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Dmitrij Dmitrievič Šostakovič: Сюита для джазового оркестра N° 2 [Вальс 2]

GLI EXTRA DELLE CCG / AWS EXTRAS / LES EXTRAS DES CCG
Language: Instrumental


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Sjuita dlja džazovogo orkestra N°2 [ Val's 2 ]
[ 1956 ]

Фильм / Film / Movie / Elokuva:
Stanley Kubrick
Eyes Wide Shut

Музыка / Musica / Music / Musique / Sävel:
Dmitrij Dmitrievič Šostakovič

в исполнении / Interpreti / Performed by / Interprétée par / Laulavat:
André Rieu

elab: Riccardo Gullotta *
elab: Riccardo Gullotta *


* Il ritratto di Šostakovič è del 1950, sovrapposto alla Livets dans/Danza della vita di Edvard Munch, 1900 Oslo, Nasjonalmuseet

Il valzer

Valzer è una parola di origini germaniche, dall’alto-tedesco antico walzan / girare. Quando si parla di valzer la prima associazione di solito è il valzer viennese di Strauss, padre e figlio, anche se le origini sono da attribuire alla Francia del Settecento e ai successivi sviluppi durante la Rivoluzione.
La danza a ritmo ¾ agli inizi fu una danza delle classi popolari ma si estese subito alle altre classi. Diventò il simbolo a filo doppio dell’Austria felix della seconda metà dell’Ottocento e dell’inizio del Novecento. Il valzer fu la moda, l’espressione visibile di un mondo che si pensava volto a promuovere e consolidare il benessere di quanti accorrevano da varie parti per insediarsi nel cuore dell’impero. Fu segno di spensierata eleganza, della joie de vivre di oltralpe senza però condividerne le sottili venature di scetticismo. In realtà si stavano consumando i segni di una crisi politica irreversibile; l’impero, nonostante gli sforzi, non poteva tenere il passo con i tempi. Ancora pochi anni e sarebbe stata una delle disintegrazioni più drammatiche del Novecento.
Tornando al valzer, esso ha mantenuto in gran parte il suo fascino di musica estatica, che non indulge verso la riflessione. Tra le sue declinazioni come non citare il valzer di Secondo Casadei delle balere romagnole ?
Non sono mancati esempi famosi di valzer che di allegro non hanno nulla, pensiamo a Sibelius e Chopin. Quello di Šostakovič, qui proposto, ha però, a nostro avviso, qualcosa di singolare: reca i segni di un disagio interiore che lascia filtrare un’eco dell’atmosfera plumbea della Russia sovietica dopo una stagione promettente interrotta dal giro di boa stalinista del ’36.

Suites di Šostakovič. Disambiguazione

Šostakovič compose 3 suite con un titolo in cui figurano i termini “Orchestra” e “jazz” o “varietà”. Segue l’elenco, sono riportati tra parentesi l’anno della composizione seguita dal numero di movimenti , dalla durata in minuti e dal titolo in russo :

Suite per orchestra jazz No. 1 (1934), 3, 7 [ Сюита для джазового оркестра N°1 ]
Suite per orchestra jazz No. 2 (1938), 3, 7 [ Сюита для джазового оркестра N°2 ]
Suite per orchestra di varietà No. 1 (1956), 8, 25 [ Cюита для эстрадного оркестра в восьми частях ]

La Suite for Jazz Orchestra No. 2 fu eseguita a Mosca. La sua partitura andò smarrita durante la guerra. Si generò così l’equivoco di attribuire il suo nome alla suite successiva. La Suite per orchestra di varietà sino al 1999 è stata chiamata “Suite per orchestra jazz No. 2”. Quanti hanno ascoltato nel secolo scorso il celebre valzer proposto in queste pagine forse ne hanno un ricordo, così come i cinefili incuriositi dal valzer eseguito mentre scorrevano i titoli di testa e di coda del famoso film Eyes Wide Shut che ha contribuito non poco a diffondere al vasto pubblico questa musica.

Come si è arrivati alla disambiguazione ? Presto detto: della Suite per orchestra jazz No. 2 era sopravvissuta una riduzione per pianoforte. La scoprì Manašir Jakubov [Манашир Якубов], un etnomusicologo a tutto campo con un migliaio di pubblicazioni che spaziano dal folklore all’archeologia agli studi culturali, un’autentica pietra miliare per chi si rivolge alla musica dei compositori russi del XIX e XX secolo. E’ scomparso a Mosca nel 2012. Le barriere geopolitiche, che non hanno mai smesso di guardare con una malcelata diffidenza anche alle espressioni culturali dell’Est, non sono venute meno neanche in queste circostanze. Di Jakubov non si trova in rete alcun cenno biografico in inglese né in francese né in italiano. Soltanto pochissimi cenni nei siti discografici, a scopo commerciale. Fu così che nel 2000 il compositore inglese Gerard McBurney si impegnò con successo ad orchestrare lo spartito ritrovato da Jakubov. McBurney è anche uno dei più apprezzati studiosi di musica russa, in particolare di Šostakovič. Grazie ad una felice e attiva combinazione disponiamo di un’altra opera di Šostakovič.

Suite per orchestra di varietà N.1

L’organico orchestrale comprende:
Legni: 1 flauto,1 ottavino,1 oboe, 4 clarinetti,1 fagotto, 2 sax contralto, 1 sax tenore, 1 sax soprano
Ottoni: 3 trombe, 3 tromboni, 3 corni, 1 tuba
Percussioni: 3 percussionisti con timpani, triangolo, tamburello basco, rullante, grancassa, piatti, glockenspiel, xilofono, vibrafono
Cordofoni: 2 pianoforti, chitarra, arpa, celesta
Aerofoni: fisarmonica

Fu eseguita per la prima volta a Londra nel 1988, diretta da Mtislav Rostropovich e registrata da Riccardo Cailly con la Royal Concertgebouw in un vinile Decca con il nome Suite per orchestra jazz No. 2, come si è detto.
Gli 8 movimenti sono i seguenti:

1. Marcia (Giocoso) [Марш]
2. Danza n. 1 (Presto) [Танец 1]
3. Danza n. 2 (Allegretto scherzando) [Танец 2]
4. Piccola polka (Allegretto) [Маленькая полька]
5. Valzer lirico (Allegretto) (in Do minore e Mi bemolle maggiore) [Лирический вальс]
6. Valzer n. 1 (Sostenuto) (in Si bemolle maggiore e La maggiore) [Вальс 1]
7. Valzer n. 2 (Allegretto poco moderato) (in Do minore e Mi bemolle maggiore) [Вальс 2]
8. Finale (Allegro moderato) [Финал]

Si propone qui l’ascolto del solo Valzer n. 2. Chi fosse interessato all’intera composizione può riferirsi all’esecuzione dell’Orchestra Sinfonica Nazionale dell’Ucraina diretta da Theodore Kuchar :

Suite per orchestra di varietà


Commento musicale di Barbara Heninger
Una serie di danze allegre non sembra qualcosa che un compositore perseguitato dal suo governo per il suo "sensazionalismo piccolo borghese" scriverebbe. Ma fu nel 1938, dopo diversi attacchi virulenti da parte di Josef Stalin, che fu pubblicata la Suite per orchestra di varietà di Dmitry Shostakovich. Due anni prima, Stalin aveva costretto il quotidiano Pravda a denunciare la musica del compositore come il peggior tipo di eccesso borghese, avendo preso in antipatia l'opera satirica di Shostakovich, Lady Macbeth del distretto di Mtensk (1934). Sebbene quell'opera avesse originariamente riscosso un successo popolare, rappresentata contemporaneamente a Leningrado e Mosca, dopo la pubblicazione dell'articolo della Pravda "Confusione anziché musica", l'opera fu ritirata dalla produzione e non fu più eseguita in Russia fino agli anni '60.[…]
Allora come poté Shostakovich scrivere qualcosa di così "frivolo" in quel periodo? La risposta breve è che non l'ha fatto: questi pezzi erano basati su abbozzi musicali o parti delle colonne sonore che aveva scritto fino a dieci anni prima. In effetti, Shostakovich creò tre compilation per orchestra alla fine degli anni '30, questo lavoro e le Jazz Suites n. 1 e n. 2. La colonna sonora di quest'ultima andò perduta subito dopo la sua esibizione inaugurale durante la seconda guerra mondiale e non fu riscoperta che di recente, con conseguente frequente errata identificazione della Suite per orchestra di varietà come Suite Jazz No. 2. Non è chiaro nemmeno perché l’opera di Orchestra di varietà sia stata etichettata come "No. 1" dal compositore, dato che non esiste una numero 2.
Nonostante la storia accidentata, la suite è vivace, varia e coinvolgente. Consiste di otto movimenti, qualsiasi movimento può essere suonato in ordine a piacere, secondo le note del compositore. Per la performance odierna il Maestro Kujawsky ha scelto cinque degli otto, a cominciare dalla Marcia. Questa energica introduzione ricorda una musica da circo e presenta un lavoro brillante delle sezioni di ottoni e percussioni. La danza n. 2 è in A-B-A, con un trio centrale che si dipana con arpa e trilli simili a uccelli al flauto. Una fisarmonica fa la sua comparsa nelle sezioni periferiche. La danza n. 1 è più audace, esuberante e notevolmente più veloce. Le percussioni tonanti e il tamburo tintinnante conferiscono un'atmosfera da danza popolare. Si presti ascolto ai brevi assoli di pianoforte che ricordano i concerti per pianoforte del compositore. Il Valzer n. 2 ricorda una delle opere di Kurt Weill, con il suo tema ironicamente allegro in minore. Ciò lo ha reso adatto per il film di Stanley Kubrick del 1999, "Eyes Wide Shut", dove il valzer era interpretato sotto i titoli principali. Il brano si apre con un malinconico assolo di sassofono, e comprende anche il lavoro solista del clarinetto. Il Finale si annuncia senza mezzi termini, con un rullo di tamburi e un glissando orchestrale che conducono a un'altra marcia vivace. Questo è probabilmente l'unico lavoro che si può ascoltare in una sala d’orchestra con un duetto tra xilofono e fisarmonica!

A suite of cheerful dances doesn't seem like something a composer being hounded by his government for his "petty bourgeois sensationalism" would write. But it was in 1938, after several virulent attacks by Josef Stalin, that Dmitry Shostakovich's Suite for Variety Orchestra was published. Two years previously, Stalin had forced the newspaper Pravda to denounce the composer's music as the worst kind of bourgeois excess, having taken a dislike to Shostakovich's satiric opera, Lady Macbeth of the Mtensk District (1934). Although that opera had originally met with popular success, playing in both Leningrad and Moscow at the same time, after the Pravda article, "Muddle Instead of Music," was published, the opera was withdrawn from production and wasn't performed again in Russia until the 1960s. […]
So how could Shostakovich write something so 'frivolous' at this time? The short answer is, he didn't--these pieces were based on musical sketches or portions of his own film scores that he had written up to ten years previously. In fact, Shostakovich created three compilations for orchestra during the late 1930s, this work and the Jazz Suites No. 1 and No. 2. The score to the latter was lost just after its inaugural performance during World War II and was not rediscovered until very recently, resulting in a frequent misidentification of the Suite for Variety Orchestra as the Jazz Suite No. 2. It's also not clear why the Variety Orchestra work was labeled "No. 1" by the composer, since there is no companion number 2.
Despite its rocky history, the suite itself is lively, varied, and engaging. It consists of eight pieces, any number of which can be played in any order, according to the composer's notes. For today's performance Maestro Kujawsky has chosen five of the eight, beginning with the March. This energetic opener reminds one of circus music, and features brilliant work by the brass and percussion sections. The Dance No. 2 is in A-B-A form, with a rolling central trio with harp and bird-like trills on the flute. An accordion makes an appearance in the outer sections. Dance No. 1 is bolder, brasher, and considerably faster. The thumping percussion and rattling tambourine give it a folk-dance feel. Listen for brief piano solos reminiscent of the composer's piano concertos. The Waltz No. 2 reminds one of the works of Kurt Weill, with its ironically cheerful minor theme. This made it a good match for Stanley Kubrick's 1999 film, "Eyes Wide Shut," where the waltz was used under the main titles. The piece opens with a melancholy saxophone solo, and also features solo work by the clarinet. The Finale announces itself in no uncertain terms, with a drum roll and orchestral glissando leading into another brisk march. This is likely the only work you'll hear in the orchestral hall featuring a duet by xylophone and accordion!


Nota finale

Настоящая музыка всегда революционна, она сплачивает людей, тревожит их, зовёт вперёд [Дми́трий Дми́триевич Шостако́вич]

"La vera musica è sempre rivoluzionaria, unisce le persone, le inquieta, le sollecita in avanti"
[Dmítrij Dmítrievič Šostakóvič]

[Riccardo Gullotta]
strum.

Contributed by Riccardo Gullotta - 2021/1/9 - 23:45


Volevo segnalare il mix che esegue Daniele Sepe con la cantante Auli Kokko tra questo celebre valzer, il Tema di Lara dal Dottor Zivago (musica di Maurice Jarre) e la canzone di Brassens "Les Amoureux des bancs publics"






Lorenzo - 2021/1/10 - 12:16




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