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Celebravamo cantori anonimi

Rocco Rosignoli
Lingua: Italiano


Rocco Rosignoli


Celebravamo cantori anonimi
cantandone le musiche
secondo l’uso antico dei poveri
di non arrendersi

Cercammo un posto dove nasconderci
per essere più liberi
ma nella storia non ci fu anfratto che
potesse accoglierci

Eppure senza memoria cantavano
le voci che lottavano
per l’emancipazione dell’anima
dalla sua povertà

Moti ideali e vendette ataviche
bruciavano negli animi
con le parole a volte retoriche
ma che squarcian la realtà

Le teste coronate cadevano
ai margini del secolo,
Gavrilo aveva il nome di un angelo
ma il principe ammazzò.

Torrenti umani al Carso morivano,
nel fango si gelavano,
maledicendo i luoghi e i carnefici
in ogni canto che restò

Poi marciar lungo i crinali m’immagino
quei tanti che s’opposero
alla brutal rinascita italica
cantandone il dolor

Rivoluzione come un miracolo
la fine di ogni spasimo
non ci sarebbe stato più un suddito
tiranno o dittator

E riecheggiavan dentro la fabbrica
le rime di quell'epoca
quando le nuove lotte chiedevano
lavoro e libertà

E ora siam senza voce e ci tacciano
di non capir le regole
di un gioco che punisce il più debole
e che non ci premierà

Vittime nel contempo carnefici
dai palpiti sintetici,
stretti alle narrazioni molteplici
che plasman la realtà.

Cediamo all'odio verso i più poveri
e cronache ingannevoli
raccontano di un'unica libertà
venduta in cellophane

Ma anche se la speranza di vincere
non esce e non sa spingere,
continueremo sempre a sorridere
finché un canto s'alzerà.

Ma anche se la speranza di vincere
non esce e non sa spingere,
continuerò a lottare e a sorridere
finché un canto s'alzerà
finché un canto s'alzerà
finché un canto s'alzerà.



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