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Tra l'altro

Carlo Valente
Language: Italian


Carlo Valente


Tra l’altro sono stanco, non sento neanche più il dolore,
vorrei baciarvi uno ad uno se riuscissi quantomeno a respirare.

Vi colgo di sorpresa se vi parlo di perdono,
anche perché non esiste peggiore offesa, credo,
nel chiamarvi a tutti “uomo”.

Chiamarvi uomini è un reato ok,
uccidetemi per questo,
pestatemi di nuovo adesso avete un buon pretesto.

Ho l’amaro in bocca per il sangue,
per questi miei vent’anni da buttare.
Ho gli occhi chiusi per vergogna,
per la vostra assurda libertà di poter sempre sbagliare.
E conciati in questo modo poi sembrate veri fuorilegge,
ma non è mica carnevale e la scusa del “corpo dello stato” dai,
lo sapete che non regge.

Ma sono stato fortunato, ci ho messo un attimo a morire,
voi la vita l’avete già venduta a un’uniforme,
prima o poi da seppellire.

Ma ciò che mi fa più terrore è l’anoressia delle vostre menti,
l’avidità dei vostri cuori e quella lingua in mezzo ai denti.
Quei denti marci che hanno un prezzo,
mentre voi bocche cucite ci avete imposta anche una tassa su queste nostre
democratiche ferite.

E i vostri sguardi così duri, fanno solo pena a questo mondo, ripeto,
c’è chi muore da una vita,
io non ho smesso di sorridere un secondo.

Io mi tengo i miei lividi
Voi le scuse più inutili
Ho trovato la mia armonia, tra la strada e le nuvole.

Quando tornerete a casa ed armerete di nuovo le vostre tristezze,
sappiate dire almeno ai vostri figli
che si può morire
di ben altre carezze.

Ma chissà quante altre luci
Con la forza avrete spento
Signori…io rimango fuori, per non morire dentro.

A Federico Aldrovandi.



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