Lingua   

A volte sono i nomi (dedicata a Peppino Impastato)

Fabrizio Canciani e Stefano Covri
Lingua: Italiano




A volte sono i nomi a rivelar segreti
a smascherare il torbido tra ginestre e agrumeti,
una notte di maggio sulla strada ferrata
un macchinista scende a controllar la massicciata.

Il luogo ha nome “Feudo”, il ferroviere “Sdegno”
un gioco dei destino provvede e lascia il segno
il treno è fermo e sbuffa come in una canzone
i binari son divelti, c’è stata un’esplosione.

I resti di una vita, il coraggio di parlare
son transumati subito, c’è fretta di insabbiare
si aggiustano i binari, ripartono i vagoni
come se fosse facile insabbiare le emozioni.

Il sole picchia duro sui tetti di Cinisi
una voce va nell’etere, si spengono i sorrisi
c’è musica nell’aria, un orlo spicca il volo
perché il silenzio uccide e lo fa più del tritolo.

Lontano anni luce dalla Fiat Mirafiori
dalla Statale, o Arese, da Bologna e i suoi
clamori quaggiù il nemico è vivo e ha il volto
di un vicino o di un sindaco corrotto,
di un boss o di un padrino.

Che cosa ti spinge su quei terreni impervi
intento ad additare i padroni, ma anche i servi.
aggrappato a un megafono senza mai provar paura
sfidando l’omertà a colpi intensi di cultura.

La vecchia radio a pile sembra un tizzone ardente
che scotta tra le mani di chi per caso sente,
le liste son già pronte, vicina è l’elezione
ma è già stata sancita la spietata esecuzione.

Le idee e il coraggio sono sullo striscione
le poesie rimangono, rimane la passione
è difficile emulare, raccogliere la sfida
perché non nasce spesso qualcuno che ti guida.

Ingoia la notizia un delitto più importante
rimane un trafiletto quasi insignificante,
ma come per incanto la voce spicca il volo
perché il silenzio uccide
e lo fa più del tritolo.



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