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Manonera

Marco Cantini
Langue: italien


Marco Cantini


Dicono che verso la fine di un novembre tornò
Senza tre dita di una mano
Senza mezzo piede
Senza nemmeno più il suo mestiere
quello di giovane falegname
spedito in Russia con gli altri a morire
Quando il padrone prese la decisione
in villeggiatura a Riccione

Filomena gli fece un guanto di maglia nera
Per lasciare fuori le due dita sane
E di una vita quel che rimane
Dopo quegli anni di prigionia
Asia Siberia e il colore giallastro di malattia

E lo chiamava Manonera la gente del quartiere
tutti il reduce del Don a festeggiare,
Con la sua umiliazione tra le tante
di non saper più bere
Perché il vino non fu per lui mai un vizio
Per lui fu sempre un piacere.

Dicono che come un fantasma un novembre arrivò
Nel cuore un truce ricordo di gelo e cancrena
Di scarpe dure di sete e di pena
A mendicare un po' di compagnia
nell'abitudine di un'osteria
Lo stesso tavolo, un solo bicchiere
Lo stesso identico amaro sapore

Si presentò con la stampella e un cappotto tedesco
Disse che al posto della decima mai avuta
Gli avevan dato 1500 lire
che a lui dovettero sembrare un capitale
Per poi vederle esaurire
Dal Brennero al quartiere

C'è chi ricorda Manonera tra la gente nelle sere
quando quel reduce del Don vide tornare
con la sua umiliazione tra le tante
di non saper più bere
Perché il vino non fu per lui mai un vizio
Per lui fu sempre un piacere.



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