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Σταυρός του Νότου

Nikos Kavvadias / Νίκος Καββαδίας
Language: Greek (Modern)


Nikos Kavvadias / Νίκος Καββαδίας

List of versions


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(Nikos Kavvadias / Νίκος Καββαδίας)



Stavrós tou Nótou
[ 1947 ]

Ποίημα / Poesia / A Poem by / Poème / Runo :
Níkos Kavvadías

Μουσική / Musica / Music / Musique / Sävel:
Thanos Mikroutsikos

Ερμηνεία / Interpreti / Performed by / Interprétée par / Laulavat:
1. Emilía Sarri [ Αιμιλία Σαρρή ]
'Αλμπουμ / Album:
Σταυρός του Νότου [Stavrós tou Nótou] [1979]

2. Yorgos Dalaras
'Αλμπουμ / Album:
Γραμμές Των Οριζόντων [Grammés Ton Orizónton] [1991]





La canzone è stata citata in CCG in più occasioni, tra queste Οι γάτες των φορτηγών e la scheda biografica Vasilis Papakonstandinou.
La poesia fa parte della raccolta Pousi [ Πουσι ] / Nebbia , pubblicata nel 1947. Kavvadias la dedicò George Theotokas, scrittore ed intellettuale di spicco, all’epoca direttore del Teatro Nazionale, che aveva valutato positivamente Marabù. Si notano i riferimenti a due poesie, parte di tale raccolta: William George Allum e Un coltello / Ἕνα μαχαίρι [ Éna machaíri ].

In Pousi la narrazione si allontana dalla linearità e dalla sequenza logica di Marabù e diventa più suggestiva ed ellittica. E qui troviamo le acque torbide, le lune torbide e macchiate di sangue, l'oscurità del ponte e del porto, l'oscurità del cielo azzurro, il nero del sonno, la febbre, il segno e il cane.[ Μαίρη Μικέ]

Sul testo di commenti in rete ce ne sono tanti. Ci limitiamo a riportare nel riquadro finale il commento di Thanos Mikroutsikos che contribuì decisamente a far conoscere l’opera di Kavvadias con il suo album Stavrós tou Nótou.
Riferiamo dapprima un aneddoto. Quando Mikroutsikos si rivolse a Alekos Patsifas, patron indiscusso della Lyra, si sentì dire: “Ho un enorme affetto e credo in te, ma considera questo album come un regalo da parte mia. Non venderà nemmeno mille copie! “. I critici musicali non furono da meno, obiettarono che la scelta di Kavvadias, reputato un poeta di seconda serie, non avrebbe giovato alla carriera del compositore. Gli eventi andarono in direzione diametralmente opposta. L’album ebbe un’accoglienza entusiastica, le vendite superarono negli anni il milione di copie. Perché?

Ci aiuta a comprenderlo Odysseas Ioannou [Οδυσσέας Ιωάννου] nel suo libro Ο Θάνος κι ο Μικρούτσικος. Μια αυτοβιογραφία μέσα από 24 συναντήσεις / Thanos e Mikroutsikos. Un'autobiografia attraverso 24 incontri. Afferma infatti Mikroutsikos in un’intervista:
” Kavvadias non è il poeta del mare e dei marinai - li ha usati quasi in apparenza - ma un poeta che ha parlato di libertà, del valore del rovesciamento, del potere della vita senza convenzioni. Ho cercato di mostrare questi livelli con la mia musica, e sembra che avessi ragione, considerando che queste canzoni sono diventate molto popolari, soprattutto tra i giovani, e che sono già passate alla terza generazione.”

Prescindendo da conoscenze specifiche della letteratura greca e della musica éntekhno ( l’album Stavrós tou Nótou è universalmente considerato una delle sue espressioni più significative di éntekhno [έντεχνο]) , il giudizio qualificato di Mikroutsikos ci sembra sufficiente di per sé ad agevolare una lettura ed un ascolto più consapevoli di Kavvadias.



Nikos Kavvadias, questo grande narratore, usa il mare, la nave, i porti come un campo per dire cose molto importanti e senza tempo. Per parlare del viaggio eterno, per parlare e dire "Mi rincresce per chi non sogna". E non significa solo fuga dalla realtà grezza, si riferisce principalmente alla necessità di sognare per andare in un'altra società, nella quale l'uomo realizzerà sé stesso. E per farlo dobbiamo danzare sulla pinna dello squalo. Cioè, per superare il nostro potenziale accertato, per superare i nostri limiti. In altre parole, per conquistare l'Impossibile [ Thanos Mikroutsikos]


Ο Νίκος Καββαδίας, ο μέγας αυτός παραμυθάς, χρησιμοποιεί τη θάλασσα, το πλοίο, τα λιμάνια ως πεδίο για να πει πράγματα πολύ σημαντικά και διαχρονικά. Να μιλήσει για το αιώνιο ταξίδι, να μιλήσει και να πει το «Λυπήσου αυτούς που δεν ονειρεύονται». Και δεν εννοεί μόνο τη φυγή από τη βάρβαρη πραγματικότητα, αναφέρεται κυρίως στην ανάγκη να ονειρευτούμε για να πάμε σε μια άλλη κοινωνία, στην οποία ο άνθρωπος θ' αυτοπραγματωθεί. Και για να γίνει αυτό, θα πρέπει να χορέψουμε πάνω στο φτερό του καρχαρία. Δηλαδή να ξεπεράσουμε τις καταγεγραμμένες μας δυνατότητες, να ξεπεράσουμε τα όριά μας. Με άλλα λόγια, να κατακτήσουμε το Αδύνατο.[Θάνος Μικρούτσικος]



[Riccardo Gullotta]
Έβραζε το κύμα του γαρμπή [1]
είμαστε σκυφτοί κι οι δυο στο χάρτη
γύρισες και μου `πες πως το Μάρτη
σ’ άλλους παραλλήλους θα `χεις μπει

Κούλικο στο στήθος σου τατού
που όσο κι αν το καις δε λέει να σβήσει
είπαν πως την είχες αγαπήσει
σε μια κρίση μαύρου πυρετού

Βάρδια πλάι σε κάβο φαλακρό
κι ο Σταυρός του Νότου [2] με τα στράλια
Κομπολόι [3] κρατάς από κοράλλια
κι άκοπο μασάς καφέ πικρό

Το Άλφα του Κενταύρου [4] μια νυχτιά
με το παλλινώριο πήρα κάτου
μου `πες με φωνή ετοιμοθανάτου
να φοβάσαι τ’ άστρα του Νοτιά

Άλλοτε απ’ τον ίδιον ουρανό
έπαιρνες τρεις μήνες στην αράδα
με του καπετάνιου τη μιγάδα
μάθημα πορείας νυχτερινό

Σ’ ένα μαγαζί του Nossi Be [5]
πήρες το μαχαίρι δυο σελίνια
μέρα μεσημέρι απά στη λίνια
ξάστραψες σαν φάρου αναλαμπή

Κάτω στις ακτές της Αφρικής
πάνε χρόνια τώρα που κοιμάσαι
τα φανάρια πια δεν τα θυμάσαι
και το ωραίο γλυκό της Κυριακής

[1] γαρμπής [ garmbís ] : in gergo marinaro è il libeccio, vento di sudovest, dall’arabo غربي[ garbī ] / ovest

[2] Σταυρός του Νότου [ Stavrós tou Nótou ] : la Croce del Sud , costellazione visibile in tutto l’emisfero australe, riferimento per localizzare il Polo Sud

[3] Κομπολόι [ Kombolói ]: rosario senza funzione religiosa, un passatempo. Nel XIX secolo i grani erano di ambra e argento, era dotato di una nappa di seta. L’ uso iniziale nelle classi sociali elevate, soltanto dai maschi, si estese in seguito ai rebetes. I grani furono fabbricati in legno, vetro e poi in plastica, senza la nappa di seta.

[4] Άλφα του Κενταύρου [ Alfa tou Kentávrou ] : Alfa Centauri, stella della costellazione australe del Centauro. Molto brillante, consente di individuare facilmente la Croce del Sud.

[5] Nosy Be : Isola a nord-ovest del Madagascar, nel canale del Mozambico, grande una volta e mezzo l’Elba. In malgascio Nosy sta per isola e Be significa grande

[Riccardo Gullotta]


Contributed by Riccardo Gullotta - 2020/10/26 - 12:28




Language: Italian

Traduzione italiana / Μετέφρασε στα ιταλικά / Italian translation / Traduction italienne / Italiankielinen käännös:
Gian Piero Testa
CROCE DEL SUD

Ribolliva l'onda al soffio del garbino
stavamo tutti e due piegati sulla carta
ti voltasti per dirmi come a Marzo
già avresti tagliato altri paralleli

Sul tuo petto un tatuaggio come un coolie
che non vien via per quanto tu lo bruci
c'era in giro la voce che l'avessi amata
mentre aveva un attacco di febbre nera

Di comandata a ridosso del capo brullo
e la Croce del Sud con i suoi stragli
un combolòi tieni in mano di corallo
e mastichi caffé amaro con il guscio

La stella Alfa del Centauro
col sestante una notte misi a tiro
mi dicesti con voce di chi va a morte
delle stelle del Sud farai bene a aver paura

Da quello stesso cielo un tempo
per tre interi mesi uno via l'altro
eri pronto a lezioni di notturna rotta
insieme alla meticcia del capitano

In uno spaccio di Nosy-Be per due scellini
comperasti il coltello e sfolgorasti
un mezzogiorno sopra il Capricorno
come lampeggia di un faro la lanterna

Sotto le coste d'Africa
sono anni ormai che stai dormendo
i fanali ormai non li ricordi
e neppure il buon dolce della festa.

Contributed by Riccardo Gullotta - 2020/10/26 - 12:38




Language: English

English translation / Μετέφρασε στα αγγλικά / Traduzione inglese / Traduction anglaise / Englanninkielinen käännös:
Gail Holst-Warhaft [1]
THE SOUTHERN CROSS

In the nor-wester[2] the waves boiled;
we were both bent over the map.
You turned and told me how in March
you'd be in other latitudes.

A Chinese tattoo drawn on your chest;
however you burn it, it won't come off.
They said that you had loved her once
in a sudden fit of blackest fever.

Keeping watch by a barren cape
and the Southern Cross behind the braces.
You're holding coral worry-beads
and chewing bitter coffee beans.

I took a line on Alpha Centaurus
with the azimuth compass one night at sea.
You told me in a deathly voice:
"Beware of the stars of Southern skies".

Another time from that same sky
you took lessons for three whole months
with the captain's mulatto girl
in how to navigate at night.

In some shop in Nosy Be
you bought the knife - two shillings it cost -
right on the equator, exactly at noon;
it glittered like a lighthouse beam.

Down on the shores of Africa
for some years now you've been asleep.
You don't remember the lighthouse now
or the delicious Sunday sweet.

Mikis Theodorakis e Gail Holst


[1] Gail Holst-Warhaft non è soltanto una apprezzata traduttrice dal greco. È docente dal 1990 alla Cornell University (NY) di Letteratura classica e comparata. È anche poetessa e musicista. Di origine australiana si è laureata ad Atene in Storia dell’Arte. In Grecia negli anni ’70 è stata giornalista e ha suonato il clavicembalo nelle orchestre di Theodorakis e Savvopoulos. Ha scritto parecchi saggi di successo, tra cui: Road to Rembetika: Music of Greek Sub-culture, Theodorakis: Myth and Politics in Modern Greek Music , Dangerous Voices: Women's Laments and Greek Literature , The Cue for Passion: Grief and its Political Uses.

[2] Il nor-wester é un vento caldo che soffia da nord-ovest in Nuova Zelanda, assimilabile al föhn. La parola è stata scelta dalla traduttrice australiana per un pubblico anglosassone al quale libeccio non avrebbe evocato alcuna immagine di vento caldo e asfissia, prodromica all’ambientazione del suicidio nelle strofe successive.

[Riccardo Gullotta]

Contributed by Riccardo Gullotta - 2020/10/26 - 23:48




Language: Spanish

Traducción Española / Ισπανική μετάφραση / Traduzione spagnola / Spanish translation / Traduction espagnole / Espanjankielinen käännös:
Avellinou
CRUZ DEL SUR

El garbino encrespaba la mar.
Estábamos los dos inclinados sobre el mapa;
te volviste y me dijiste que en marzo
ibas a haber pasado a otras latitudes.

En tu pecho un tatuaje de coolie
que por más que lo quemes no se borra.
Dijeron que la habías amado
en una crisis de fiebre galopante.

De guardia. junto a un cabo pelado
y la Cruz del Sur entre los estays,
desgranas un combolói de coral
y mascas café amargo sin moler.

A la Alfa Centauro la cogí
una noche con el sextante.
Me dijiste con voz de moribundo:
“teme los astros del Sur”.

Bajo el mismo cielo otra vez
asististe tres meses seguidos
a un curso de navegación nocturno
con la mulata del capitán.

En una tienda de Nossi Bé
compraste la navaja, dos chelines.
Al mediodía, a la altura del ecuador,
fulguraste como destello de faro.

Abajo en las costas de Africa
hace ya años que duermes.
Los fanales ya no los recuerdas
ni el buen dulce del domingo.

Contributed by Riccardo Gullotta - 2020/10/28 - 13:10




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