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Balada Conducătorului

Taraf de Haïdouks [Taraful Haiducilor]
Language: Romanian


Taraf de Haïdouks [Taraful Haiducilor]

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Când o fi la moartea mea
(Maria Tănase)
Privesc din Doftana
(Teodor Rudenko)
Noi, nu!
(Anda Călugăreanu)


[1991]
Testo e musica / Lyrics and music / Paroles et musique / Sanat ja sävel: Nicolae Neacşu (1924-2002)
Album / Albumi: Musiques des Tziganes de Roumanie

tarafde


Una “banda di briganti”, o un “gruppo di insorti”? In lingua romena, sono possibili entrambi i sensi. Formatosi nel 1990, l'anno dopo la rivoluzione che eliminò, nel sangue, la dittatura di Nicolae Ceauşescu, il Taraful Haiducilor (ove l'articolo determinato italiano è forzatamente ridondante, in quanto l'articolo maschile romeno è quell' -ul che si legge posposto al sostantivo), originario di Clejani, a sud di Bucarest, è divenuto probabilmente il gruppo musicale di lăutari più famoso della Romania, e uno dei più famosi in tutta Europa (i lăutari, come si sa, sono i musicisti gitani romeni [1]). Il termine taraf, derivato dal turco (“gruppo”, “banda”) è tradizionalmente usato dai lăutari (immortalati anche nel famoso film del 1972, diretto dal regista romeno Emil Loteanu e interamente girato in romeno, ma di produzione sovietica) per indicare i propri gruppi musicali più o meno “allargati”; quanto a haiduc, il suo significato svaria da quello di “fuorilegge” o “bandito” a quello di “insorto, resistente”. E' termine fondante delle società balcaniche e diffuso in tutte le lingue della zona, quale che ne sia l'origine (si è diffuso tramite il turco haydut, haydud, ma è di origine ungherese (hajdú, derivato dal verbo hajt “spingere, guidare”; in origine, “mandriano”). Guidato dal grande musicista Nicolae Neacşu (1924-2002), considerato come il più grande virtuoso dell'autentico violino zigano, il Taraful Haiducilor si è fatto conoscere al di fuori dalla Romania grazie soprattutto all'etnomusicologo svizzero Laurent Aubert e, in seguito, ai due musicisti belgi Stéphane Karo e Michel Winter. Questi ultimi, improvvisatisi manager, hanno organizzato tournées del gruppo rendendolo celebre soprattutto nei paesi di lingua francese; per questo, internazionalmente, il gruppo è noto con una denominazione francesizzante, il Taraf de Haïdouks. Ciononostante, tutti i componenti del gruppo continuano a vivere un vita semplicissima nel paese di Clejani. Nicolae Neacşu (detto “Culai”) è morto nel 2002; come leader del gruppo gli è subentrato il suo allievo Gheorghe Anghel (detto “Caliu”).

La Balada Conducătorului fa parte del primo album registrato dal Taraf nel 1991 presso Crammed Discs, intitolato assai etnomusicologicamente (in francese) Musique des Tziganes de Roumanie. Nel 1993, il brano è entrato nella colonna sonora del film di Tony Gatlif Latcho Drom (suonato e cantato direttamente da Nicolae Neacşu). Si tratta di una potente ballata che descrive, da un lato, le condizioni di vita durante la dittatura di Ceauşescu (una dittatura stalinista che, è bene ricordare, ad un certo punto fu pesantemente influenzata anche dalla “filosofia” Juche del norcoreano Kim Il-sung) e, dall'altro, gli avvenimenti della rivoluzione del dicembre 1989 che portò alla cacciata, alla fuga, alla cattura ed all'esecuzione capitale di Ceauşescu e della moglie Elena Petrescu. Il tutto in una forma popolare, molto semplice, “parlata”. Il termine conducător del titolo è stato lasciato tale e quale nella traduzione italiana. E' un termine che ha una valenza storicamente troppo precisa, nella cultura romena, per essere tradotto; vale come “Duce” in italiano (con cui, peraltro, condivide anche l'etimologia latina) e “Führer” in tedesco. “Guida”. Tra le poche parole romene universalmente note (ma spesso scambiata per o trasformata in una parola spagnoleggiante: “el conducator”, o “conducador” addirittura), fu utilizzata dal dittatore parafascista Antonescu a perfetta imitazione delle omologhe parole italiane e tedesche (Antonescu fu fucilato il 1° giugno 1946 assieme ad altri gerarchi del suo regime). Che venga utilizzata anche per Ceauşescu (che, peraltro, non la utilizzò mai per sé, proprio per evitare ricorsi storici) significa stabilire una precisa identità di oppressione e di totalitarismo personale, al di là delle presupposte “differenze” tra i due regimi. [RV]

Nota. Tutto questo tenendo conto della particolare “avventura testuale” che riguarda questo brano. Debbo la sua conoscenza ad una pagina di Chants de Lutte, sito francese di canti di lotta e di rivoluzione; ma, nella pagina in questione, non sono presenti né il testo originale della canzone, né una sua traduzione (per la quale l'amministratore del sito fa appello “aux lecteurs avisés”). Forse tutto questo può essere dovuto anche ad un errore ortografico nel titolo; con il titolo corretto, è stato reperito un testo incompleto della canzone, anch'esso, peraltro, gravato da errori ortografici e dall'oramai consolidata tendenza a scrivere il romeno, in rete, senza i diacritici (il romeno è avviato oramai all'autodistruzione ortografica). Tutto è stato, per quanto possibile, ripristinato. Dalle registrazioni in video del brano appare chiaro che manca una parte abbastanza consistente del testo; la quale appare da una traduzione inglese assai “alla buona” presente in un forum. Ho quindi pensato comunque (senza riprodurre la traduzione inglese, che è veramente impresentabile) di integrare la parte mancante nella traduzione italiana). Purtroppo non mi è stato possibile trascrivere all'ascolto tale parte mancante nel testo originale; faccio appello ad eventuali lettori romeni di questo sito per integrarla. [RV]
Mai foaie verde, foi ca mărul
Mai Ceauşescu criminalul
Ala ne-a mâncat amarul
Ceauşescu Nicolae
Ne-a ars ţara în văpaie

Ne-a luat hrana şi căldura
Şi la urmă şi lumina
Se mirase toată lumea
Luase hrana şi căldura
Şi la urmă şi lumina

Mai se mirase toată lumea
Mai luase hrana şi căldura
Şi la urmă şi lumina
Şi la urmă şi lumina

Mai când era ploaie şi vânt
Când ne scotea la “meting”
Şi ne scotea din uzină,
Fără ţigări, fără pâine
Fără ţigări, fără pâine

Şi-o foiţă, foi de foi
Şi-n ziua de 22
A venit vremea-napoi
Să trăim, frate, şi noi

Şi-o foiţă, foaie lată
Ca să trăim în dreptate
Să trăim în libertate
Să trăim în libertate

Foaie verde-o viorea
Acolo-n Timişoara,
Acolo-n Timişoara
Mare jale ca era

Iar studenţii ce-mi facea
Sloganele în mână lua
Şi pe străzi, frate, pleca
Şi pe străzi, frate, pleca
[...]
Jos cu dictatoria
Jos cu dictatoria

[...]

Contributed by Riccardo Venturi - 2020/9/17 - 13:47



Language: Italian

Traduzione italiana / Italian translation / Traduction italienne / Italiankielinen käännös:
Riccardo Venturi, Piacenza 17-9-2020 15:41


Dal film documentario Latcho Drom (1993) di Tony Gatlif


Nota. Come preannunciato nell'introduzione, la traduzione diretta dal romeno della parte testuale disponibile è stata integrata con le parti mancanti provenienti da questa traduzione inglese di massima, indicate tra [parentesi quadre e in corsivo].
Ballata del “Conducător”

Foglia verde, foglie come il melo,
Ceauşescu, quel criminale
Ahi, ci ha fatto mangiare amaro
Ceauşescu Nicolae [1]
Ci ha bruciato e incendiato

Ci ha preso il nutrimento e il calore
E infine anche la luce
Tutti quanti si meravigliavano
Si era preso il nutrimento e il calore
E infine anche la luce

Tutti quanti si meravigliavano
Si era preso il nutrimento e il calore
E infine anche la luce
E infine anche la luce

Quando pioveva e tirava vento
Ci tirava fuori per il “meeting” [2]
Ci faceva uscire dalla fabbrica
Senza sigarette, senza pane
Senza sigarette, senza pane

E una fogliolina, foglie su foglie,
E il giorno 22 [3]
È tornato il tempo
Di vivere, fratello, anche noi

E una fogliolina, foglia larga,
Di vivere nella giustizia
Di vivere in libertà
Di vivere in libertà

Foglia verde, una viola
Laggiù a Timişoara,
Laggiù a Timişoara
Che gran dolore c'era

Ma gli studenti che facevano
Prendevano in mano gli slogan
E scendevano, fratello, nelle strade
E scendevano, fratello, nelle strade
[Andavano al Comitato Centrale,
Arrivarono al palazzo,
E gridavano dalla bocca:]

Abbasso la dittatura
Abbasso la dittatura

[Ceauşescu sparava sul suo popolo,
Riempiva gli ospedali,
Riempiva gli ospedali,
Ospedali pieni di feriti
E di persone maciullate dai proiettili,
Maciullate dai proiettili...

Ma che facevano gli studenti?
Prendevano le automobili,
Prendevano le automobili,
Andarono a Bucarest,
Entrarono in Drumul Taberei [4]
E dalle macchine gridavano:
“Andiamo, fratelli romeni,
A sbarazzarci dei pagani,
A sbarazzarci dei pagani!”
[1] Nella pronuncia “rustica” del testo si ha Ceauşescu Nicolaie. La pronuncia [je] è comunque diffusa, e prescritta anche nella lingua letteraria in certi casi.

[2] Le riunioni propagandistiche e di culto della personalità per Ceauşescu, la cui partecipazione era obbligatoria (non parteciparvi esponeva a gravi pericoli personali).

[3] Il 22 dicembre 1989, giorno in cui Ceauşescu fu rovesciato e fuggì da Bucarest in elicottero.

[4] Un viale di Bucarest.

2020/9/17 - 15:42




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