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Ladri parché?

Gualtiero Bertelli
Language: Italian (Veneto Veneziano)


Gualtiero Bertelli

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La ballata di Romeo Isepetto
(Gualtiero Bertelli)
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(Sir Oliver Skardy)
Ci avete incatenato
(Falce e Vinello (FEV))


2015
Un Papavero Rosso Ogni Tre Metri De Gran
Isepetto


Romeo Isepetto
Romeo Isepetto


Chi era Romeo Isepetto? Un "Robin Hood" del Dopoguerra o un semplice pescatore di frodo morto durante una delle sue azioni predatorie? Forse nessuno dei due o forse entrambi. Di certo è stata una figura centrale nella vita del Pci della Resistenza e dell'immediato Dopoguerra. Ma, al contempo, anche un personaggio controverso, che lo stesso Partito Comunista Italiano ha cercato di relegare nell'oblio. Ma ora il suo nome torna prepotente sulla scena mirese, a seguito della costituzione di un comitato, i cui portavoce sono Gianni Malerba e Luigi Dalla Costa, che insieme a Gualtiero Bertelli e Moira Mion, hanno intrapreso un percorso per portare il nome di Romeo Isepetto ad essere ancora ricordato e valorizzato.

Romeo Isepetto è nato a Burano, isola della laguna di Venezia. Famiglia di pescatori. Socialisti del primo Novecento. Il padre è fra gli organizzatori dello sciopero dei braccianti che lavoravano come schiavi per i frati Armeni nella loro isola. Una storia che fece scalpore in quel 1919.
Romeo si batte contro il fascismo. Ora vive a Mira, in terraferma. Terra di laguna e di frutteti delle famiglie Grasselli-Rocca. I grandi proprietari di terre, i padroni delle valli da pesca e della Mira Lanza puntellano e arricchiscono le loro fortune appoggiando il fascismo. I paesi del Brenta sono occupati dal potere fascista. Romeo, in quei decenni duri, milita nel partito Comunista clandestino. Nei mesi della guerra di liberazione è partigiano. L’8 settembre del 1943, gli antifascisti di Mira occupano il comune della loro città. E’ un’illusione. Romeo viene arrestato, la libertà del Veneto è ancora lontana, mezza Italia è occupata dai nazisti. Nel 1944 viene deportato a Mauthausen. Sopravvive. Torna a casa alla fine della guerra.

Troppe le ferite ancora aperte. I proprietari delle terre hanno semplicemente cambiato camicia e sono ancora il potere nella piana del Brenta. I contadini sono alla miseria. Romeo, segretario del Pci, conosce un solo modo per aiutare la sua gente: va a pesca, pesca di frodo, con esplosivi, nelle acque dei padroni. Il suo era una sorta di "esproprio proletario", verso quei personaggi che avevano fiancheggiato il Fascismo e dal quale avevano ricevuto grossi privilegi. Poi passa per le case dei compaesani e lascia quel pesce sulle tavole chi non aveva da mangiare, in particolare delle vedove di guerra.
Romeo muore nell’agosto del 1947 pescando in barena a Giare assieme al compagno Giuseppe Fabbian. Viene ucciso da una carica esplosiva. Muore da pescatore di frodo.
Il Partito lo omaggia di un funerale di primissima classe, dopodiché il suo nome e la sua storia sono inghiottiti dall’oblio. È un personaggio di alto livello per il Nordest antifascista, oltre a essere una persona di grande umanità, eppure di lui si trova traccia solo in qualche libro di memorie. La sua vita generosa viene cancellata dalla storia di Mira.
Isepetto, segretario comunale del Pci e punto di congiunzione del partito tra Veneto e Friuli, fu presto dimenticato, proprio per i suoi modi che mal si conciliavano con l'ortodossia e il "perbenismo" del partito d'allora. Solo ad Oriago si cercò di tenere vivo il suo ricordo, intitolandogli la locale sezione del Pci. Isepetto è stato anche il fondatore della cooperativa di pesca Ranieri Rampin, tuttora esistente a Lova di Campagna Lupia.
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La ballata di Romeo Isepetto - "El matrimonio xe el sogno": Vilote veneziane / Dormi amor / El soldà che va a la guera (Recitato) - Il general Cadorna - "Romeo a sedes'ani": Tiorte i remi e voga / Sta note anema mia (Recitato) - Amor se el mare -"Hai un'idea di che aria tirava" (Recitato) - La pignata de fasioi - Benito, Benito - Quando un giovane veniva chiamato alle armi (Recitato) - E se i tedeschi - Noi vogliam dio in camicia rossa - Mauthausen ist nicht ein walden! -(Recitato) - Canto dei Deportati - Mi avete incatenato - 46 chili el xe tornà (Recitato) - Se buta ciaro - Romeo more (Recitato) -
Ladri parché? - La spiaggia di Giare - Ogni istà la Romana Isepetto (Recitato) - Vusto meter

Nota. I testi sono trascritti all'ascolto. Per i brani in Veneziano, la grafia sicuramente è approssimativa



'Ndemo Romeo, che fra poco col ciaro se fa avanti il controeo e se i ne trova 'sta roba in barca se trovemo dentro fi' al colo. Vaghe ti a spiegar che xe pa 'a zente!
Ladri! I ne siga, e no i scolta niente.
Ladri! I ne siga,e no i scolta niente.


Ladri, chi?
Nialtri che suemo,
de zorno, de note
pa'l bocon che magnemo?
Che vedemo nei oci dei fioi che ne varda
la paura de un doman sensa speransa,
de un doman da servi dei stessi agrari
che ne ga condanà a una vita da s'ciavi?

Ladri de cossa?
De i fruti del mare,
che i xe de tuti e che pochi vol sfrutare
dei pessi nati in laguna per tuti,
e serài da arzeri a far schei per pochi
in vae che i dixe essar sue
ma savemo che'e xe anca nostre,
e se 'e toemo!

Ladri par chi?
Par quei quatro siori,
pieni de tere, de case, de ori
che i gà donà fortune ai fassisti
a 'e brigate nere, servi dei nazisti,
che i gà torturà, copà 'a nostra zente,
mesa in gaera anca inoçente!

Ladri par cossa?
Par che toémo el pesse
par darghe da maganr a chi che no ga niente,
che 'l xe intrigà a passar 'a zornada,
magnando almanco na volta, aea sera,
e che sta in pìe diese ore sul canpo
a raspar qualcossa da meter sul piato!

Ladri de ladri!
Ma s'a mai sentìo
che robar ai ladroni sia contro Dio?
Se ciama giustissia,
se ciama equità,
e vol dir che tuti, se no'i gà, i gavarà,
e no me sento serto in grave difeto
se me serca el gerarca o anca el prefeto.
Mi so' qua, e no me movo,
mi so' qua, coa me zente:
el fassismo xe batùo,
e no me so' batùo par niente!
El fassismo xe batùo,
e no me so' batùo par niente!

Contributed by dq82 - 2016/10/14 - 11:21


Buongiorno amici di Antiwarsong, buongiorno Riccardo.
Volevo solo offrire il mio piccolo contributo per quanto riguarda il testo di questa bella canzone. Solo qualche piccola correzione e aggiunta al testo, da veneta.
Grazie per il bellissimo sito e per il lavoro che fai, che fate
Anna

Il testo corretto fornito da Anna è stato riportato nel testo principale

Anna - 2020/7/11 - 18:51



Language: Italian

Traduzione italiana di Anna
LADRI, PERCHÉ?

Andiamo, Romeo, che fra poco, con la luce, arriva il controllo, e se ci trovano questa roba in barca ci troviamo dentro fino al collo. Vagli tu a spiegare che è per la gente!
Ladri! Ci gridano, e non ascoltano niente.
Ladri! Ci gridano, e non ascoltano niente.

Ladri, chi?
Noi, che sudiamo
di giorno, di notte,
per il boccone che mangiamo?
Che vediamo negli occhi dei figli che ci guardano
la paura di un domani senza speranza,
di un domani da servi degli stessi agrari
che ci hanno condannati a una vita da schiavi?

Ladri di cosa?
Dei frutti del mare,
che sono di tutti, e che pochi vogliono sfruttare?
Dei pesci nati in laguna per tutti
e chiusi da argini a far soldi per pochi
nelle valli che dicono essere loro,
ma sappiamo che sono anche nostre,
e ce le prendiamo!

Ladri per chi?
Per quei quattro signori,
pieni di terre, di case, di ori,
che hanno elargito fortune ai fascisti,
alle brigate nere, servi dei nazisti,
che hanno torturato, ammazzato la nostra gente,
messa in galera sebbene innocente!

Ladri per cosa?
Perché prendiamo il pesce
par dare da mangiare a chi non ha niente,
che è occupato a passare la giornata
mangiando almeno una volta, la sera,
e che sta in piedi dieci ore nel campo
a raspare qualcosa da mettere nel piatto!

Ladri di ladri!
Ma si è mai sentito
che rubare ai ladroni sia contro Dio?
Si chiama giustizia,
si chiama equità,
e vuol dire che tutti, se non hanno, avranno,
e non mi sento certo in grave difetto
se mi cerca il gerarca o anche il prefetto.
Io sono qua, e non mi muovo.
Io sono qua, con la mia gente:
il fascismo è battuto,
e non mi sono battuto per niente!
il fascismo è battuto,
e non mi sono battuto per niente!

Contributed by Anna - 2020/7/11 - 18:59




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