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Tous les gamins du monde

Damien Saez
Language: French


Damien Saez

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(2016)
Album: Acte 1 Manifeste : L'Oiseau Paradis



Per Cabu, Tignous, Charb, Wolinski e gli altri di Charlie Hebdo assassinati il 7 gennaio 2015.
Tous les gamins du monde charbon sur du papier
Dessineront toujours ton visage, Ô Liberté!
Nos crayons comme un poing levé contre des balles
Pour montrer à l'obscurité qui tient la flamme

Ressers les rangs puis taille la mine à ton crayon
Dis Petit Prince, dis, redessine-moi l'horizon
Des libertés qui font la vie de nos bistrots
Des sourires que nous tirent tous nos potes au pinceau

Tous les gamins du monde charbon sur du papier
Dessineront toujours ton visage, Ô Liberté!
Ici, oui mon ami, que c'est pas l'ignorance
Jamais qui sera le drapeau de notre France

À l'encre du crayon, à l'encre de ma plume
À l'encre de nos yeux, au combat sous l'enclume
Menacé mais libre toujours et contre tout
Que rien jamais ne mettra ma France à genoux

Tous les gamins du monde charbon sur du papier
Dessineront toujours ton visage, Liberté
À ceux qui plieront jamais sous la tyrannie
Que nous sommes tous les enfants du même pays

Ça n'est pas mon pays ce soir qu'on assassine
C'est l'histoire de l'homme, c'est Piero, c'est Colombine
C'est Michel-Ange, puis c'est Lascaux, puis c'est Paris
C'est la lumière, n'en déplaise à la tyrannie

C'est un peu de nous qui est parti avec nos frères
Et si vient l'obscure nous avons la lumière
Puis il n'est rien de plus fort que le don de soi
Que la main tendue vers celui qui vous combat

Je suis la France puis nous sommes les enfants du libre
Ici ça fait longtemps qu'on brûle plus les livres
Des violences, enfants de nos sociétés malades
De nos abris sous les terreurs des fusillades

À Cabu, à Tignous, à Charb, à Wolinski
À tout les autres et puis aux fils de mon pays
A nos enfants misères qui ne savent même plus lire
Ils est temps mon pays oui de redevenir

Allez la Terre, allez la France, allez mes frères
De tout les horizons, de toutes les frontières
Que jamais ne plient nos genoux devant la haine
Puisque toujours la force nourrit de la peine

Ton pays chante ton prénom pour que là-haut
Pour que Cabu boive un canon avec Mano
Si nous chantons puis si nous chanterons encore
La liberté aux mémoires de nos amis morts

Autant que dessineront tous les gamins du monde
Ton nom sur les arbres et puis parfois des Joconde
Aux pinceaux qui font les Vinci, les Wolinski
Puis tous nos frères qui font les cultures des pays

Ami c'est pas finit, ami il reste à boire
Dans nos sanglots qui viennent faire pleurer nos buvards
Retourner à la mine, à la mine du crayon
Contre leurs champs de mines en tout genre, mort aux cons!

C'est pas la prière des bons dieux que nous chantons
C'est celle de nos enfants libres sous leur crayon
Un trait pour mettre un peu de couleur à nos cœurs
Pour dessiner des jours prochains, des jours meilleurs

Et si c'est un crayon oui contre la mitraille
Alors que le papier soit le champ de bataille
Que nos plumes à jamais gardent toujours leur livre
Qu'il est plus important d'être debout que de vivre

Ils peuvent assassiner nos corps mais pas nos âmes
Le souffle du néant n'éteindra pas la flamme
Tous les gamins du monde charbon sur du papier
Dessineront toujours ton visage, Ô Liberté!

Tous les gamins du monde charbon sur du papier
Dessineront toujours ton visage, Ô Liberté!
Ici, toi mon ami, que c'est pas l'ignorance
Jamais qui sera le drapeau de notre France

2016/12/10 - 01:03



Language: Italian

Traduzione italiana di Lorenzo Masetti

TUTTI I BAMBINI DEL MONDO

Tutti i bambini del mondo a carboncino sulla carta
disegneranno sempre il tuo volto, o Libertà!
Le nostre matite come un pugno alzato contro le pallottole
Per mostrare all'oscurità chi ha in mano la fiamma

Serra i ranghi poi appunta la mina alla matita
dimmi Piccolo Principe, dimmi, ridisegnami l'orizzonte
Delle libertà che fanno la vita dei nostri bistrots
Dei sorrisi che ci strappano i nostri amici con il pennello

Tutti i ragazzi del mondo a carboncino sulla carta
disegneranno sempre il tuo volto, o Libertà!
Qui, amico mio, non sarà l'ignoranza
che sarà mai la bandiera della nostra Francia

All'inchiostro della matita, all'inchiostro della penna
all'inchiostro dei nostri occhi, in battaglia sotto l'incudine
Minacciato ma sempre libero e contro tutto
Che niente mai metterà la mia Francia in ginocchio

Tutti i bambini del mondo a carboncino sulla carta
disegneranno sempre il tuo volto, o Libertà!
A chi non si piegherà mai alla tirannia
perché siamo tutti i figli dello stesso paese

Non è il mio paese stasera ad essere assassinato
è la storia dell'uomo, è Piero, è Colombina
è Michelangelo, è Lascaux, è Parigi
è la luce, piaccia o non piaccia alla tirannia

è un po' di noi che è partito con i nostri fratelli
e se viene l'oscurità noi abbiamo la luce
Non c'è niente di più forte che lo spirito di sacrificio,
che la mano tesa verso colui che vi combatte

Io sono la Francia siamo noi i figli della libertà
Qui da noi è da tempo che non si bruciano più i libri
Dalle violenze, figli delle nostre società malate
Dai nostri ripari sotto il terrore delle sparatorie

A Cabu, a Tignous, a Charb, a Wolinski
a tutti gli altri e poi ai figli del mio paese
Ai nostri bambini miseri che non sanno neanche più leggere
È tempo paese mio di ritornare ad essere come prima

Forza, Terra, forza Francia, forza fratelli miei
di tutti gli orizzonti, di tutte le frontiere
non inginocchiamoci mai davanti all'odio
perché da sempre la forza si nutre del dolore

Il tuo paese canta il tuo nome perché lassù
perché Cabu beva un bicchiere con Mano [1]
Se noi cantiamo e se poi canteremo ancora
la libertà in memoria degli amici morti

Finché disegneranno tutti i bambini del mondo
Il tuo nome sugli alberi e a volte delle Gioconde
con i pennelli che fanno i Vinci, i Wolinski
e i nostri fratelli che fanno le culture dei paesi

Amico, non è finita, amico, ci resta ancora da bere
Tra i nostri singhiozzi che vengono a far piangere la nostra carta assorbente
ritornare alla mina, alla mina della matita
contro i loro campi minati di ogni genere, morte agli imbecilli!

Non è la preghiera del buon dio che noi cantiamo
è quella dei nostri figli liberi con le loro matite
un tratto per mettere un po' di colore nei nostri cuori
per disegnare dei giorni a venire, dei giorni migliori

E se è una matita ad opporsi alla mitraglia
allora che la carta sia il campo di battaglia
Che le nostre penne non perdano mai il loro libro
che è più importante restare in piedi che vivere

Possono ammazzare i nostri corpi ma non la nostra anima
Il soffio del niente non spegnerà la fiamma
Tutti i bambini del mondo a carboncino sulla carta
disegneranno sempre il tuo volto, o Libertà!

Tutti i ragazzi del mondo a carboncino sulla carta
disegneranno sempre il tuo volto, o Libertà!
Qui, amico mio, non sarà l'ignoranza
che sarà mai la bandiera della nostra Francia

[1] Il figlio di Cabu, il cantante Mano Solo (1963-2010) morto di AIDS

2016/12/11 - 17:54





- Papà di chi è l'acqua?
- L'acqua corrente appartiene ai pesci, quella potabile ai ricchi.

- E gli alberi di chi sono?
- Gli alberi appartengono agli uccelli, ma il bosco è dei ricchi.

- E il cielo di chi è?
- Il cielo è di quelli che alzano gli occhi, ma lo spazio aereo appartiene ai ricchi.

- E la luce di chi è?
- La luce è del sole, ma la luce elettrica dei ricchi.

- E la terra di chi è?
- La terra è dei ricchi proprietari, ma i terremoti sono dei poveri.

- E cos'è che non è dei ricchi?
- L'amore, il sorriso e la morte.

Georges Wolinski (28 giugno 1934 – 7 gennaio 2015).

Chi fucila un poeta è un fascista.
Alessio Lega

2020/1/8 - 15:44




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