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Genjer-genjer

Muhammad Arief
Language: Osing


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Bing Slamet: Genjer-genjer, 1965


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[1953]
Parole e musica / Lyrics and music / Paroles et musique / Sanat ja sävel: Muhammad Arief
1. Bing Slamet (Ahmad Syech Albar, 1927-1974), 1965
Album / Albumi: Mari Bersuka Ria dengan Irama Lenso
2. Lilis Suryani (1948-2007), 1965
Album / Albumi: ...la Tetap Diatas!!



Almeno all'inizio, questa è la storia di una pianta. Sì: di una pianta, di un vegetale che cresce dalla terra. Il suo nome tassonomico è Limnocharis flava. Propriamente è originaria dell'America Latina (Messico, America Centrale, Cuba, Haiti, parti del Sudamerica); ma si è ambientata particolarmente bene anche nell'Asia meridionale e insulare. Appartiene al genere delle Alismatacee, ed è nota come “Lattuga Sawah”. Si tratta di una pianticella di una cinquantina di centimetri, che cresce in cespi. Lo stelo è cavo, e presenta foglie vagamente triangolari con infiorescenze molto caratteristiche che producono fiori trilobati dal diametro di circa 1,50 cm. Non è propriamente una pianta acquatica, anche se predilige terreni con acqua bassa e stagnante, in aree paludose. Talvolta invade le risaie.

Nelle Filippine, nel Sud-est asiatico (Vietnam, Laos, Thailandia), in India e, soprattutto, in Indonesia, la “Lattuga Sawah” è una comune pianta commestibile: lo stelo centrale (quello che reca l'infiorescenza) e le foglie si usano per preparare zuppe, curries e le tipiche “fritture al salto” asiatiche (nel wok, con olio caldissimo). Se ne mangiano anche i germogli e, in alcuni casi, persino i fiori. Nonostante tutti questi usi, la “Lattuga Sawah”, come dire, sa di poco: ha un gusto piuttosto scipito, non pronunciato, e in generale è considerata cibo da povera gente, oppure addirittura “di emergenza” in situazioni difficili. Come, ad esempio, l'occupazione giapponese dell'isola di Giava durante la II guerra mondiale: un'occupazione durissima, che costrinse la popolazione affamata a cibarsi, appunto, di quel che si trovava. E di Limnocharis flava se ne trovava parecchia.

Sulla grande isola di Giava, nella sua parte orientale, vive il popolo Osing. Un'antica comunità di circa trecentomila persone, originariamente di fede induista ma poi convertitasi in massa all'Islam; parlano una forma particolare di giavanese, noto come lingua Banyuwangi. Nel 1942, in piena occupazione giapponese, gli Osing erano, come tutti, alla fame: e la povera lattuga selvatica rappresentava quasi l'unica fonte di sostentamento disponibile in abbondanza. I giavanesi, in genere, la chiamano enthongan, che vuol dire “cucchiaio”; in effetti, le foglie possono ricordare un po' un cucchiaio. Gli Osing, però, la chiamano genjer (o gendjer).

All'inizio del XX secolo, il genjer (così verrà chiamata, d'ora in poi, la pianta) non veniva considerato adatto per il consumo umano: è sì commestibile, ma non sa veramente di nulla. Un “mangiare da poveracci”, come si diceva prima. In generale, quando non si aveva altro, lo si friggeva al salto oppure veniva consumato in insalata con urap e una spolverata di cocco grattugiato. Nella parte centrale di Giava, veniva servito a volte con riso bianco e salsa di noccioline pecel. La maggior parte dei giavanesi, però, lo consideravano foraggio per il bestiame. Durante l'occupazione giapponese, come è immaginabile, tutto cambiò: la situazione alimentare era disperata, e le popolazioni dovettero adattarsi a mangiare di tutto, incluso il genjer. Presso gli Osing, il genjer veniva consumato come una specie di contorno assieme al gatotkaca (vale a dire la cassava, quando si trovava), e all'anjasmara. L'anjasmara era tutto quel che avanzava dai pasti precedenti, un miscuglio messo a seccare al sole e poi ricotto. Non di rado il tutto veniva accompagnato da gustosi lumaconi grigliati. La fame, è fame; e la guerra, è guerra.

Il povero genjer divenne così popolare, che su di lui venne composta addirittura una canzone da un musicista locale. Si chiamava Muhammad Arief, e certo non immaginava quel che il destino avrebbe riservato alla sua canzoncina almeno apparentemente innocente, e a lui stesso. Parlava, infatti, del genjer che cresce dovunque, delle mamme e dai bambini che vanno a raccoglierlo e portarlo al mercato, di altre mamme che lo comprano per un soldino, e del modo di prepararlo. In realtà, la canzoncina voleva anche parlare della povera gente, di quel che era costretta a mangiare e di come si arrangiava per mettere insieme il pranzo con la cena. L'innocua canzoncina di Muhammad Arief, insomma, divenne ben presto una sorta di “canzone di resistenza”, aiutata sicuramente dal suo ritmo ballabile e dal fatto che gli occupanti giapponesi non capivano assolutamente nulla in una lingua che gli stessi giavanesi capiscono poco.

Fu così che, passata la guerra, la canzone di Muhammad Arief, Genjer-genjer (in lingua Banyuwangi, come in tutte le lingue malesi e indonesiane, il plurale si forma semplicemente raddoppiando la parola: orang “uomo”, orang-orang “uomini”; tant'è vero che si può anche scrivere orang2) divenne una canzone di resistenza, e di lotta. Non si può, del resto, stupirsene: anche in Italia, una canzone che, durante la guerra, avesse parlato di fame e di cipolle lessate sarebbe stata guardata con parecchio sospetto, e percepita come sovversiva. Genjer-genjer, in pratica, divenne un simbolo di sofferenza e oppressione. Nei primi anni '60 divenne popolarissima in tutta la vasta Indonesia; tant'è che il Partito Comunista Indonesiano (Parti Komunis Indonesia, PKI) decise di farne un emblema delle proprie visioni politiche e della propria lotta ideologica, divenendone praticamente l'inno. Contemporaneamente, il partito rivale del PKI, vale a dire il Partito Nazionalista Indonesiano (Parti Nasionalis Indonesia, PNI), rispondeva con la sua canzone-inno, intitolata Turi-turi putih (“Fiori bianchi”). Dell'originale di Genjer-genjer in lingua Banyuwangi, o Osing, vennero approntate versioni in “Bahasa Indonesia” (la lingua nazionale, adattata dal malese) e in decine di altre lingue e dialetti.

La storia, sembra, andò così. Secondo il letterato Hersri Setiawan, allora membro dell'”Istituto Culturale Popolare” (Lekra) del Partito Comunista Indonesiano, nel dicembre 1962 degli intellettuali e letterati di varie organizzazioni erano stati invitati a Denpasar, sull'isola di Bali, per una riunione del Comitato Esecutivo dell'Asia-Africa Author's Bureau. Oltre ai rappresentanti del Lekra, c'erano anche quelli dell'Associazione Musulmana Indonesiana per l'Arte e la Cultura (Lesbumi). Della delegazione comunista del Lekra faceva parte anche Ananta Toer, che sarebbe in seguito divenuto il prigioniero politico più celebre dell'intera Indonesia, nonché uno degli autori contemporanei indonesiani più celebrati). Prima di attraversare il canale che separa Giava da Bali, la delegazione del Lekra si fermò nella città di Banyuwangi, all'estremità orientale di Giava, abitata dagli Osing.

A Banyuwangi, la delegazione fu ricevuta calorosamente dalla sezione locale del Lekra; di essa faceva parte anche Muhammad Arief, vale a dire colui che, una ventina d'anni prima, durante l'occupazione giapponese, aveva scritto la canzoncina sulla lattuga genjer. Muhammad Arief aveva portato con sé alcune donne in costumi tradizionali Osing, che avevano interpretato delle canzoni accompagnate da un'orchestrina. Il programma musicale fu aperto e chiuso dalla canzone Genjer-genjer, che colpì subito la delegazione proveniente da Giacarta; subito Hersri Setiawan cominciò a chiedere notizie sulla canzone al suo autore, mentre un altro membro della delegazione comunista, Njoto, che era anche un musicista di vaglia, ipotizzò profeticamente che, un giorno, quella canzoncina sarebbe diventata un simbolo per l'intera nazione indonesiana.

Njoto aveva profetizzato correttamente. Solo un anno dopo, il Partito Comunista Indonesiano la aveva fatta propria. Ma non solo: la canzone era diventata popolarissima dappertutto. La si sentiva ovunque anche nella capitale, veniva trasmessa di continuo alla radio e alla televisione e Bing Slamet, un notissimo cantante dell'epoca, ne aveva inciso una versione vendendone migliaia di dischi; lo stesso avvenne per la versione, incisa nello stesso anno, della cantante Lilis Suryani. Venne creato persino un ballo ispirato alla canzone: il genjer-genjer veniva spesso messo in scena da un gruppo teatrale e coreografico, i Paduan Suara Gembira (“Armonia Felice”). Nel 1965, in occasione del decimo anniversario della famosa conferenza di Bandung del 1955 (Bandung è pure in Indonesia, e vi venne praticamente fondato il famoso “Movimento degli Stati Non Allineati”), sia la canzone che il ballo vennero presentati agli ospiti internazionali, tra i quali molte figure di estrema rilevanza come il maresciallo Tito.

Tutto questo ebbe una fine tragica e terribile. Poco tempo dopo, il 30 settembre 1965, sei generali e un ufficiale dell'esercito indonesiano furono rapiti e massacrati a Giacarta. Tuttora non si sa bene che cosa accadde esattamente; ma il Partito Nazionalista Indonesiano, quello che cantava di Bianchi Fiori (anche la DC italiana aveva come proprio inno il famoso “Biancofiore”....), che aveva una fortissima fazione tra le forze armate, ne approfittò immediatamente per accusare il PKI di essere responsabile del massacro di stare organizzando un colpo di stato contro il presidente Sukarno. Prese il potere uno dei principali macellai del Secolo Breve, il generale Suharto. Uno che meriterebbe di essere ricordato accanto a Hitler, a Stalin, a Pol Pot, a Amin Dada, a Macías Nguema, a Pinochet, a Videla e compagni; stranamente, però, di questo generale non si parla quasi mai. Preso il potere per “ripristinare la legge e l'ordine” (naturalmente), gettò tutta l'Indonesia nel terrore col dichiarato intento di sterminare i comunisti e la sinistra tutta. Il risultato, e va detto dopo la “giornata della memoria” del 27 gennaio, fu circa un milione di morti, e centinaia di migliaia di prigionieri politici. Nel frattempo, la “libera stampa” di regime tirava fuori storie sul fatto che i sei generali e l'ufficiale erano stati rapiti ed uccisi dal Gerwani, il Movimento delle Donne Indonesiane di sinistra, e dal Premuda Rakyat (il movimento giovanile del PKI). I “liberi giornali” scrivevano che i generali erano stati torturati e massacrati mentre “cento donne danzavano nude”, compiendo atti sessuali e danzando e cantando indovinate cosa? Ma Genjer-genjer, naturalmente. In questa sorta di ballo rituale demoniaco-comunista, le donne venivano persino accusate di aver tagliuzzato le vittime con delle lamette, succhiato il sangue, castrato i militari e di aver loro cavato gli occhi, mentre i loro compagni maschi li crivellavano di pallottole per poi gettarne i resti in un pozzo.

Tutto questo, naturalmente, fu utilizzato per annientare tutti e tutto ciò che avesse a che fare con il Partito Comunista Indonesiano. Uno sterminio di massa, accompagnato dalla distruzione di tutti gli edifici e delle organizzazioni afferenti al PKI, e di tutto il suo patrimonio culturale. Di questo rimase vittima anche la canzone Genjer-genjer, la canzoncina che parlava della lattuga, della Limnocharis flava. Sulla scena del “massacro rituale” inventato dai giornali di regime, si diceva fossero stati ritrovati importantissimi documenti sovversivi dell'ordine costituito: libri di musica e opuscoli contenenti canzoni di protesta. L'autore della canzone, Muhammad Arief, fu preso e passato per le armi. La canzone fu severamente proibita: chiunque la cantasse era passibile di arresto immediato. E rimase proibita per tutti e 32 gli anni che durò il regime dittatoriale di Suharto.

Nel corso degli anni, la canzone aveva reso popolare anche la sua pianta, la lattuga genjer. Non più “cibo da poveracci”, in tutta Giava era divenuta assai popolare. Con il regime di Suharto, cadde di nuovo in disgrazia. Gli indonesiani avevano paura che mangiare, e persino solo assaggiare il genjer potesse farli dichiarare simpatizzanti comunisti, con tutto ciò che comportava. Di converso, il genjer ridivenne un simbolo di resistenza. Chi ancora lo raccoglieva e lo mangiava perché cresceva libero ed era un cibo di nessuna spesa, lo faceva in segreto. Tutto questo durò fino al 21 maggio 1998, il giorno delle dimissioni di Suharto e il suo abbandono del potere. Suharto è morto il 27 gennaio 2008 e non riposi in pace.

Potrà apparire curioso che la caduta di un dittatore abbia rappresentato la liberazione non solo per un popolo intero, ma anche per una piccola pianta commestibile e per una canzone. Dal 1998, a Giava e in tutta l'Indonesia, la raccolta e il consumo del genjer sono liberi. La canzone può essere cantata e eseguita liberamente; ma per tutti gli indonesiani sia la lattuga che la canzone hanno, forzatamente, un sapore particolare. Anche se ora si può trovarle nei libri di cucina e nei CD. Anche se ora si vende persino al supermercato.
Genjer-genjer nong kedokan pating keleler
Genjer-genjer nong kedokan pating keleler
Emake thulik teka-teka mbubuti genjer
Emake thulik teka-teka mbubuti genjer
Ulih sak tenong mungkur sedhot sing tulih-tulih
Genjer-genjer saiki wis digawa mulih

Genjer-genjer isuk-isuk didol ning pasar
Genjer-genjer isuk-isuk didol ning pasar
Dijejer-jejer diuntingi padha didhasar
Dijejer-jejer diuntingi padha didhasar
Emake jebeng padha tuku nggawa welasah
Genjer-genjer saiki wis arep diolah

Genjer-genjer mlebu kendhil wedang gemulak
Genjer-genjer mlebu kendhil wedang gemulak
Setengah mateng dientas ya dienggo iwak
Setengah mateng dientas ya dienggo iwak
Sego sak piring sambel jeruk ring pelanca
Genjer-genjer dipangan musuhe sega

Contributed by Riccardo Venturi - 2020/1/28 - 12:02




Language: English

English translation / Traduzione inglese/ Traduction anglaise / Englanninkielinen käännös
GENJER-GENJER

Genjer-genjer is all over the land
Genjer-genjer is spread out upon the ground
Mothers of children come to gather genjer
Mothers of children come to gather genjer
A basket full of choice young shoots
Genjer-genjer is now carried home

Genjer-genjer in the early morning carried to market
Genjer-genjer in the early morning carried to market
Arranged in rows tied up and sold
Arranged in rows tied up and sold
Jebeng’s mother buys genjer and puts it into a bag
Now the Genjer-genjer will be cooked

Genjer-genjer into the cooking pot of boiling water
Genjer-genjer into the cooking pot of boiling water
Half cooked, drained and served up
Half cooked, drained and served up
A plate of rice with peanut sauce while sitting on the bamboo bedframe
Genjer-genjer is eaten with its enemy, rice

Contributed by Riccardo Venturi - 2020/1/28 - 15:19




Language: Indonesian

Indonesian (Bahasa Indonesia) translation / Traduzione indonesiana (Bahasa Indonesia) / Traduction indonésienne (Bahasa Indonesia) / Indonesiankielinen käännös (Bahasa Indonesiaan) : id.wikipedia : Genjer-genjer
GENJER-GENJER

Genjer-genjer di petak sawah berhamparan
Genjer-genjer di petak sawah berhamparan
Ibu si bocah datang mencabuti genjer
Ibu si bocah datang mencabuti genjer
Dapat sebakul dia berpaling begitu saja tanpa melihat
Genjer-genjer sekarang sudah dibawa pulang

Genjer-genjer pagi-pagi dijual ke pasar
Genjer-genjer pagi-pagi dijual ke pasar
Ditata berjajar diikat dijajakan
Ditata berjajar diikat dijajakan
Ibu si gadis membeli genjer sambil membawa wadah-anyaman-bambu
Genjer-genjer sekarang akan dimasak

Genjer-genjer masuk periuk air mendidih
Genjer-genjer masuk periuk air mendidih
Setengah matang ditiriskan untuk lauk
Setengah matang ditiriskan untuk lauk
Nasi sepiring sambal jeruk di dipan
Genjer-genjer dimakan bersama nasi

Contributed by Riccardo Venturi - 2020/1/28 - 15:22




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