Eterni prigionieri del mare
dal vascello da cui non si evade
affidato al fiume dalle mille braccia
e al mare dalle mille strade
da sconosciuti paesi venuti
ci è sconosciuto anche dove approdare
senza patria, né verità
acqua e sale per purificare
Questa è la nave dei folli
dove a ritmo dell'acqua danziamo
ove l'onda inquieta ci culla
nel mare dove ci abbandoniamo
E’ la macabra danza dei folli
sulle note di un viver insensato
ove la sana follia ha esorcizzato
quella morte che abbiam anticipato
Queste maschere goffe d’attorno
che ci irridono e non hanno visioni
un carnevale di forme castrate e castranti
da televisione
Quest’uccello dal collo eccessivo
è il pensiero dall’urlo sinistro
che sconfina ed è perseguitato da sempre
dai tempi di Cristo
Irraggiungibile è l’albero sacro
a metà strada tra la prua e la poppa
quel domandarsi quel chiedere sempre
tormentarsi senza mai aver risposta
Verso il vento spieghiamo le vele
e dal sol ci lasciamo scaldare
noi lasciam le ferite dell’anima
nelle acque a purificare
Sopra l’invisibile linea
dal turchese contorno
vagano le anime inquiete
in questo assurdo viaggio senza andata e ritorno
Navighiamo da secoli i mari
siamo i lebbrosi senza memoria
e dell’esorcizzata pazzia
cantiamo la gloria.
dal vascello da cui non si evade
affidato al fiume dalle mille braccia
e al mare dalle mille strade
da sconosciuti paesi venuti
ci è sconosciuto anche dove approdare
senza patria, né verità
acqua e sale per purificare
Questa è la nave dei folli
dove a ritmo dell'acqua danziamo
ove l'onda inquieta ci culla
nel mare dove ci abbandoniamo
E’ la macabra danza dei folli
sulle note di un viver insensato
ove la sana follia ha esorcizzato
quella morte che abbiam anticipato
Queste maschere goffe d’attorno
che ci irridono e non hanno visioni
un carnevale di forme castrate e castranti
da televisione
Quest’uccello dal collo eccessivo
è il pensiero dall’urlo sinistro
che sconfina ed è perseguitato da sempre
dai tempi di Cristo
Irraggiungibile è l’albero sacro
a metà strada tra la prua e la poppa
quel domandarsi quel chiedere sempre
tormentarsi senza mai aver risposta
Verso il vento spieghiamo le vele
e dal sol ci lasciamo scaldare
noi lasciam le ferite dell’anima
nelle acque a purificare
Sopra l’invisibile linea
dal turchese contorno
vagano le anime inquiete
in questo assurdo viaggio senza andata e ritorno
Navighiamo da secoli i mari
siamo i lebbrosi senza memoria
e dell’esorcizzata pazzia
cantiamo la gloria.
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