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Uélé moliba makasi

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Langue: lingala


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Uélé moliba makasi
Canto tradizionale congolese

Nigerien children credit: Rauf Maltaş, Anadolu Agency
Nigerien children credit: Rauf Maltaş, Anadolu Agency



Bambini di paglia

Niamey, 13 Aprile 2021: 20 bambini, 3 anni di età, sono morti nel rogo delle aule fatte di capanne di paglia. Date le condizioni di estrema povertà, parte delle scuole in Niger sono realizzate con capanne di paglia.
Secondo il rapporto pubblicato da Save the children nel 2020 The hardest places to be a child il Niger occupa l’ultimo posto nella graduatoria di 180 paesi per quanto riguarda le condizioni dell’infanzia, seguito da Repubblica Centrafricana, Ciad, Mali, Sud Sudan, Somalia, Nigeria. Tutto il paese vive ai margini : la speranza di vita media è di 54 anni ( Italia 73) , il tasso di alfabetizzazione è del 19 % (Italia 99), il reddito pro capite di 633 US$ (Italia 35.000). Il Niger conta più di 20 milioni di abitanti, almeno la metà sotto i 15 anni.

Segue l’ articolo Assenti all’appello di Mauro Armanino che ha vissuto a lungo in Niger a contatto con la miseria e il disagio.

Erano arrivati da poco. Tre anni sono nulla nella vita di una persona. La quasi totalità dei bambini bruciati nella scuola di paglia di Niamey avevano proprio quell’età. Il martedì era stato l’inizio del mese santo, il Ramadan, uno dei cinque ‘pilastri’ dell’Islam. È per la terza volta in qualche anno che la stessa scuola aveva subito incendi che avevano spinto le autorità a costruire nuove classi in materiale solido. Non tutte però, perché almeno 21 aule, tutte di paglia, sono andate in fumo in breve tempo, seminando morte e desolazione. Ciò è accaduto in uno dei quartieri più poveri della capitale, conosciuto col nome popolare di ‘Pays Bàs’, Paesi Bassi, così come si addice alla ben più nota Olanda.
La zona non è lontana dal nuovo aeroporto internazionale, costruito nei tempi previsti da una compagnia turca di costruzioni specializzate. La ventina di bimbi e un adulto, morti nell’incendio, hanno fatto insieme un ultimo viaggio senza ritorno.
La paglia è usatissima nei villaggi e in città per i tetti delle case tradizionali, per le recinzioni di cortili e di animali o come abitazioni di fortuna per famiglie che vivono di precarietà nei quartieri della capitale. Ben intrecciata la paglia è usata anche in ambito scolastico per aule di fortuna nelle quali la provvisorietà si trasforma spesso in stato permanente. Di paglia, infine, sono le migliaia di figli di famiglie povere che non possono permettersi le scuole private che prosperano sullo sfacelo della scuola pubblica. Aule di fortuna che, se permettono un minimo di riparo dal sole cocente di stagione, sono poco funzionali per la stagione delle piogge e più ancora vulnerabili al fuoco. Mescolata col fango la paglia è utilizzata per farne mattoni o pareti che resistono il tempo necessario e che, se rivestite di uno strato di cemento, offrono maggiore garanzia di durabilità e igiene. La paglia, nel suo piccolo, conserva qualcosa della cultura tradizionale, nobile e austera.
Come altre capitali del continente e in particolare nell’Africa occidentale, anche Niamey ha subito lo stesso trattamento di ‘modernizzazione’ occorso altrove. Niamey Nyala, Niamey la bella, nella quale ogni regime si sente il dovere di intervenire, si è ingrandita. Sono state distrutte le vecchie abitazioni di fango e paglia, per lasciare il posto a grattacieli, ponti, edifici pubblici rinnovati, hotel con varie stelle come arredo e strade con tanto di cavalcavia che si inaugurano a ritmi annuali. Grazie alle scuole di paglia si notano i resti del villaggio di pescatori lungo il fiume Niger, che rappresentava Niamey quando fu scelta come nuova capitale del Paese.
Sabbia e paglia sono gli elementi che tengono insieme la storia umana che si dipana e divide nella scelta alternata tra questi due preziosi materiali. Ci sono bambini che sono una mescolanza dei due, fragili e invisibili nella vita corrente, balzati alla cronaca loro malgrado e troppo tardi. Per esistere bisogna prima scomparire.
Di paglia è stata la politica di questi anni che ha privilegiato quanto seduce e serve un’infima minoranza della popolazione. Cantieri di una certa importanza che, oltre al prestigio del regime, hanno contribuito a ‘ricompensare’ imprese e commercianti complici del potere. Parole, promesse elettorali, convegni, viaggi, aiuti esteriori, priorità giurata all’educazione come veicolo di trasformazione e poi aule di paglia per i più poveri come conclusione. Certamente la tragedia poteva e doveva essere evitata. L’inizio del mese di Ramadan avrebbe potuto essere differente per le famiglie che hanno perso per sempre i loro piccoli. Ciò che invece questo dramma rivela è, appunto, la politica di cui i poveri, di paglia, sono stati come sempre le vittime. Loro, i bimbi di paglia e cioè carne e sangue della nostra sabbia, sono partiti ancora prima dell’appello per l’unica scuola aperta e concepita per i poveri. Lì si insegna solo quanto servirà a creare un mondo differente da quello che si trova adesso nelle città. Ci sarà da mangiare e bere acqua fresca a sazietà. Ci sarà un tempo per giocare per tutti senza discriminazioni di genere o di età. Non ci saranno né muri né recinzioni perché la scuola si trova in mezzo agli alberi, coi fiori e l’erba appena nata. Gli insegnanti faranno le lezioni a turno, cominciando da coloro che sono appena arrivati. [Mauro Armanino]


Niamey school blaze, April 13,2021
Niamey school blaze, April 13,2021



La canzone

E’ un canto congolese che viene eseguito sia come ninnananna sia per battere il ritmo ai rematori di piroga. Il tema é la natura sorgente di vita, come la maggior parte di canti tradizionali della cultura africana. Le voci in coro sono riportate in corsivo con il rientro.
Chi scrive lo propone in questo contesto come un segno di speranza attiva per una coscienza di liberazione che si opponga all’annientamento degli essere umani confinati a epifenomeno statistico nell’indifferenza.
[Riccardo Gullotta]
Olélé! Olélé! Moliba makasi
Olélé! Olélé! Moliba makasi
Luka
Olélé!
Luka luka
Olélé! Moliba makasi
Mboka
Mboka na yé
Mboka Mboka
Mboka na yé
Mboka mboka Kasaï
Mboka
Mboka na yé
Mboka Mboka
Mboka na yé
Mboka mboka Kasaï
Olélé!
Luka
Olélé! Moliba makasi
Luka
Olélé!
Luka luka
Olélé! Moliba makasi

Eeo ee eeo
Benguéla aya
Eeo ee eeo
Benguéla aya
Benguéla aya Oya oya
Yakara a Oya oya
Konguidja a Oya oya
Benguéla aya Oya oya
Yakara a Oya oya
Konguidja a Oya oya
Olélé!
Luka
Olélé! Moliba makasi
Luka Luka
Olélé!
Luka
Olélé! Moliba makasi
Olélé! Olélé! Moliba makasi

envoyé par Riccardo Gullotta - 24/4/2021 - 00:31



Langue: italien

Traduzione italiana / Bobóngoli na Italya / Italian translation / Traduction italienne / Italiankielinen käännös:
Chantal Grosléziat &Paul Mindy
Modeste integrazioni per adattare il testo all’ esecuzione: Riccardo Gullotta

Bambini nigerini credit@ Archives Fatoumata Diabate
Bambini nigerini credit@ Archives Fatoumata Diabate
UELÉ , LA CORRENTE É MOLTO FORTE [1]

Olélé! Olélé! La corrente è molto forte
Olélé! Olélé! La corrente è molto forte
Remate
Olélé!
Remate Remate
Olélé! La corrente è molto forte
Il suo paese
Il suo paese
Il suo paese
Il suo paese
Il suo paese è il Kasai
[2]
Il suo paese
Il suo paese
Il suo paese
Il suo paese
Il suo paese è il Kasai

Olélé!
Remate
Olélé! La corrente è molto forte
Remate
Olélé!
Remate Remate
Olélé! La corrente è molto forte


Eeo ee eeo
Che venga Benguéla [3]
Eeo ee eeo
Che venga Benguéla
Che venga Benguéla ,vieni vieni
Il coraggioso ,vieni vieni
Il generoso ,vieni vieni
Benguéla,vieni vieni
Il coraggioso ,vieni vieni
Il generoso ,vieni vieni

Olélé!
Remate
Olélé! La corrente è molto forte
Remate Remate
Olélé!
Remate
Olélé! La corrente è molto forte
Olélé! Olélé! La corrente è molto forte
[1] lo Uélé (anche Olélé) è un fiume tributario dell’Ubangi, a sua volta affluente di destra del Congo

[2] Kasai qui è il fiume affluente di sinistra del fiume Congo. C'é anche una regione omonima in Congo, nota per il tentativo di secessione negli anni '60

[3] Benguela designa sia la corrente che scorre dalle coste del Sudafrica verso la corrente Equatoriale Sud sia, come in questo contesto, il vento indotto dalla corrente, invocato dai rematori perché aiuti a vincere la corrente forte dell’Uélé

envoyé par Riccardo Gullotta - 24/4/2021 - 14:37




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