Langue   

Once I Had a Home

Eliza Gilkyson
Langue: anglais


Eliza Gilkyson

Peut vous intéresser aussi...

Die Herde
(Kurt Tucholsky)
Ballad of Yvonne Johnson
(Eliza Gilkyson)
Der Graben
(Kurt Tucholsky)


‎[2010]‎
Parole e musica di Eliza Gilkyson
Nell’album intitolato “Roses at the End of Time”‎

REDH238

Su questo sito ho contribuito molte canzoni sull’Olocausto, un tema che mi è molto caro forse ‎perché anche i miei avi valdesi furono tanto perseguitati per motivi religiosi (e politici, ed ‎economici).‎

Purtroppo non conosco né persone di fede ebraica né tanto meno cittadini d’Israele e non ho mai ‎avuto modo di confrontarmi con loro su questo tema, né più in generale sulla “questione ebraica” e ‎neppure sul conflitto arabo-israeliano e sull’altra grande “questione”, quella palestinese.‎
Di amici – non ebrei - ne ho sia schierati con Israele sia con i palestinesi… ‎
Coi primi riesco a parlare di tutto tranne che degli arabi, palestinesi inclusi. Vengo sempre stoppato ‎con i soliti argomenti: l’inevitabilità di uno Stato per gli ebrei sopravvissuti, l’aggressione degli ‎Stati arabi, Israele da solo contro tutti, palestinesi fondamentalisti e terroristi, dirigenza araba ‎corrotta, Israele unica democrazia in Medio Oriente… Argomenti che, secondo me, pur non essendo ‎tutti privi di fondamento, sanno molto di propaganda e lasciano il tempo che trovano…‎
Con altri amici, quelli “filo-palestinesi”, non riesco invece a parlare non solo di Israele (che viene ‎per lo più definito come un “tumore” da cui tutto il male presente deriva) ma pure della Shoah ‎perché, pur non annoverando per fortuna tra le mie conoscenze alcun negazionista, la tendenza è ‎quella di relativizzarne la portata storica. Mi vien detto cioè: “Perché si parla sempre e ‎soltanto di questo maledetto Olocausto ebraico? E tutte le altre vittime del nazismo? E le bombe ‎atomiche ed i bombardamenti sulle città durante la seconda guerra mondiale? E tutte le vittime dello ‎stalinismo? Ed il genocidio armeno, dove lo mettiamo? E quel che è successo nei Balcani solo ‎pochi anni fa? E in Ruanda? E 20 ed oltre anni di guerra contro l’Iraq? Perché si parla sempre e ‎soltanto della Shoah? E gli ebrei che si stanno comportando con i palestinesi esattamente come i ‎nazisti fecero con loro?”



Intanto lo sterminio degli ebrei d’Europa avvenne nell’arco di soli 4 anni, dal 1941 al 1945, e causò ‎tra i 4.200.000 (nella migliore delle ipotesi) ed i 6.000.000 di morti (5.700.000 è la cifra ufficiale ‎accolta dai giudici del processo di Norimberga). Credo che l’unico tentativo di annientamento totale ‎di un gruppo umano paragonabile all’Olocausto ebraico - per numero di morti e tempistica e ‎pianificazione – sia stato in Europa nel corso del 900 il misconociuto “Голодомор”, l’Olocausto ‎ucraino, letteralmente “la morte attraverso la fame” che il regime sovietico inflisse al ‎popolo ucraino tra il 1929 ed il 1933: tra gli 1,5 e 10 milioni di morti, a seconda delle fonti (la cifra ‎più attendibile sarebbe 3/3,5 milioni), anche se molti studiosi ritengono che il genocidio non fu ‎completamente intenzionale, pianificato, ma fu aggravato dagli effetti di una carestia naturale.‎

Detto questo, personalmente ritengo che sia inevitabile che qui come in qualunque altro Stato ‎europeo si parli prima di tutto del genocidio ebraico, un Male di portata enorme che avvenne per ‎mano di nostri vicini di casa sotto gli occhi dei nostri nonni. Se fossi un cittadino americano ‎probabilmente anteporrei il genocidio dei nativi, che comunque avvenne solo in parte durante la ‎Storia contemporanea, spiegandosi nell’arco di più di quattro secoli.‎
E poi, secondo me, così come oggi è prima di tutto la comunità internazionale, “democrazie” ‎europee in testa, a non volere una soluzione dell’attuale, ultrasessantennale, conflitto arabo-‎israeliano, così fu prima di tutto l’atteggiamento iniziale delle Potenze europee verso il nazi-‎fascismo, tollerante quando non accondiscendente, a consentire il consolidarsi ed il dilagare di ‎Hitler con tutto il suo efficiente apparato di morte. E non mi si dica che il trattamento che sarebbe ‎stato riservato agli ebrei d’Europa, annunciato e poi studiato nei minimi dettagli ed infine attuato ‎fino quasi al suo successo, non era cosa nota fin almeno dal 1923, anno del “Putsch della ‎birreria” a Monaco, a chi avesse minimamente presente la biografia del futuro dittatore ‎tedesco. Quello che nei primi anni del secolo plaudeva ai pogrom di ebrei nell’Impero zarista, ‎mentre i sionisti già organizzavano le “Aliyah” verso Gerusalemme e la Palestina proprio per ‎consentire ai loro correligionari di sfuggire a quei massacri.‎

Nakba‎<br />
Nakba


E fu il senso di colpa (insieme a qualche calcolo politico economico) degli Alleati, il vecchio ‎colonialista e massacratore inglese in testa, a “vedere con favore la nascita di un focolare ‎ebraico” in Palestina… ‎

Non mi dilungo oltre, quel che è successo dopo e continua a succedere dovreste conoscerlo. Abba ‎Kovner, dopo la guerra, voleva sterminare 6 milioni di tedeschi (occhio per occhio, dente per ‎dente), considerati in maggioranza complici di Hitler (come dargli torto?), avvelenando le condotte ‎dell’acqua potabile con l’arsenico… Non arrivarono a tanto, ma in Palestina dal 1948 ad oggi i figli ‎dell’Olocausto ne hanno fatte di cotte e di crude. I Palestinesi ancora conservano di generazione in ‎generazione le chiavi delle loro case che prima della “Nakba” sorgevano in villaggi che oggi sono ‎solo rovine non indicate nella carte geografiche o che stanno sotto a città israeliane i cui nomi ‎ebraici hanno cancellato o trasformato per sempre quelli originari arabi…‎




L’Orrore subìto non ha impedito agli israeliani di usare sopraffazione, violenza ed altro orrore ‎contro i palestinesi… ‎
L’Olocausto ebraico, di cui sono state corresponsabili per non aver minimamente provato ad ‎impedirlo, ha giustificato le Potenze europee ad insediare una super colonia di immigrati, profughi, ‎sopravvissuti ebrei nel cuore del Medio Oriente, senza curarsi delle conseguenze dell’innesto…‎
L’innesto ha attecchito, ma a scapito della parte più debole della pianta, il popolo palesinese, i quali ‎‎– complici ancora una volta la miopia ed i calcoli dei Potenti e complici i loro dirigenti corrotti né ‎più né meno come quelli dei regimi arabi – continuano a morire ammazzati, a languire nei campi ‎profughi o in territori trasformati in “bantustan” o ancora in quell’enorme campo di concentramento ‎‎(paradossale), forse il più grande mai realizzato da essere umano, che è Gaza.‎

C’è una soluzione? Non credo, non ho abbastanza fiducia nell’essere umano. D’altra parte anche ‎quel grande intellettuale, quel raffinato gaudente, quello splendido “aristocratico” che è stato lo ‎scrittore ebreo tedesco Kurt Tucholsky (morto suicida in esilio pochi anni dopo l’avvento ‎di Hitler) diceva: “L’uomo è un essere che fa rumore, cattiva musica e lascia abbaiare il cane. ‎Solo qualche rara volta sta zitto, ma allora è morto.”. ‎
Figuriamoci quali abissi può raggiungere quell’uomo quando di mezzo ci sono pure la Storia, ‎l’Ideologia e la Religione!‎
Once I had a home
I still have the key
I take it everywhere I go‎
To prove that all I’ve said is so
And all the world can see

The walls were painted blue
The front door carved by hand
And generations of my kin
and strangers, all were welcomed in
when they walked upon my land

Pray for us all
And the nameless, the fallen,‎
The faceless forgotten
Once I had a home

Olive trees once grew
Where mounds of rubble stand
A man can feel himself a king
When water flows from well and spring
And peaceful is the land

Pray for us all
And the nameless, the fallen,‎
The faceless forgotten
Once I had a home

The stars shine down on bone and skin
On wire and walls that hold us in
On roads that can’t lead home again

Pray for us all
And the nameless, the fallen,‎
The faceless forgotten
Once I had a home

envoyé par Bernart - 8/7/2013 - 13:42




Page principale CCG

indiquer les éventuelles erreurs dans les textes ou dans les commentaires antiwarsongs@gmail.com




hosted by inventati.org