Language   

Bataclan

Massimo Priviero
Language: Italian


Massimo Priviero


[2017]
All'Italia




Un album che parla di emigrazione, un vero e proprio concept-album che omaggia storie di vita degli Italiani di ieri e di oggi, parlando di rinascita, di rinnovamento, di forza.

E’ una ipotetica mail che Valeria Solesin, giovane vittima innocente al Bataclan, scrive alla madre. Nulla della canzone è triste. Viceversa, c’è l’infinita tenerezza tra una madre e una figlia che fa un rapido quadro della propria giornata a Parigi. Nessun attentato è ancora compiuto, nessuna tragedia che il destino può far trovare dietro ad un angolo nel tempo che viviamo oggi, è ancora accaduta. Solo la dolcezza di chi si rivolge verso la propria mamma sorridendo ed evocando la propria infanzia ed il proprio legame. Infanzia di ieri che è diventata la vita adulta di una giovane donna italiana in una grande città europea.

Accadde una sera di metà novembre. E avevo un concerto giusto il giorno dopo che, diversamente da quel che accadde per il novanta per cento dei casi, decisi di non annullare. Mi portai a casa l’emozione fragile e commossa di quella sera mentre cuore e testa continuavano a girare intorno all’attentato che c’era stato a Parigi. Parigi dolcissima. Carica di ricordi splendidi dei miei vent’anni quando ad esempio più volte mi era capitato di andarci e di mantenere i miei viaggi a prezzo ridotto suonando a qualche fermata di metropolitana. Avevo vissuto quel mio tempo come un giovane musicista di strada che riempiva i suoi quaderni di appunti, di pensieri, finanche di frammenti poetici che provavo a tradurre mettendo insieme le prime mappe della mia esistenza. Dopo l’attentato, mi ritrovai a scrivere questa canzone quasi inevitabilmente e in modo del tutto naturale. Tuttavia non volevo che scoppiasse alcuna bomba. Mi sembrava stupido che questo accadesse quanto mi arrivava inutile una qualsiasi condanna che potevi facilmente fare riferendoti a un qualche criminale suicida. La dolcezza di un sentimento doveva vincere su qualsiasi morte, anche la più terribile, anche la più ingiusta. Vidi in televisione i genitori di Valeria, li sentii parlare della figlia con una nobiltà e con una serenità che mi commosse come poche volte mi era accaduto. Pensai che nessun accadimento avrebbe mai potuto vincere simile nobiltà. Pensai a quanto imbattibile è l’amore che lega una madre ad un figlio. Dunque della bomba non mi importava proprio più niente come non mi importava niente considerare quali mai potessero essere le misure giuste da prendere per fermare dei pazzi criminali. Non avevo conoscenza al riguardo. A quali potessero essere i modi migliori per arginare certe cose ci avrebbe pensato chi era preposto a farlo, inevitabilmente sbagliando come spesso i fatti hanno dimostrato. Tuttavia, amor vincit omnia è stato scritto. Oh, non mi riferisco all’amore da dare al fratello che ti spara in fronte, non credo neppure che sarei capace di farlo. Intendo ancora l’amore che nessuna morte può uccidere finché solo un frammento di questo potrà sopravvivere fors’anche in un angolo di memoria. Così pensando scrissi questo dialogo leggero tra Valeria e la sua mamma, così pensando mi venne di provare a fissare un sorriso bellissimo di una giovane donna partita senza paura per giocarsi le proprie carte di vita lungo un boulevard. Credo davvero che, in qualche modo, questa giovane vita non sia finita in una sera dentro ad un locale di Parigi. Immagino che questa continui, come se fosse stata fatta propria da tante altre giovani vite che si muovono per gli stessi boulevard in modo simile al suo. Un modo forte, bellissimo, cari- co di sole e desideroso in qualche misura di stringere la mano di chi si muove vicino a te. No, non credo affatto che la vita di Valeria Solesin sia finita una sera a Parigi in un locale chiamato Bataclan.
Massimo Priviero

Ciao mamma cara ti scrivo due righe
Guarda dentro la posta e le troverai
Scusa per prima ti ho risposto di corsa
Ero nei miei casini ma so’ che mi capirai
Comunque qui tutto bene e non mi manca niente
Lavoro e studio e vedo un sacco di gente
Parigi è dolcissima ma Venezia è magia
Io qui son felice bene ma non è casa mia
E tu lo sai lo sai lo sai
Che io sto bene anche da sola
E tu lo sai lo sai lo sai
Da quando mi portavi a scuola
E tu lo sai lo sai lo sai
Perché mi prendi in giro ancora
Quando ti dico “ io non ho paura mai”
Sai mamma cara ti devo dir grazie
Per aver detto vai perché sono qua
Sai che ho la testa dura e anima da migrante
Che non riesce a star ferma ma è sempre un passo più in là
E non ho mai tutto il tempo per fare ciò che dovrei
Per aiutare chi al mondo non ha quel che vorrei
Faccio del mio meglio ci provo sempre di più
So che se fossi qua lo faresti anche tu
E tu lo sai lo sai lo sai
Che io sto bene anche da sola
E tu lo sai lo sai lo sai
Da quando mi portavi a scuola
E tu lo sai lo sai lo sai
Perché mi prendi in giro ancora
Quando ti dico non c’è da aver paura
mai Ok mamma cara baci dalla tua Valeria
Dovrei già esser fuori ma sono ancora qui
Ti chiamo domani che adesso vado a un concerto
Ho tutti i miei amici che mi aspettano lì
Stacco un po’ la spina che certo male non fa
E faccio un po’ di festa fino a quando mi va’
Stasera voglio star bene e stare in mezzo al bacan (*)
Vado in un bel locale si chiama Bataclan

(*) bacan, in veneto baccano

Contributed by dq82 - 2017/9/21 - 12:16




Main Page

Please report any error in lyrics or commentaries to antiwarsongs@gmail.com

Note for non-Italian users: Sorry, though the interface of this website is translated into English, most commentaries and biographies are in Italian and/or in other languages like French, German, Spanish, Russian etc.




hosted by inventati.org