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L'altro sono io

Erica Boschiero
Language: Italian


Erica Boschiero

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La memoria dell'acqua
(Erica Boschiero)
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(Gianni Siviero)
Yasmina
(Erica Boschiero)


2016

Canzone realizzata durante i laboratori di cittadinanza tenuti dalla cantautrice Erica Boschiero in 12 scuole dell’Alto Friuli nella primavera 2016
Scopo del laboratorio era quello di riflettere ed approfondire i temi della diversità, del pregiudizio, delle minoranze
Ciascun gruppo ha rilevato stereotipi e pregiudizi relativi ad un particolare gruppo emarginato, e approfondito i reali vissuti degli appartenenti a tale gruppo

Musica di Erica Boschiero
Testo realizzato con gli alunni di:
Scuola primaria di Comeglians
Scuola primaria di Forni di Sopra
Scuola primaria di Osoppo
Scuola primaria di Tarvisio città
Scuola primaria di Tolmezzo-Betania
Scuola primaria di Tolmezzo-P. D.M. Turoldo
Scuola primaria di Ugovizza
Scuola primaria di Venzone
Scuola secondaria di primo grado di Arta Terme
Scuola secondaria di primo grado di Artegna
Scuola secondaria di primo grado di Gemona del Friuli
Scuola secondaria di primo grado di Moggio
E con la partecipazione straordinaria di Scuolamagia di Forni Avoltri
Coordinamento: Elena Mattiussi e Andrea Disint
Arrangiamento a cura di Edu Hebling
Con la partecipazione di Manuela Padoan
Registrazione, missaggio e mastering a cura di Luca Sammartin
Realizzato dalla Rete Sbilf, rete di scuole dell’Alto Friuli
nell’ambito del progetto Strade di Cittadinanza
finanziato con i Progetti Speciali dalla Regione Friuli Venezia Giulia 2015-2016
Dicono che sono strani, che hanno perso la ragione
Che son folli e osservano la vita da dietro un balcone
Stringono un pupazzo che da sempre è lì con loro
I matti fanno sogni e custodiscono un tesoro

puoi vederli lì, dormire dentro alla stazione
puoi pensare “quelli lì non sono più persone”
ma se poi ci parli ti daranno sguardi nuovi
per capire il mondo, il tempo e il senso che non trovi

Lui la vede lì sul marciapiede mezza nuda
Pensa scostumata, è una cosa vergognosa
Poi la vede piangere e per questo si avvicina
Lei, il suo corpo schiavo, mentre è ancora una bambina

Giù in paese c’è chi dice che son sporchi negri
Cibo a sbafo negli alberghi, sempre ai cellulari
Ma nessuno pensa a quelle notti in mezzo al mare
Stretti in un gommone col terror di naufragare

L'ALTRO SONO IO, GLI ALTRI SIAMO NOI
GUARDA GLI OCCHI MIEI, LI' CI TROVI I TUOI

Io lo so che Mario c'ha un macigno in fondo all'anima
versa ancora vino nel bicchiere e poi dimentica
ma se c'è qualcuno che i suoi occhi guarderà
Mario lascerà il bicchiere e il suo tormento se ne andrà

Tutti a dirgli “sei ciccione, smetti di mangiare
non ti vedi, sei un pallone, lasciami passare”
come giudicare un libro dalla copertina
sfoglia le sue pagine, comincia dalla prima

L'ALTRO SONO IO…

Ieri in piazza Duomo ho visto un uomo che insultava un gay
Vatti a confessare, mi fai schifo, guarda come sei
Per questo chi è diverso sta nascosto dentro sé
Per non sentirsi dire sei malato non sei come me

Tanti grandi pensano che non possiam capire
Perché siamo piccoli è meglio non parlare
Ma vogliamo poter dire quello che pensiamo
Di questo pianeta che vi sembra così strano

Contributed by dq82 - 2017/6/21 - 16:28



Language: French

Version française – L’AUTRE, C’EST MOI – Marco Valdo M.I. – 2017
Chanson italienne – L’altro sono io – Erica Boschiero – 2016



Chanson réalisée pendant les ateliers de citoyenneté tenus par la chantautrice Erica Boschiero dans 12 écoles de l’Alto Friuli (Haut Frioule) au printemps 2016
Le but de ces ateliers était de réfléchir aux thèmes de la diversité, du préjugé, des minorités et d’approfondir cette réflexion.
Chaque groupe a relevé des stéréotypes et des préjugés relatifs à un groupe particulier marginalisé, et approfondi les réels vécus par les membres de ce groupe.
L’AUTRE, C’EST MOI

On dit qu’ils sont étranges, qu’ils ont perdu la raison,
Qu’ils sont fols et qu’ils observent la vie derrière un balcon.
Ils serrent une poupée depuis toujours contre leurs corps ;
Les fous font des rêves et protègent un trésor.

On peut les voir là, dormir dans la gare ;
On peut penser « ceux-là ne sont plus des personnes »,
Mais si on leur parle, ils offrent de nouveaux regards
Pour comprendre le monde, le temps et le sens des choses.

On la voit là sur le trottoir à demi nue,
On pense, c’est une débauchée, quelle chose honteuse.
Ensuite, on la voit pleurer, on s’approche :
Elle, dans son corps esclave, est une enfant encore.

Au village, on dit que ce sont des sales nègres ;
Toujours à manger dans les auberges, toujours aux cellulaires,
Mais personne ne pense à ces nuits au milieu de la mer,
Tous sur un canot, serrés par la terreur du naufrage.

L’AUTRE, C’EST MOI ; NOUS, LES AUTRES.
REGARDE MES YEUX, LES TIENS S’Y TROUVENT.

Je le sais que Mario a un roc au fond de l’âme,
Il verse du vin dans son verre et puis, oublie,
Mais si on le regarde comme ça,
Mario laisse son tourment et son verre et s’en va.

Tous lui disent « Tu es gros, arrête de manger !
Tu ne te vois pas, tu es un ballon, laisse-moi passer ! ».
Comme pour juger un livre sur sa couverture,
Feuillette ses pages et commence à la première

L’AUTRE, C’EST MOI ; NOUS, LES AUTRES.
REGARDE MES YEUX, LES TIENS S’Y TROUVENT.

Hier place du Dôme, j’ai vu un homo qu’on insultait ;
On disait : Va te confesser, tu me dégoûtes, regarde comme tu es !
Voilà pourquoi il cache sa différence tout au fond de soi :
Pour ne pas s’entendre dire : tu es malade, tu n’es pas comme moi.

Tant de grands pensent que nous ne pouvons pas comprendre,
Que nous sommes petits et qu’il vaut mieux ne rien dire,
Mais nous voulons pouvoir dire ce qu’on pense,
De cette planète qui semble si étrange.

Contributed by Marco Valdo M.I. - 2017/6/28 - 21:47




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