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Francesco Pelosi
Language: Italian


Francesco Pelosi


Tra le fiamme che bruciarono Gherardo Segalello
Persi le forze mie, persi l’ingegno.
Nel sangue che di monte Rubello fece un mare
La morte m’è venuta a visitare.

Persi l’intento, persi anche il fiato
nel 1300 sulla piazza del mercato
Persi l’amore che al mondo mi teneva abbracciato
Persi i tuoi occhi nel giogo
Che sulle anime impone il peccato.

E si sentiva levarsi un canto
Maledizione sulle donne e gli uomini liberi
E sopra i secoli posarsi un manto
E il paradiso dei pezzenti fare discepoli.

Forza piangete mestissime madri
Coi mattoni della legge hanno alzato prigioni.
E siamo incatenati al par dei manigoldi
Alle pietre delle religioni che alzano bordelli.

Forza piangete nuovi arrivati,
dalle coste della loro storia vi hanno vomitati
piangi amore i giorni e il mistero
che volevamo vivere
ma già crescevamo servi del dolore
figli della separazione

E sentivamo levarsi il suo canto
Dentro l’odore di marcio dell’oro mischiato all’incenso
E le nostre voci a ripeterlo nel vento
E i nostri pugni e i nostri bastoni sul vostro convento
E le nostre voci a ripeterlo nel tempo
E i nostri pugni e i nostri bastoni come il vero tradimento.

Così sul fosco fin del secolo nascente
Intesi l’opra di Gherardo e della sua gente.
La terra è di chi l’ara, il pane di chi ne ha bisogno,
donne e uomini son pari, nostra patria è il mondo intero.

Così intesi la memoria di chi non trascrive
Di chi sopra i secoli non lascia scoria
Genti del popolo, genti più vive
Di voi son testimone
Di voi noi portiamo le carni straziate
L’amore, la morte, l’azione

Di voi noi portiamo le carni sul rogo
E che cenere sia da concime.



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