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Tempo di Berceuse (Qui siamo sepolti per sempre)

I Gufi
Language: Italian


I Gufi


Qui siamo sepolti per sempre
Per noi il tempo si è fermato quel giorno
Qualcuno ci ha pianto,
qualcuno ogni tanto ci ricorda ancora

Ma a pochi passi da qui,
a pochi passi da dove,
dicono gli altri,
"riposiamo in pace",
le automobili sfrecciano
sulle grandi strade asfaltate.
I bambini irrequieti al finestrino di dietro,
il canotto rosso o gli sci
sul tetto
Qualcuno scorge, discreto dietro i pini, le siepi
mille croci bianche
"Un cimitero militare.
Pensa, quanti morti!"
Poi via, un colpo d'acceleratore,
verso il weekend

Sulla mia croce non c'è scritto niente
Al mio corpo carbonizzato sotto un carro armato
nessuno ha saputo dare un nome.
Esaminate le scarpe, unico elemento riconoscibile,
mi hanno definito "unidentfied British soldier",
soldato inglese non identificato.
Invece, facevo parte della Wermacht,
il mio nome è Richard Gruber, Berlino.
Le scarpe, le mie erano rotte,
le avevo rubate a un morto.
Dovevano solo tenermi i piedi al caldo.
Invece, grazie a loro, eccomi qui:
anchi'io, per sempre, insieme ai vincitori.

Il mio nome è Ian Piazinski.
Un alfa, un omega e due date.
Fra quelle date, vent'anni.
La guerra mi ha travolto,
sbattendomi dalla mia Polonia
a questa Italia, che avevo sempre creduta
piena di sole, di canti e di fiori
e che ho visto in un terribile autunno di pioggia e di fuoco.
Sono morto un giorno, in novembre,
colpito da una bomba, per caso.
Sono vissuto, senza avere il tempo di capire.
Sono morto, senza avere il tempo di accorgermene.

Charlie Wright è il mio nome,
ma siccome ridevo sempre, mi chiamavano Smiley.
Sono nato sulle rive del Mississippi ed ero un povero negro,
trattato a calci e sputi dai bianchi del mio paese.
Un giorno, un uomo bianco venuto da Washington
mi ha detto: "Basta. Siamo tutti uguali, siamo tutti fratelli,
quale che sia il colore della nostra pelle.
Vieni con noi, fratello negro."
Io sono andato e, ragazzi, era vero!
Viaggiavo con i bianchi, marciavo con i bianchi,
ho avuto l'onore di morire, con i bianchi!
Io, Charlie Wright detto Smiley,
povero negro nato sulle rive del Mississippi
e morto sull'argine di un fossato senza nome,
un giorno di marzo, in Italia.

Queste le nostre voci, che insieme a mille altre,
gli alberi, i grilli, la luna sentono la notte.
E un giorno le croci cadranno
e si confonderanno con la terra.
E con la terra si confonderanno le ossa,
che ancora non riposano in pace.
Sui prati verranno i bambini
e tra le tante domande dell'infanzia,
forse, anche questa: "Papà, che cos'è la guerra?"
E allora, a spiegare che un tempo,
ma tanto tanto tempo fa,
gli uomini si.. si ammazzavano.
Si schieravano gli uomini di una tribù,
di una città, di uno stato.. "Che cos'è uno stato?"
o di un continente, di fronte agli uomini di un'altra tribù,
di un'altra città, di un altro stato, di un altro continente
e con i fucili.. "Che cosa sono i fucili?"
e con i cannoni.. "Che cosa sono i cannoni?"
e con le bombe.. "Che cosa sono le bombe?"
..e.. e si ammazzavano. E questa è la guerra.
"Sì, ma perché papà? Perché?" E noi allora faremo silenzio e staremo attenti.
E, forse, allora sapremo anche noi, finalmente, perché.



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