Dai treni fazzoletti e mani alzate coi cappelli,
valige di cartone e vecchi francobolli,
l'Italia era una donna che ballava la quadriglia
fresca di Costituzione alla fine della guerra.

L'Italia innamorata di un sodato militare,
si promisero la mano con lettere d’amore
oggi carte un po’ ingiallite ma che voglio custodire
perché non c’è futuro se non sai ricordare.

Poi venne il dopoguerra e tutto ciò che rappresenta
veloce il cambiamento, il boom anni 60
e suo figlio era mio padre cresciuto col brodo di sera,
l’Italia dopo Praga attende un’altra primavera,

credeva ad un partito, fedele alle persone
convinta che il valore non si debba criticare
si dice la cultura oggi sia mito di progresso
ma poi vince il più cretino e si emula il più fesso.

Il tempo è una sorpresa ma quando passa porta via,
la nostra vita oggi è schiava di tecnologia
e tutto l’eco del passato sembra non essere importante
abbiamo tutto tutti ma a tutti non abbiamo niente

ma se siamo ciò che abbiamo, come dice quella norma
che nulla si distrugge ma solo si trasforma
e a me piace pensare che oltre il fato e l’universo,
ci son piccole storie e nulla sarà perso.



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