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Il tenentino

Nicola Maldacea
Langue: italien


Nicola Maldacea


Io, francamente, non potrei sortire
Perché sono agli arresti di rigore
Per un affare, un affare di cuore
Che comincia un poco a impensierire!
C’è la moglie d’un mio superiore
Che, in confidenza, non mi può soffrire
Da un giorno in cui, ne debbo convenire,
- ciao, morettina! – non mi feci onore
Cosa vole? Smontavo in quel momento
Non mi sentiva più le gambe sotto
Per la stanchezza e per l’esaurimento
Per cui Madama, nel lasciar la stanza,
mi disse: “Un’altra volta, giovanotto,
non venga Lei, mi mandi… l’ordinanza!”

E se sapeste quanto mi ha nuociuto
Questo incidente nella mia carriera!
Perché - pare incredibile - la sera,
la stessa sera, già si era saputo.
Allora il colonnello ha proceduto
Ad un’inchiesta fin troppo severa
E mi ha detto: “L’onor della bandiera
Mi impone esporti che ti sei… perduto.”
Ostia! Che roba! – “E faccia delle cure
Per portar la divisa con onore
E non esporla a simili figure!”
Veda, risposi, spesso il turbamento…
“Ma la divisa…!” – Ma faccia il favore!
Non l’indossavo mica in quel momento…

- Non l’avessi mai detto! Quel testone
Mi schiaffa dentro e corre a far rapporto.
Ostia! Che roba! Già, per aver torto,
nell’esercito, basta aver ragione!
Certo che nella mia condizione,
col mio nome e col titolo che porto,
me ne rido!... Ma è bene stare accorto
per non giuocarsi la promozione!
Del resto, mi diceva un capitano
Del sessantaquattresimo, iersera:
“Capisco bene, a Lei sembrerà strano,
ma deve esser così: tra noi non basta
salvare il solo onor della bandiera…
Bisogna anche salvar quello dell’asta!”



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