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Quando è moda è moda

Giorgio Gaber
Language: Italian


Giorgio Gaber

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[1978]
Testo e musica / Lyrics and music / Paroles et musique / Sanat ja sävel: Giorgio Gaberščik - Sandro Luporini
Arrangiamenti / Arrangements : Franco Battiato - Giusto Pio
Album / Albumi: Polli d'allevamento



"Se lo spettacolo fosse finito qui, nessuno avrebbe avuto niente da dire. Ma noi eravamo certi di una cosa: la canzone Quando è moda è moda poteva essere solo il pezzo finale dello spettaclolo. Non era possibile inserirla in qualunque altra parte della scaletta, sarebbe stato un errore.

Il brano era un'invettiva crescente, dai toni sempre più duri e aspri, contro i giovani del movimento; era un attacco frontale a quei loro comportamenti ormai scaduti in atteggiamenti sempre più artificiosi, addirittura modaioli; era una presa di distanza da tutto ciò che era ormai codificato e diventato semplicemente ridicolo, da tutte quelle loro sterili manie creative e intellettualoidi; era un nostro rifiuto nei confronti di quella assuefazione che rendeva certi gesti sempre più simili a una nuova e stomachevole moda.

Alla chiusura del sipario, quello di Giorgio non sembrava un arrivederci, ma un vero e proprio addio, una porta sonoramente sbattuta in faccia che segnava, senza ritorno, la fine di una relazione d'amore. Adesso, la nostra strada e quella del movimento si separavano, la vicinanza era finita: non ce ne fregava più niente di quello che loro avrebbero detto o pensato, delle loro critiche, delle solite accuse di qualunquismo che hanno sempre accompagnato il nostro lavoro. Con quelle ultime parole il sogno svaniva, lasciandoci addosso tutta l'amarezza di una speranza delusa.

Si chiudeva un periodo, un periodo complesso e faticoso, e quello che si apriva davanti a noi era uno spazio vuoto, totalmente privo di riferimenti. Ci sarebbe voluto del tempo e tutta la nostra fiducia nell'uomo per ritrovare la forza di cominciare a riempirlo, quel vuoto."

Sandro Luporini: Vi racconto Gaber, con Roberto Luporini. Mondadori, Milano, 2013: pp. 148-150.

Mi ricordo la mia meraviglia e forse l'allegria
Di guardare a quei pochi che rinunciavano a tutto
Mi ricordo certi atteggiamenti e certe facce giuste
Che si univano in un'ondata che rifiuta e che resiste.
Ora il mondo è pieno di queste facce
è veramente troppo pieno
E questo scambio di emozioni, di barbe, di baffi e di kimoni
Non fa più male a nessuno.
Quando è moda è moda, quando è moda è moda.

Non so cos'è successo a queste facce, a questa gente
Se sia solo un fatto estetico o qualche cosa di più importante,
Se sia un mio ripensamento o la mia mancanza di entusiasmo
Ma mi sembrano già facce da rotocalchi,
O da Ente del Turismo.
Quando è moda è moda, quando è moda è moda.

E visti alla distanza non siete poi tanto diversi
Dai piccolo-borghesi che offrono champagne e fanno i generosi
Che sanno divertirsi e fanno la fortuna e la vergogna
Dei litorali più sperduti e delle grandi spiagge
Della Sardegna.
Quando è moda è moda, quando è moda è moda.

E anche se è diverso il vostro grado di coscienza
Quando è moda è moda non c'è nessuna differenza
Fra quella del play-boy più sorpassato e più reazionario
A quella sublimata di fare una comune
O un consultorio.
Quando è moda è moda, quando è moda è moda.

Io per me se ci avessi la forza e l'arroganza
Direi che sono diverso e quasi certamente solo
Direi che non riesco a sopportare le vecchie assurde istituzioni
E le vostre manie creative, le vostre innovazioni.
Io sono diverso,
Io cambio poco, cambio molto lentamente
Non riesco a digerire i corsi accelerati da Lenin all'Oriente
E anche nell'amore non riesco a conquistare la vostra leggerezza
Non riesco neanche a improvvisare e a fare un po' l'omosessuale
Tanto per cambiare.
Quando è moda è moda, quando è moda è moda.

E siete anche originali, basta ascoltare qualche vostra frase
Piena di parole nuove sempre più acculturate, sempre più disgustose
Che per uno normale, per uno di onesti sentimenti
Quando ve le sente in bocca avrebbe una gran voglia
Che vi saltassero i denti.
Quando è moda è moda, quando è moda è moda.

Io per me se ci avessi la forza e l'arroganza
Direi che non è più tempo di fare mischiamenti,
Che è il momento di prender le distanze
Che non voglio inventarmi più amori
Che non voglio più avervi come amici, come interlocutori.
Sono diverso e certamente solo
Sono diverso perché non sopporto il buon senso comune
Ma neanche la retorica del pazzo
Non ho nessuna voglio di assurde compressioni
Ma nemmeno di liberarmi a cazzo
Non voglio velleitarie mescolanze con nessuno
Nemmeno più con voi
Ma non sopporto neanche la legge dilagante
Del "fatti i cazzi tuoi".
Sono diverso, sono polemico e violento
Non ho nessun rispetto per la democrazia
E parlo molto male di prostitute e detenuti
Da quanto mi fa schifo chi ne fa dei miti
Di quelli che diranno che sono qualunquista non me ne frega niente:
Non sono più compagno né femministaiolo militante,
Mi fanno schifo le vostre animazioni, le ricerche popolari
E le altre cazzate;
E finalmente non sopporto le vostre donne liberate
Con cui voi discutete democraticamente
Sono diverso perché quando è merda è merda
Non ha importanza la specificazione:
Autisti di piazza, studenti, barbieri, santoni, artisti, operai,
Gramsciani, cattolici, nani, datori di luci, baristi,
Troie, ruffiani,
Paracadutisti, ufologi...

Quando è moda è moda, quando è moda è moda.
Quando è moda è moda, quando è moda è moda.
Quando è moda è moda, quando è moda è moda.
Quando è moda è moda, quando è moda è moda.

Contributed by Riccardo Venturi & Daniela -k.d.- - 2020/10/18 - 19:27




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