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Lacrime per Vergarolla

Sergio Balestracci
Lingua: Italiano (istriano)


Sergio Balestracci

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[2018]
Testo / Lyrics / Paroles / Sanat:
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Musica / Music / Musique / Sävel:
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Interpreti / Performed by / Interprétée par / Laulavat:
Coro "La Stagione Armonica" diretto da Sergio Balestracci



La strage di Vergarolla

18 Agosto 1946, Pola. Un attentato dinamitardo fa strage di un centinaio di civili con 211 feriti sulla spiaggia di Vergarolla dove una folla di bagnanti era riunita per assistere alla gare di nuoto.
I morti identificati furono 65, di cui 22 bambini. I resti degli altri erano polverizzati o ridotti in condizioni tali da non consentirne il riconoscimento.
Esplosero una trentina di mine. Secondo il rapporto d’inchiesta inglese, eseguito dal comando inglese che amministrava la zona di Pola per conto degli Alleati, si trattò invece di tre testate di siluri e quattro cariche di tritolo. La stessa relazione escluse l’incidente perché gli ordigni erano stati disinnescati , lo stato di sicurezza era stato verificato più volte. Non potevano esplodere in quanto privi dei detonatori. La relazione concluse che “The ammunition was deliberately exploded by person or persons unknown. This is confirmed by the fact that a small preliminary explosion was heard and a fire was seen burning”.

Non è stato possibile accertare le responsabilità della strage. Due sono le ipotesi più attendibili. La prima è basata sugli effetti che produsse la strage, l’esodo immediato del 92% dei cittadini di Pola. Il punto debole dell’ipotesi è che nel mese antecedente, luglio, 28.000 polesani su 31.700 si erano già espressi per l’esodo nel caso in cui la zona di Pola fosse stata ceduta alla Jugoslavia. La seconda ipotesi mette in relazione l’attentato con l’organizzazione della resistenza antititina in Istria. Pare che la neonata Repubblica Italiana avesse dei piani militari per contrastare l’occupazione jugoslava. A sostegno dell’ipotesi c’è il fatto che prima dell’attentato si erano verificati degli omicidi di seguaci titini in Istria, dopo l’attentato cessarono mentre continuarono sabotaggi e propaganda clandestina.

Altri particolari emergono dalla pubblicazione dell’informativa inglese desecretata , Sabotage in Pola, redatta in realtà dal controspionaggio dei Carabinieri. Attribuisce la responsabilità dell’attentato all’agente Giuseppe Kovacich, italiano di Fiume che aveva disertato la Regia Marina e che lavorava per l’OZNA [Odeljenje za Zaštitu NAroda], l’intelligence militare jugoslava. Rimangono aperti altri interrogativi.

Da quanto abbiamo esposto sarebbero pochi i margini per mettere in dubbio le responsabilità jugoslave dell’attentato. Ci corre l’obbligo però di segnalare le argomentazioni non banali dell’altra parte, di una pubblicazione che, occorre dirlo, non gode di solida reputazione, specie dopo le sue tesi minimaliste sulle foibe. Siamo stati spinti da due sollecitazioni. La prima è la suggestione che ci viene dal quadro storico della strage di Portella della ginestra,occorsa nove mesi dopo. La seconda è la considerazione che quando si scrive di storia nessuna fonte, nessuna, va scartata a priori. Ciò che rileviamo comunque è che gran parte delle argomentazioni che vi si possono leggere non sono state riprese e confutate dai media, forse sono state affrontate soltanto da studiosi come Gaetano Dato, Fabio Amodeo, Pietro Spirito etc.

Quale che sia stata la mano infame, ciò che qui ci preme è ricordare le vittime di un’altra strage abbastanza dimenticata a lungo.



Il concerto

Il concerto, tenuto nel 2018 nella basilica di Aquileia, è articolato nei seguenti canti:
Verba mea auribus percipe ( Psalmus 5)
El sol brusa le piere (Vergarola)
Parce mihi Domine
Tu che riposavi nella pineta

[Riccardo Gullotta]
PSALMUS 5 [1]

Verba mea auribus percipe, Domine; intellege gemitum meum.
Intende voci clamoris mei, rex meus et Deus meus.
Quoniam ad te orabo, Domine, mane exaudies vocem meam; mane astabo tibi et exspectabo.
Quoniam non Deus volens iniquitatem tu es;
neque habitabit iuxta te malignus,
neque permanebunt iniusti ante oculos tuos.
Odisti omnes, qui operantur iniquitatem, perdes omnes, qui loquuntur mendacium; virum sanguinum et dolosum abominabitur Dominus.
Ego autem in multitudine misericordiae tuae
introibo in domum tuam; adorabo ad templum sanctum tuum in timore tuo.
Domine, deduc me in iustitia tua propter inimicos meos, dirige in conspectu meo viam tuam.
Quoniam non est in ore eorum veritas,
cor eorum fovea; sepulcrum patens est guttur eorum, molliunt linguas suas.
Iudica illos, Deus; decidant a cogitationibus suis; secundum multitudinem impietatum eorum expelle eos, quoniam irritaverunt te, Domine.
Et omnes, qui sperant in te, laetentur, in aeternum exsultent. Obumbrabis eis, et gloriabuntur in te, qui diligunt nomen tuum;
quoniam tu benedices iusto, Domine,
quasi scuto, bona voluntate coronabis eum.

EL SOL BRUSA LE PIERE [VERGAROLA]
di Bepi Nider

El sol brusa le piere,
tremola l'aria e vien
su da l'asfalto
de catrame vampade.
A Vergarola xe festa
Su le barche, bandiere,
soni, canti, ridade.
El mar, lucido e fermo, par de smalto.
Ogi nissun, sicuro, a casa resta.
Sfarfala i cuters, motoscafi cori,
passa barconi pieni de mame e fioi sereni,
foleti scuri come tanti mori,
scherzosi, alegri come useleti
(sarà presto su, in cel, tanti angioleti)
...E tuti quanti va là, a Vergarola...
Circa le due e venti, quando tremar se senti,
La tera, el cel, le case, tuta Pola.
Tremendo un rombo, 'na grande fumada,
e poi da Vergarola 'na fumada ,
nera se alza in alto e paurosa.
Vetri roti...rolè sbregadi via...
...che disastro...che strage...Mama mia!
E` la notizia cori dolorosa...
El sol brusa le piere,
tremola l'aria e vien
su da l'asfalto
de catrame vampade.
A Vergarola la morte.
a mez`asta bandiere ....
Sangue...vite sfalzade...
el mar xe rosso, fermo e par de smalto.
Quanti i colpidi de la bruta sorte?...
Un brazo qua...là do mani...'na testa...
stroncadi come fiori...
i fioi coi genitori...
A Vergarola che tragica festa!
Pica dai rami dei pini spiantadi,
tochi de carne...intorno, seminadi,
corpi de fioi ne le pose più strane,
scrivelai, tuti storti,
poveri pici morti!
Calca de gente a l'ospedal davanti.
done palide, oci gonfi de pianto...
spedinade...mal vestide...Dio santo!
Dove xe el picio mio?...Mia sorela?...
I miei cognadi..i mi parenti tuti?...
Assasini...vigliachi...farabuti...

Maria!..Tonin!..dove xe la mia putela?...
El giorno se fa scuro...
campane a morto co l'Ave Maria.
In capela stivadi, da l'altar, a fanco a fianco,
per tera, lungo 'l muro, riposa i masacradi...
I feridi vanegia su in corsia...
Vea piansendo un dolor tanto stanco...
Per i nostri morti un pensier...un adio....
pei assassini...tuto vedi Idio...!...

PARCE MIHI DOMINE [2]

Parce mihi, Domine: nihil enim sunt dies mei.
Quid est homo, quia magnificas eum aut quid apponis erga eum cor tuum?
Visitas eum di luculo et subito probas illum.
Usque quo non parcis mihi, nec dimittis me, ut glutiam salivam meam?
Peccavi. Quid faciem tibi, o custos hominum?
Quare posuisti me contrarium tibi, et factus sum mihi metipsi gravis?
Cur non tollis peccatum meum, et quare non aufers iniquitatem meam?
Ecce nunc in pulvere dormiam: et si mane me quaesieris, non subsistam.

[1] SALMO 5

Porgi l'orecchio, Signore, alle mie parole:
intendi il mio lamento.
Ascolta la voce del mio grido,
o mio re e mio Dio,
perché ti prego, Signore.
Al mattino ascolta la mia voce;
fin dal mattino t'invoco e sto in attesa.
Tu non sei un Dio che si compiace del male;
presso di te il malvagio non trova dimora;
gli stolti non sostengono il tuo sguardo.
Tu detesti chi fa il male,
fai perire i bugiardi.
Il Signore detesta sanguinari e ingannatori.
Ma io per la tua grande misericordia
entrerò nella tua casa;
mi prostrerò con timore
nel tuo santo tempio.
Signore, guidami con giustizia
di fronte ai miei nemici;
spianami davanti il tuo cammino.
Non c'è sincerità sulla loro bocca,
è pieno di perfidia il loro cuore;
la loro gola è un sepolcro aperto,
la loro lingua è tutta adulazione.
Condannali, o Dio, soccombano alle loro trame,
per tanti loro delitti disperdili,
perché a te si sono ribellati.
Gioiscano quanti in te si rifugiano,
esultino senza fine.
Tu li proteggi e in te si allieteranno
quanti amano il tuo nome.
Signore, tu benedici il giusto:
come scudo lo copre la tua benevolenza.

[2] PERDONAMI SIGNORE

Perdonami Signore, la mia vita è niente.
Che cos'è l'uomo sul quale fai tanto conto e a lui rivolgi la tua attenzione?
Lo scruti ogni giorno e lo metti alla prova.
Fino a quando non toglierai lo sguardo da me e mi lascerai inghiottire la saliva?
Ho peccato, cosa ho fatto, o custode dell'uomo?
Perché mi hai preso come tuo bersaglio e ti sono diventato di peso?
Perché non cancelli il mio peccato e non dimentichi la mia iniquità?
Ben presto giacerò nella polvere, mi cercherai, ma più non ci sarò.


inviata da Riccardo Gullotta - 19/8/2021 - 20:05




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