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Safà

Alberto Bertoli
Language: Italian


Alberto Bertoli

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2012
Safà
Safà

Marco Lai e Alberto Bertoli, figlio di Pierangelo, interpretano la storia di una bimba irachena, Safa’, in un brano dedicato ai bambini violati dalla guerra. Sullo sfondo, la Nassirya descritta dal Tenente Dott. Giorgio Alagna, ufficiale medico del Corpo Militare della Croce Rossa Italiana.

Il suo nome è Safa’, della guerra non sa
Con il cuore malato nel deserto lei va
Il suo sogno più grande è soltanto una vita senza bombe e mitraglie, con una via d’uscita...

Siamo nel 2005 a Nassirya, Iraq. Il Tenente Dott. Giorgio Alagna, fra gli altri compiti, ha quello di svolgere il servizio di triage per la popolazione civile. Si tratta di visitare gli abitanti del posto, smistarli nelle strutture mediche adeguate, talvolta saper dire di no. Safà ha 12 anni, grandi occhi neri, ed “il suo sorriso avrebbe intenerito anche il cuore più duro”. Con la mano stretta in quella del padre, la piccola sembra sanissima, ma i risultati della visita medica che segue non lasciano dubbi: la bimba è affetta da una grave malformazione cardiaca. E’ necessario farla operare d’urgenza, in Italia.

Questa la premessa al brano che porta il nome di “Safa’”. A due anni di distanza dalla pubblicazione del singolo “Mister (an Nassirya)”, Marco Lai sa bene che quello della musica è il canale perfetto per trasmettere a molti l’esperienza di pochi, pur conservandone la carica di intensa emozionalità. Se in “Mister” il Brigadiere Lai non esita a farsi egli stesso voce narrante della sofferenza e del disagio di vivere giorno giorno nella Nassirya della seconda guerra del Golfo, per il “Safa’” del 2012 la collaborazione musicale si estende ad altri artisti, ed il microfono passa a Alberto Bertoli, figlio del grande Pierangelo. Sull’arpeggio di una chitarra malinconica e sognante, lo scandire marcato di Alberto Bertoli ci guida con pathos verso nuovi sviluppi della storia.

...Ma una spada già pende sopra troppe persone Il terrore che scende detta la decisione...

Per l’intera settimana Safa’ è ospite del campo medico del Tenente Alagna. Fra un’indagine sanitaria e l’altra, la bimba socializza con i medici e le crocerossine, sorride a quel mondo popolato da persone in divisa colorata. Alagna e i suoi sanno bene che non è possibile eseguire il delicato intervento di cardiochirurgia in terra irachena: è necessario il rapido trasferimento in Italia, all’Hesperia Hospital di Modena. Con la soluzione fra le mani, le speranze del comparto medico verranno inevitabilmente stroncate dal colloquio informativo col padre della bimba. L’invito a presentarsi il giorno seguente muniti di passaporto per il trasferimento ospedaliero in Italia dà luogo ad una visibile reazione di difesa ed incertezza nel genitore, imprevedibile se messa in relazione alla positività della notizia. Fu l’ultima volta che il Tenente Alagna vide Safà.

“Safa’, ha vinto la stupidità dell’uomo”, canta Bertoli. E quel verso ti fa male dentro. Resta il rimpianto di aver sfiorato la vittoria dove tutto sembra collaborare ad opporsi alla speranza, al progresso, alla Ragione. Non sappiamo se la bimba del brano sia ancora viva. Certo è che Safa’ è solo l’ultima delle ignare vittime di uno stato di guerra costante e irrazionale che, ancor prima di ferirci nel fisico, deteriora subdolo la nostra umanità.

Safa’, di Marco Domenico Lai, Alberto Bertoli e Daniele Baroni è stato arrangiato, registrato, mixato e masterizzato presso lo studio ABRAAM di Carpi (MO) da Raffaele Chiatto, per l’etichetta discografica U.d.U. Records: gli utili della sua vendita vanno all'associazione Africa nel Cuore.
Il suo nome è Safà,
della guerra non sa
Con il cuore malato
nel deserto lei va
Il suo sogno più grande
è soltanto una vita
senza bombe e mitraglie,
con una via d’uscita...

Ma una spada già pende
sopra troppe persone
Il terrore che scende
detta la decisione

Safà ora corre felice chissà
Safà non più lacrime agli occhi lei ha
Safà, ha vinto la stupidità dell’uomo
Safà anche se non ti vedo lo so che sei qua

I pensieri traditi
dove non batte il sole
appassiti e marciti
forti dentro alle gole
sono schiavi di Marte
cieco e sanguinario
sono anime morte
morti senza un sudario

Safà non più lacrime agli occhi lei ha
Safà ora corre felice chissà
Safà, ha vinto la stupidità dell’uomo
Safà anche se non ti vedo lo so che sei qua
Safà, ha vinto la stupidità dell’uomo
Safà anche se non ti vedo lo so che sei qua

Contributed by dq82 - 2015/3/31 - 15:10




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