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Coro di Partigiani sotto la Luna

Franco Matacotta
Lingua: Italiano


Franco Matacotta


Dorme il cipresso, dorme il sasso bianco,
dorme sfiorito su ogni fossa il lume,
come un pugnale scintillante al fianco
della collina dorme quieto il fiume.
Dorme il paese, bozzolo di gelo,
dormono i tetti, dormono i cortili,
come giacinti sopra il verde stelo
stanno le nubi in cima ai campanili.
E dorme l'uomo, ignaro del fratello
che affila il buio di livori sordi
e come i gelsi bruca il filugello
il tempo bruca tutti i suoi ricordi.
Ma qualcuno non dorme,
ha gli occhi aperti
su un orizzonte bruciato di cani,
tutti i sette dolori che ha sofferti
canta il coro dei morti partigiani.
Di tutti i vivi più possenti e forti
sotto un cielo martellato di pianti
stanotte i bianchi cavalli dei morti
apriranno i cancelli ai camposanti.
Come nel nido i pettirossi nudi
che il becco mettono prima dell'ale
ogni dolore coi suoi denti crudi
il verme nero beccherà del male.
La terra dorme e tu a chi gridi, fiore,
nel ruvido capestro dei tuoi spini?
Sopra l'antenna del trasmettitore
fanno cenno di sangue gli aguzzini.
E per chi batti, martello di tuono,
sopra la cupa incudine dei monti?
Sull'orologio della torre il suono
confida al vento la resa dei conti.
E per chi esplodi, limpida saetta,
le catene spezzando al temporale?
Grida il cuore - la verità è un'accetta
che spacca il bue per la spina dorsale! -
E per chi canti, canzone d'argento,
lungo la strada ossidata di bruma?
E per chi splendi nel notturno vento
fuoco tra ombre, sventolante luna?



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