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Giuseppe Verdi: Aida, Atto I, Scena I

GLI EXTRA DELLE CCG / AWS EXTRAS / LES EXTRAS DES CCG
Language: Italian


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Messa di Requiem
(Giuseppe Verdi)
With God On Our Side
(Bob Dylan)
Riccardo Venturi: Postribolo
(GLI EXTRA DELLE CCG / AWS EXTRAS / LES EXTRAS DES CCG)


dall'Aida di Giuseppe Verdi

Scrivevo nel Postribolo, l'oramai "storica" (??) postfazione alla primitiva raccolta delle CCG nell'aprile del 2003: "Paradossalmente (ma non troppo) sarebbe stato interessante che qualcuno che non si oppone né a questa, né ad altre guerre, avesse fatto un’analoga raccolta di “canzoni per la guerra”; il materiale non gli sarebbe certo mancato, tra canti bellici, militari, “patriottici” eccetera. Ma, forse, questa eventuale raccolta di “CPG” avrebbe rischiato di essere ancor più contro la guerra di quella propriamente detta." Sembra che l'amico e collaboratore Renato Stecca mi abbia preso quattro anni dopo in parola, con questa sua interessante proposta che inserisco però (almeno momentaneamente) negli "Extra" e che, malgrado la sua natura, non inserisco invece nel Percorso sulla musica classica contro la guerra. Certo è che questa cosa potrebbe essere foriera di un particolarissimo (e sorvegliatissimo) percorso nel quale proporre "con juicio" alcuni dei principali canti guerreschi e/o patriottardi, rigorosamente annotati e muniti di precisi riferimenti storici e politici, proprio nello spirito da me preconizzato quattro anni fa. Chi vivrà, vedrà. [RV]


Ho appena visto in tv la messa in onda dell’Aida che ha inaugurato il 7 dicembre 2006 la stagione lirica della Scala di Milano; ho capito perché, pur essendo un appassionato d’opera, detesto l’Aida: non solo perché è tronfia e noiosa, non solo perché viene inevitabilmente risolta per quanto attiene la regia in chiave kitsch, ma soprattutto perché è guerrafondaia, o almeno ha quel tono da «noi non vorremmo, ma dobbiamo fare la guerra santa contro i barbari invasori» che trovo ancora più ripugnante – paradossalmente - di chi fa la guerra senza alibi; insomma, mi vengono in mente personaggi osceni come Bush & co. e non è un caso se quest’opera è una delle preferite di Franco Zeffirelli, regista di destra che ha modo di sfogare con l’Aida tutto il pattume che ha in testa (se non avete visto questa edizione e volete farvi del male, procuratevela: a parte i soldati dipinti di blu, il massimo l’ha raggiunto con le famose chiappe di Bolle truccato da nero, che danza felice per il re egizio vincitore, mentre lui probabilmente è il vinto appena fatto schiavo!).
La colpa di tutto è del librettista Antonio Ghislanzoni, naturalmente, ma – e mi dispiace dirlo – anche Verdi ha la sua parte!
Vogliamo provare a leggere il libretto, almeno limitatamente alla prima Scena del primo atto? L’ho epurato delle didascalie inutili e ci ho messo le mie note personali. [Renato Stecca]
SCENA I
Sala nel palazzo del Re a Menfis
RAMFIS
Sì: corre voce che l'Etiope ardisca
Sfidarci ancora, e del Nilo la valle
E Tebe minacciar. Fra breve un messo
Recherà il ver.

RADAMÉS
La sacra Iside consultasti?

RAMFIS
Ella ha nomato dell'Egizie falangi
Il condottier supremo.

RADAMÉS
Oh lui felice! (1)

RAMFIS
Giovane e prode è desso. Ora del Nume
Reco i decreti al Re.

RADAMÉS
Se quel guerrier
Io fossi! se il mio sogno
S'avverasse!... Un esercito di prodi
Da me guidato... e la vittoria... e il plauso (2)
Di Menfi tutta! E a te, mia dolce Aida,
Tornar di lauri cinto...
Dirti: per te ho pugnato, per te ho vinto!
Celeste Aida, forma divina.
Mistico serto di luce e fior,
Del mio pensiero tu sei regina,
Tu di mia vita sei lo splendor.
Il tuo bel cielo vorrei ridarti, (3)
Le dolci brezze del patrio suol;
Un regal serto sul crin posarti,
Ergerti un trono vicino al sol.
Celeste Aida, forma divina,
Mistico raggio di luce e fior, ecc.

AMNERIS
Quale insolita gioia
Nel tuo sguardo! Di quale
Nobil fierezza ti balena il volto!
Degna d'invidia, oh! quanto
Saria la donna il cui bramato aspetto
Tanta luce di gaudio in te destasse! (4)

RADAMÉS
D'un sogno avventuroso
Si beava il mio cuore. Oggi, la Diva
Profferse il nome del guerrier che al campo
Le schiere egizie condurrà... Ah! s'io fossi
A tal onor prescelto.

AMNERIS
Nè un altro sogno mai
Più gentil... più soave
Al core ti parlò? Non hai tu in Menfi
Desideri... speranze?

RADAMÉS
Io! (Quale inchiesta!
Forse... l'arcano amore
Scoprì che m'arde in core...)

AMNERIS
(Oh! guai se un altro amore
Ardesse a lui nel core!)

RADAMÉS
(Della sua schiava il nome
Mi lesse nel pensier!)

AMNERIS
(Guai se il mio sguardo penetra
Questo fatal mister!

RADAMÉS
(Forse mi lesse nel pensier!)
(vedendo Aida che entra)
Dessa!

AMNERIS
(Ei si turba... e quale
Sguardo rivolse a lei!
Aida!... A me rivale
Forse saria costei?)
(volgendosi ad Aida)
Vieni, o diletta, appressati,
Schiava non sei nè ancella,
Qui, dove in dolce fascino
Io ti chiamai sorella... (5)
Piangi? Delle tue lacrime
Svela il segreto a me.

AIDA
Ohimè! di guerra fremere
L'atroce grido io sento,
Per l'infelice patria,
Per me... per voi pavento. (6)

AMNERIS
Favelli il ver? N'e s'agita
Più grave cura in te?
(Trema, o rea schiava!)

RADAMÉS
(guardando Amneris)
(Nel volto a lei balena...)

AMNERIS
(Ah! Trema, rea schiava, trema!)

RADAMÉS
(Lo sdegno ed il sospetto.)

AMNERIS
(Ch'io nel tuo cor discenda!)

RADAMÉS
(Guai se l'arcano affetto
A noi leggesse in core!)

AMNERIS
(Trema che il ver m'apprenda
Quel pianto e quel rossor!)

RADAMÉS
(Guai se leggesse in cor!)

AIDA
(Ah! no, sulla mia patria
Non geme il cor soltanto;
Quello ch'io verso è pianto
Di sventurato amor!) (7)

RADAMÉS
(nel volto a lei balena
Lo sdegno ed il sospetto.
Guai se l'arcano affetto, ecc.)

AMNERIS
(Rea schiava, trema!
Ch'io nel tuo cor discenda!
Ah! trema che il ver m'apprenda) ecc.

(Il Re, preceduto dalle sue Guardie e seguite da Ramfis,
dai Ministri, Sacerdoti, Capitani ecc.)

IL RE
Alta cagion v'aduna,
O fidi Egizi, al vostro Re d'intorno.
Dai confin d'Etiopia un Messaggero
Dianzi giungea; gravi novelle ei reca.
Vi piaccia udirlo... Il Messagger s'avanzi! (8)

MESSAGGERO
Il sacro suolo dell'Egitto è invaso
Dai barbari Etiopi. I nostri campi
Fur devastati... arse le messi... e baldi
Della facil vittoria, i predatori
Già marciano su Tebe!

RADAMÉS, IL RE, RAMFIS, SACERDOTI, MINISTRI, CAPITANI
Ed osan tanto! (9)

MESSAGGERO
Un guerriero indomabile, feroce,
Li conduce: Amonasro. (10)

RADAMÉS, IL RE, RAMFIS, SACERDOTI, MINISTRI, CAPITANI
Il Re!

AIDA
(Mio padre!)

MESSAGGERO
Già Tebe è in armi e dalle cento porte
Sul barbaro invasore
Proromperà, guerra recando e morte.

IL RE
Sì: guerra e morte il nostro grido sia!

RAMFIS
Guerra!

RAMFIS, RADAMÉS, SACERDOTI, MINISTRI, CAPITANI
Guerra! Guerra! Tremenda, inesorata! (11)

IL RE
(accostandosi a Radamès)
Iside venerata
Di nostre schiere invitte
Già designava il condottier supremo:
Radamès!

AIDA, AMNERIS, MINSTRI, CAPITANI
Radamès!

RADAMÉS
Ah! Sien grazie at Numi!
Son paghi i voti miei!

AMNERIS
(Ei duce!)

AIDA
(Io tremo!)

MINISTRI, CAPITANI
Radamès! Radamès! Radamès! Radamès!

IL RE
Or di Vulcano al tempio
Muovi, o guerrier. Le sacre
Armi ti cingi e alla vittoria vola.
Su! del Nilo al sacro lido
Accorrete, Egizi eroi;
D'ogni cor prorompa il grido:
Guerra e morte, morte allo stranier!

RAMFIS
Gloria ai Numi! Ognun rammenti
Ch'essi reggono gli eventi,
Che in poter de' Numi solo
Stan le sorti del guerrier! (12)

MINISTRI, CAPITANI
Su! del Nilo al sacro lido
Sian barriera i nostri petti;
Non echeggi che un sol grido:
Guerra, guerra e morte allo stranier!

AIDA
(Per chi piango? Per chi prego?
Qual poter m'avvince a lui!
Deggio amarlo ed è costui
Un nemico, uno stranier!)

RADAMÉS
Sacro fremito di gloria
Tutta l'anima m'investe.
Su! corriamo alla vittoria!
Guerra e morte allo stranier!

AMNERIS
(a Radamès)
Di mia man ricevi, o duce,
Il vessillo glorioso;
Ti sia guida, ti sia luce
Della gloria sul sentier.

IL RE
Su! del Nilo al sacro lido, ecc.

AIDA
(Deggio amarlo, e veggo in lui) ecc.

TUTTI GLI ALTRI
Guerra! Guerra! Stermino all'invasor!

AMNERIS
(a Radamès)
Ritorna vincitor!

TUTTI
Ritorna vincitor!

AIDA
Ritorna vincitor!... E dal mio labbro
Uscì l'empia parola! Vincitor
Del padre mio... di lui che impugna l'armi
Per me... per ridonarmi
Una patria, una reggia, e il nome illustre
Che qui celar m'è forza. Vincitor
De' miei fratelli... ond'io lo vegga, tinto
Del sangue amato, trionfar nel plauso
Dell'Egizie coorti! E dietro il carro,
Un Re... mio padre... di catene avvinto!
L'insana parola, o Numi, sperdete!
Al seno d'un padre la figlia rendete;
Struggete le squadre dei nostri oppressor! Ah!-
Sventurata che dissi?... e l'amor mio? (13)
Dunque scordar poss'io
Questo fervido amore che, oppressa e schiava,
Come raggio di sol qui mi beava?
Imprecherò la morte
A Radamès... a lui ch'amo pur tanto?
Ah! non fu in terra mai
Da più crudeli angosce un core affranto.
I sacri nomi di padre, d'amante
N'e profferir poss'io, nè ricordar;
Per l'un... per l'altro... confusa, tremante,
Io piangere vorrei, vorrei pregar.
Ma la mia prece in bestemmia si muta... (14)
Delitto è il pianto a me, colpa il sospir...
In notte cupa la mente è perduta,
E nell'ansia crudel vorrei morir.
Numi, pietà del mio soffrir!
Speme non v'ha pel mio dolor.
Amor fatal, tremendo amor,
Spezzami il cor, fammi morir!
Numi, pietà del mio soffrir! ecc.
NOTE di Renato Stecca

(1) immagino che ogni militare sia contento di far la guerra, no?
(2) non la giustizia, cercano, ma il plauso, appunto
(3) ipocrita come tutti i guerrafondai; fanno la guerra per alti valori etici (tipo portare la democrazia)
(4) la classica cretina, che anche in tempo di guerra pensa all’amore
(5) stronza!
(6) l’unica espressione degna di nota in tutto il libretto
(7) ahi! Anche questa mi sa che è stronza
(8) chi è? Emilio Fede?
(9) ‘sti barbari; hanno anche l’ardire di opporsi al grande re!
(10) naturalmente i feroci sono gli altri
(11) sterminiamoli senza pietà!
(12) with god on our side; ricordate Bob Dylan?
(13) sì, è una stronza anche lei
(14) ma, direi che succede tante volte a tutti i farisei che pregano!

Contributed by Renato Stecca - 2007/8/18 - 17:23


Concordo con quanto Riccardo Venturi ha scritto a intestazione della mia segnalazione relativa all’Aida; tra l’altro (probabilmente mi voglio solo giustificare) ho inviato questa segnalazione (che non pensavo venisse pubblicata) solo perché ancora scosso dal balletto con Roberto Bolle; non solo l’ho trovato di pessimo gusto (e non per le chiappe, ma per il contesto), ma mi ha anche riportato alla mente quanto avevo letto e sentito il dicembre scorso in occasione della prima scaligera e cioè che non soltanto il balletto è stata la cosa più gradita dal pubblico, ma che sembra sia all’origine del famoso rifiuto del tenore Alagna a continuare le recite dell’Aida; credo sia una bufala, ma insomma il divo Alagna si sarebbe arrabbiato (secondo la stampa) perché le chiappe del Bolle sono state più gradite della sua ugola. Tra l’altro che uno spettacolo abbia successo per simili motivi, la dice lunga sul valore della tanto decantata regia di Zeffirelli!
Quanto al mio giudizio sostanzialmente negativo di quest’opera verdiana, a scanso di scatenare inutili polemiche tra i melomani, aggiungo solo che si tratta solo di una personalissima opinione; l’Aida non mi entusiasma, ma ciò non mi impedisce di ascoltarla ogni tanto (sempre con l’intento di farmela piacere) e anche di andarla a vedere a teatro.
Detto questo, mi viene voglia di storicizzare quest’opera, perché io per primo non trovo giusto vederla esclusivamente con gli occhi dei posteri di Verdi; anche se, secondo me, un’opera d’arte ha valore anche in quanto parla nei secoli a venire dopo la sua comparsa.
Allora: ricavo dal sito www.geocities.com che "Verdi ricevette nel 1870 un progetto di Camille Du Locle, tratto da una novella di Auguste Mariette, insieme alla proposta di metterlo in musica per conto di Ismail Pascià, vicerè d'Egitto, nell'ambito dei sontuosi festeggiamenti indetti per l'apertura del Canale di Suez, per la cui inaugurazione era andato in scena al Cairo Rigoletto. Su proposta dell'editore Ricordi, il musicista incaricò Antonio Ghislanzoni della redazione del libretto di Aida. La rappresentazione dell'opera, strutturata in quattro atti e terminata da Verdi nel novembre 1870, fu rinviata di un anno a causa degli avvenimenti politici e bellici che si verificarono in Europa: andò in scena al Teatro Reale del Cairo il 24 dicembre 1871 con ottimo esito".
Mentre su www.giuseppeverdi.it leggo che "Aida non fu rappresentata a Il Cairo, durante l'inaugurazione del canale di Suez, nel novembre del 1869, come avrebbe dovuto, secondo la commissione data a Verdi da parte del governo egiziano. Verdi la scrisse di getto, ma Aida dovette aspettare quasi due anni, a causa della feroce guerra tra Prussia e Francia nel 1870. I tedeschi avevano assediato Parigi, creando enormi problemi. L'allestimento dell'opera, che il governo de Il Cairo aveva commissionato all'Opera di Parigi, che era oltretutto sfarzoso e dispendioso, fu bloccato dalla guerra, e non poté essere trasferito in Egitto. D'altra parte il contratto imponeva che la prima rappresentazione avvenisse a il Cairo, e così fu nel 1872".
A parte le differenze nelle date (credo sia giusta quella del 1871), quello che interessa qui è il periodo storico; siamo attorno al 1870 (l’incarico di scrivere l’opera) e 1871 (la prima esecuzione). Bel periodo! È appunto il biennio della guerra franco-prussiana e della Comune di Parigi, della breccia di Porta Pia e dell’unificazione tedesca; ma è soprattutto il periodo che persino nei libri di storia delle medie viene definito “età del colonialismo”, quando cioè l’Europa va alla conquista del resto del Vecchio mondo e gli Stati Uniti allungano le mani (in senso economico) sul Sud America.
Quanto al Canale di Suez «era di proprietà del governo egiziano e della Francia. La prima nave attraversò il canale il 17 febbraio 1867, ma il canale venne inaugurato, con una cerimonia sfarzosa il 17 novembre 1869. […] Si stima che un milione e mezzo di egiziani lavorarono al canale, e che 125.000 di essi morirono, principalmente a causa del colera. Il canale ebbe un effetto immediato e fondamentale sui commerci mondiali e giocò un ruolo importante nell'aumentare la penetrazione europea in Africa. Il debito esterno costrinse l'Egitto a vendere la sua quota di partecipazione nel canale al Regno Unito.» (da Wikipedia)
Non voglio farla troppo lunga: anche perché, in fondo e purtroppo, non c’è periodo storico che non sia stato un susseguirsi di guerre e di fatti dolorosi e ignominiosi. Ricordo solo, per finire, che per l’Italia il periodo risorgimentale è già finito e che Verdi non aveva probabilmente più alcun interesse o motivo a vedere nella guerra l’evento liberatorio dall’occupazione straniera che aveva quando scrisse Nabucco o I Lombardi alla prima crociata. Nel 1870 Verdi ha 57 anni e vive già da anni nella tenuta di Sant’Agata, una bella villa di campagna con un bel parco, in provincia di Piacenza.
Rimane un’ultima questione, a cui io non so e non voglio rispondere: la guerra che compare nell’Aida è vista da Verdi con occhi critici o compiaciuti? La sua opera (dal punto di vista del contenuto) è solo una committenza del pascià egiziano e un lavoro del Ghislanzoni, o è anche frutto di una sua opinione sui fatti del tempo? A chi vuole, tentare una risposta.
Un saluto da Renato Stecca

Renato Stecca - 2007/8/18 - 21:49


Che vergogna...Violentare così l'Aida

Po - 2019/9/1 - 09:48


A mio avviso Verdi criticava la guerra e rappresenta la sciagura non tanto dei vinti ma anche dei vincitori. Insomma un'opera decisamente antibellica per me e con tante maledizioni contro la casta sacerdotale. Certola regia punta tutto sul Gloria all'Egitto per la monumentalità, ma Aida (il titolo dell'opera la dice lunga) è opera d'amore e gelosia e ragion di stato e tanta religione con potere giudiziario, deprecatissima da Verdi in quest'opera. Curiosa la Overture (ppi sostituita dal preludio): addirittura si scopre che il comandante supremo Radames non ha nemmeno uno straccio di Leitmotiv, al contrario di Aida, Amneris, Ramfis! Radames personaggio del tutto secondario (non confondiamo romanza con Leitmotiv): zero assoluto. Verdi non aveva ma minima intenzione di musicare il libretto, ma fu spaventato dalla minaccia degli organizzatori avevano espresso intenzione di coinvolgere il nemico Wagner. Non dimentichiamo che il (presunto?) monumentale Gran finale II (Gloria, marcia trionfale, ballabili, Salvator della patria, corteo prigionieri...) fu definito da Verdi, assai banalmente, "marcia" e nulla più. Come dire: al di là delle apparenze (e della regia) Aida è tutt'altro, è intimità. A me piace l'opera perché Verdi - pur sempre legato armonia tonale - di prodiga ditrovare nuovi registri andando a tastare l'antica modalità greca che veicola un senso di arcano, misterioso, lontano, meditabondo - ovviamente la musica egizia non è nota. PS: urge uno smembramento del testo Va pensiero che offra un'analisi più meditata rispetto a wikipedia; pensate che pochi notano la differenza tra interiezione OH e disgiuntiva O. Insomma un testo ancora poco penetrato nelle peculiarità compositive e nella figure di suono. Tornando a noi, da decenni non metto più piede in un teatro perché io esigo vedere gli ambienti descritti in partitura, niente di meno, e nulla di attualizzato ché la sfilata dei prigionieri e la condanna a morte del valoroso comandante in capo è sufficiente a rimarcare il ripudio della guerra (dal libretto emerge che sia una guerra preventiva "corre voce che l'Etiope, cioè Amonasro, ardisca sfidarci ancora..." ma poi si appura che furono gli Etiopi per primi ad aver invaso Tebe). Non ho ancora letto il libretto dal punto di vista allegorico. Ricordo una regia in cui il balletto era intepretato da un moro adolescente e il regista lo fece crivellare da mitragliate; ma ho visto anche il finale di Le Sacre con l'eletta sgozzata; ci si potrà interrogare sulla valentia degli psichiatri che seguono tali registi.

andrea - 2020/10/27 - 17:22




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