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[Hiroshima]

Francesco De Gregori
Language: Italian


Francesco De Gregori

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Hiroshima, 6 agosto 1945.
Hiroshima, 6 agosto 1945.


Questa è una canzone bellissima non pubblicata di Francesco De Gregori. Il titolo non si conosce, ma sarebbe possibile questo di "Hiroshima".

A splendid but still unpublished and unreleased Italian song by Francesco De Gregori. Even the title is unknown, but "Hiroshima" could do.
(Antonio Piccolo)

Per questa canzone proponiamo un esteso commento di Antonio Piccolo
“Questo qui è soltanto un trucco”,
disse il sogno al musicante.
“Qui le scelte sono poche,
e le strade sono tante”.

Ogni volta che mi volto,
la mia ombra è una conferma.
I miei passi che camminano
e la terra che sta ferma.

Le modelle di Hiroshima,
nude per il troppo vento,
camminavano nel vuoto.
L’imbarazzo ormai era spento.

E il pilota era tranquillo:
la virata era riuscita
e il torero sorrideva
e l’arena era infinita.

Ed il fiume cresceva
e le facce dei pesci
venivano a galla.
Ed il fiume cresceva
ed il sole scherzava
sull’acqua tranquilla.

Camminavo sopra il ponte.
Camminavo sopra il ponte.
Camminavo sopra il ponte
con le mani in mano e i sogni.

Camminavo sopra il ponte.
Camminavo sopra il ponte…

Contributed by Antonio Piccolo




Language: English

Versione inglese di Riccardo Venturi
English Version by Riccardo Venturi
5 agosto / August 5, 2005
[HIROSHIMA]

"It’s only a trick",
said the Dream to the Musician.
"There’s not much choice here
and there’s a lot of ways."

Everytime I turn back
my shadow’s a confirmation.
My steps I do walk with
and the Earth that stands still.

The models from Hiroshima
naked in the strong wind,
are walking in the empty space.
Troubles were over, then.

And the pilot was so quiet:
the turn had proved good
and the matador had a smile
and the arena had no end.

The river was growing stronger
and the fish came afloat
showing their faces.
The river was growing stronger
and the sun was kidding
over the calm water.

I was walking on the bridge.
I was walking on the bridge.
I was walking on the bridge
with my idle hands and my dreams.

I was walking on the bridge.
I was walking on the bridge…

2005/8/5 - 19:55




Language: French

Version française – HIROSHIMA – Marco valdo M.I. a – 2009
Chanson italienne – Hiroshima – Francesco De Gregori

C'est une très belle chanson non publiée de Francesco De Gregori. On ne lui connaît pas de titre, mais celui-ci « Hiroshima » conviendrait bien.
HIROSHIMA

« Ceci est seulement un maquillage »,
Dit le rêve au musicien.
« Ici il y a peu de choix,
Et tant de routes. »

Chaque fois que je me retourne,
Mon ombre me le confirme
Ce sont mes pas qui cheminent
Et la terre qui tourne.

À Hiroshima, les mannequins
Nues à cause du vent,
Marchaient sur le vent.
L'embarras désormais est éteint.

Et le pilote était tranquille
Le virage était parfait
Et le torero souriait
Et l'arène était infinie.

Et le fleuve croissait
Et les têtes des poissons
Dansaient par millions
Et le fleuve grossissait
Et le soleil fébrile
Jouait sur l'eau tranquille.

Je marchais sur le pont
Je marchais sur le pont
Je marchais sur le pont
Avec mes mains et mes rêves.

Je marchais sur le pont
Je marchais sur le pont

Contributed by Marco Valdo M.I. - 2009/12/1 - 15:03


COMMENTO ED ANALISI di Antonio Piccolo
tratto da "La storia siamo noi" di Antonio Piccolo, Bastogi editrice, 2007.

Antonio Piccolo, recentemente diplomato con il massimo dei voti al Liceo Classico "Antonio Genovesi" di Napoli, ha scritto per la maturità un'interessante tesina (poi diventata un libro) dove si analizzano i nessi fra l'opera del cantautore Francesco De Gregori e la Storia e, in particolare, i nessi di alcune canzoni della sua opera con alcuni periodi storici.

HIROSHIMA
di Antonio Piccolo

A causa della pubblicazione de "La Storia siamo noi" riportiamo solo l'inizio dell'analisi di Antonio

Il 6 agosto 1945 (ora locale: 8:16) l’Aeronautica Militare Statunitense lanciò la bomba atomica “Little Boy” sulla città giapponese di Hiroshima, provocando nell’immediato 140 mila morti, più altri 90 mila negli anni a seguire, per effetto delle radiazioni (a tutt’oggi il processo non si è fermato).

Il musicante, che è presumibilmente il protagonista e testimone della vicenda, vede in sogno il disastro di Hiroshima. “Il sogno” non può che spiegargli una realtà terribile: “le scelte sono poche” per gli uomini, che non fanno altro che provocare morte, sfacelo, distruzione. In compenso, però, “le strade” per fare il male “sono tante”. E, come Virgilio mostra a Dante le pene dell’inferno, così “il sogno” mostra al musicante (De Gregori?) l’inferno della bomba atomica, che “è soltanto un trucco”, uno dei tanti che l’uomo è capace di escogitare.

Il musicante - tornato sulla terra - non sa spiegare e, allora, non fa altro che raccontare a noi, senza riuscire a raccapezzarsi, tant’è vero che si volta in continuazione per capacitarsi dello scempio della bomba (“ogni volta che mi volto”). Il brano, dalla seconda strofa in poi, è come una “Guernica” in canzone, dove De Gregori sta solo a fotografare, raccontare, fermare l’immagine.

[...]

2006/9/1 - 13:53


Chissa' perche' De Gregori non la pubblico'.

No comment - 2006/8/29 - 12:38




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