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C'è stato un'epoca, che ormai sembra lontana, i cui i migranti sui barconi venivano da Est, dall'Albania, attraversavano lo stretto di Otranto in poche ore di barca... Di questo parla la canzone


Vent'anni fa lo sbarco dei 27.000
Il primo grande esodo dall'Albania

A bordo di decine di imbarcazioni, nel porto di Brindisi arrivarono migliaia di profughi. Fuggivano da un paese in crisi e sognavano un futuro migliore. Ma l'Italia non era preparata ad accoglierli e il paese si trovò di fronte a un'emergenza umanitaria
di VALERIA PINI

Vent'anni fa lo sbarco dei 27.000 Il primo grande esodo dall'Albania La prima ondata di profughi albanesi nel porto di Brindisi, nel 1991
Era il 7 marzo del 1991 quando l'Italia scoprì di essere una terra promessa per migliaia di albanesi. Quel giorno arrivarono nel porto di Brindisi, a bordo di navi mercantili e di imbarcazioni di ogni tipo, 27mila migranti. Fuggivano dalla crisi economica e dalla dittatura comunista in Albania. Un esodo biblico, il primo verso l'Italia: in un primo momento se ne contarono 18mila, ma con il passare delle ore il numero di profughi salì a 27mila. Dopo il crollo del Muro di Berlino, l'ondata della crisi aveva colpito anche gli albanesi. Già nel nei primi mesi del '91 diverse persone erano scappate verso le coste pugliesi, ma fino a quella mattina non si era ancora visto un flusso così ampio di sbarchi.

Il risveglio di Brindisi. Quel giorno la città di Brindisi al suo risveglio si ritrovò di fronte a un'emergenza umanitaria. Nel porto c'erano decine le piccole navi gremite di migranti, provenienti dall'altra sponda dell'Adriatico. Nel pomeriggio precedente si erano affacciate sul porto di Brindisi due grosse navi mercantili albanesi, cariche di 6.500 persone che furono bloccate dalla Capitaneria. A queste due grosse imbarcazioni, durante la notte, se ne aggiunsero altre. Quelli che furono definiti "i boat people" albanesi erano un fiume inarrestabile. Il governo aveva dato l'ordine di fermarli, in attesa della fine delle trattative tra parlamentari italiani e autorità albanesi, in corso a Tirana. Alla fine non fu possibile rimandare indietro i migranti. Fu solo verso le 10 del mattino del 7 marzo che venne permesso alle navi di attraccare e ai profughi di scendere a terra.

L'accoglienza difficile. Venti anni dopo la città ricorda quel momento con una serie di iniziative. Il Comune ha organizzato una serie di incontri dal titolo: "La città ospitale Albania-Brindisi, 20 anni dopo". Quel 7 marzo 1991, il paese non era preparato ad accogliere un esodo di quel tipo. I brindisini si trovarono di fronte a un fiume di persone stremate e senza forze, affamate e assetate. Molti cittadini di Brindisi scesero in campo per fornire aiuti alimentari, vestiario e medicinali. Dalle navi scendevano donne, bambini e uomini in condizioni disperate. Fuggivano da un paese in piena crisi economica e per loro l'Italia rappresentava un futuro migliore. Avevano immaginato la loro 'terra promessa' guardando i programmi televisivi italiani che arrivavano nelle loro case in Albania. Film e talk show che descrivevano benessere e ricchezza e avevano contribuito a costruire quel sogno.

Il viaggio tra speranza e paura. Dopo ore di paura durante la traversata, si trovavano di fronte a un paese che gli apriva le porte con difficoltà. Un accoglienza fredda per migliaia di persone che avevano bisogno di assistenza. Quel marzo di 20 anni fa i pugliesi reagirono con grande umanità ad un evento che mise a dura prova istituzioni, forze dell'ordine e molti volontari. Ma l'Italia non era pronta ad accogliere un flusso migratorio così ampio. Mancavano le strutture dove portare i profughi. Scuole, parrocchie, centri sociali diventarono punti d'accoglienza.

I minori. Alcuni dei profughi sbarcati a Brindisi furono poi trasferiti, in Sicilia, in Basilicata, alcuni addirittura ospitati in abitazioni private o ex istituti di assistenza sparsi in tutta Italia. Numerose le persone che avevano bisogno di cure e assistenza igienico-sanitaria. L'emergenza non riguardava solo l'assistenza e la sistemazione dei migranti, ma anche la presenza di molti minori che si erano imbarcati senza i genitori, ma che attendevano di ricongiungersi a loro .

Lo sbarco di agosto, in 20.000 su una nave. Qualche mese dopo con l'arrivo, questa volta a Bari, di un altra ondata di migranti su una nave che arrivava dall'Albania. L'8 agosto 1991 attraccò nel porto di Bari il mercantile partito da Durazzo con ventimila clandestini a bordo. Fu il secondo grande sbarco in Puglia. Gli albanesi furono trasferiti dalla banchina del porto allo stadio della Vittoria. Quel giorno lascia impresso nella memoria collettiva le immagini della nave "Vlora" con a bordo migliaia e migliaia di persone. La nave dei profughi, prima respinta a Brindisi e dirottata a nord verso Monopoli, fu poi agganciata da rimorchiatori e ormeggiata nel porto del capoluogo pugliese

repubblica.it

Noi guardavamo il cielo di Tirana
un giorno ce ne andremo
l’America è lontana

Lontana come il sogno
che accarezzò la pelle
a chi è fuggito via la notte delle stelle
Hoi è disarmato

Abbiamo visto il mare
dai fori di una trave
pagando con il cuore
un posto in questa nave

Siamo arrivati muti
guerrieri senza spada
a disegnare il cielo
sul fango della strada

Ridatemi l’anello
che io lo possa usare
quando ne avrò voglia
e non potrò tornare

Se mi vedete qui
a vendere un sorriso
forse neanche per voi
questo è il paradiso

Hoi è disarmato
Hoi è disarmato

Sarà mattino, sarà la sera
sarà la notte e poi la paura
di ritrovarci in fondo ad un viale
con questa voglia di ritornare

Hoi è disarmato
Hoi è disarmato

zarazaraaa

Sarà mattino, sarà la sera
sarà la notte e poi la paura
di ritrovarci in fondo ad un viale
con questa voglia di ritornare

Hoi è disarmato
Hoi è disarmato

Sarà mattino, sarà la sera
sarà la notte e poi la paura
di ritrovarci in fondo ad un viale.

inviata da DonQuijote82 - 7/4/2014 - 12:21




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