Lingua   

Nick Cave and The Bad Seeds: Where the Wild Roses Grow

GLI EXTRA DELLE CCG / AWS EXTRAS / LES EXTRAS DES CCG
Lingua: Inglese


Lista delle versioni e commenti


Ti può interessare anche...

Hands Like Gloves
(Barna Howard)
Knockin' on Joe
(Nick Cave and The Bad Seeds)
O' Children
(Nick Cave and The Bad Seeds)


‎[1995]‎
Parole e musica di Nick Cave, ispirato dal brano tradizionale degli Appalachi “Down in the Willow Garden”, conosciuto anche con il titolo “Rose Connelly”, che a sua volta deriva da una canzone ‎ottocentesca irlandese. ‎
Dall’album “Murder Ballads” del 1996, con The Bad Seeds, interpretata in duetto da Nick Cave con ‎Kylie Minogue (nei live la voce della Minogue era sostituita da quella del polistrumentista Blixa ‎Bargeld, almeno fino a quando non abbandonò la band nel 2003)‎




Il femminicidio non è mai così “poetico” e trasfigurato… Ad ogni modo è di questo che questa ‎‎“murder ballad” parla.‎
They call me The Wild Rose
But my name was Elisa Day
Why they call me it I do not know
For my name was Elisa Day

From the first day I saw her I knew she was the one
As she stared in my eyes and smiled
For her lips were the colour of the roses
They grew down the river, all bloody and wild


When he knocked on my door and entered the room
My trembling subsided in his sure embrace
He would be my first man, and with a careful hand
He wiped the tears that ran down my face

They call me The Wild Rose
But my name was Elisa Day
Why they call me it I do not know
For my name was Elisa Day

On the second day I brought her a flower
She was more beautiful than any woman I'd seen
I said, 'Do you know where the wild roses grow
So sweet and scarlet and free?'


On the second day he came with a single rose
Said: 'Will you give me your loss and your sorrow?'
I nodded my head, as I layed on the bed
He said, 'If I show you the roses will you follow?'

They call me The Wild Rose
But my name was Elisa Day
Why they call me it I do not know
For my name was Elisa Day

On the third day he took me to the river
He showed me the roses and we kissed
And the last thing I heard was a muttered word
As he stood smiling above me with a rock in his fist

On the last day I took her where the wild roses grow
And she lay on the bank, the wind light as a thief
As I kissed her goodbye, I said, 'All beauty must die'
And lent down and planted a rose between her teeth


They call me The Wild Rose
But my name was Elisa Day
Why they call me it I do not know
For my name was Elisa Day

inviata da Bernart - 21/5/2013 - 13:56




Lingua: Italiano

Traduzione italiana di Alberto Truffi da ‎‎Musica & Memoria
DOVE CRESCONO LE ROSE SELVATICHE

Mi chiamano Rosa Selvatica
ma il mio nome era Elisa Day
perché mi chiamano così, io non lo so
in quanto il mio nome era Elisa Day

Dal primo giorno che l'ho vista ho capito che era lei
lei mi fissò negli occhi e sorrise
perché le sue labbra erano del colore delle rose
che crescono lungo il fiume, colore di sangue e follia


Quando lui ha bussato alla mia porta ed è entrato nella stanza
il mio tremore si è fermato nel suo abbraccio sicuro
lui sarebbe stato il mio primo uomo, e avrebbe avuto una mano gentile
pulì le lacrime che scorrevano sul mio viso

Mi chiamano Rosa Selvatica
ma il mio nome era Elisa Day
perché mi chiamano così, io non lo so
in quanto il mio nome era Elisa Day

Il secondo giorno le portai un fiore
lei era più bella di ogni donna che avessi mai visto
dissi "Sai dove le rose selvatiche crescono
così scarlatte, dolci e libere?"


Il secondo giorno lui arrivò con una rosa rossa,‎
disse "Darai a me la tua sconfitta e il tuo dolore"‎
Io accennai col capo, mentre ero sdraiata sul letto
Lui disse "Se ti mostro le rose, tu mi seguirai?"‎

Mi chiamano Rosa Selvatica
ma il mio nome era Elisa Day
perché mi chiamano così, io non lo so
in quanto il mio nome era Elisa Day

Il terzo giorno lui mi portò al fiume
mi mostrò le rose e ci baciammo
e l'ultima cosa che io udii fu una parola sussurrata
mentre si inginocchiava su di me (rimanendo sorridente), con una pietra nel suo pugno

L'ultimo giorno la portai dove crescono le rose selvatiche
e lei si distese sull'argine, il vento leggero come un ladro
e la baciai nel momento dell'addio, le dissi "Tutte le cose belle devono morire"‎
e lasciai scendere (la mano) e misi una rosa tra i suoi denti


Mi chiamano Rosa Selvatica
ma il mio nome era Elisa Day
perché mi chiamano così, io non lo so
in quanto il mio nome era Elisa Day

inviata da Bernart - 21/5/2013 - 13:57




Lingua: Italiano

Versione italiana di Lorenzo Masetti
Diario per i naviganti, 2008


Uno strano destino quello degli assassini: se sono italiani sono invariabilmente colti da un raptus di follia, se sono rumeni sono un tumore da estirpare e la loro colpa viene estesa ad un intero popolo, se sono inglesi, americani o australiani diventano i protagonisti di bellissime ballate...
DOVE CRESCONO LE ROSE SELVATICHE

Mi chiamano la Rosa Selvaggia
ma il mio nome era Elisa Day
Perché mi chiamino così, non lo so
perché il mio nome era Elisa Day

Dal primo giorno che la vidi ho capito che era lei
Mi ha guardato negli occhi e ha sorriso
perché le sue labbra erano del colore delle rose
che crescevano lungo il fiume, color del sangue e selvagge


Quando ha bussato alla mia porta ed è entrato nella stanza
il mio tremore si fermò nel suo abbraccio sicuro
Sarebbe stato il mio primo uomo, e con mano gentile
asciugò le lacrime che mi scorrevano sul viso

Mi chiamano la Rosa Selvaggia
ma il mio nome era Elisa Day
Perché mi chiamino così, non lo so
perché il mio nome era Elisa Day

Il secondo giorno le portai un fiore
era più bella di qualsiasi donna che abbia mai visto
Le dissi "Sai dove crescono le rose selvatiche
Così dolci e scarlatte e libere?"


Il secondo giorno lui arrivò con una sola rosa rossa
Disse: "Vuoi darmi la tua sconfitta e il tuo dolore?"
Ho annuito col capo, sdraiata sul letto
Lui disse: "Se ti mostro le rose tu mi seguirai?"

Mi chiamano la Rosa Selvaggia
ma il mio nome era Elisa Day
Perché mi chiamino così, non lo so
perché il mio nome era Elisa Day

Il terzo giorno mi portò al fiume
mi mostrò le rose e ci baciammo
E l'ultima cosa che udii fu una parola bisbigliata
mentre lui si inginocchiava sopra di me con una pietra nel pugno

L'ultimo giorno la portai dove crescono le rose selvatiche
E si distese sulla riva, il vento leggero come un ladro
E le diedi un bacio d'addio, dissi,
"Tutte le cose più belle devono morire"
la colpii e le piantai una rosa tra i denti


Mi chiamano la Rosa Selvaggia
ma il mio nome era Elisa Day
Perché mi chiamino così, non lo so
perché il mio nome era Elisa Day

21/5/2013 - 14:18




Lingua: Inglese

La conferma che la tradizionale appalachiana (ma di origine irlandese) ‎‎“Down in the Willow Garden” ha ispirato ‎Nicola La Cava per la sua “Where The Wild Roses Grow” sta nel fatto che Nick stesso l’ha ‎proposta in una versione “B-side” contenuta in un maxiCD…‎
THE WILLOW GARDEN

Down in a willow garden
Where me and my love did meet,
‎'Twas there we sat a courting
My love dropped off to sleep.‎

I had a bottle of the Burglar's wine
Which my true love did not know,
And so I poisoned that dear little girl
Down under the bank below.

I stobbed her with a dagger,
Which was a bloody knife,
I threw her in the river,
Which was a dreadful sight.‎

My father often told me
That money would set me free,
If I would murder that dear little girl
Whose name was Rose Connelly.‎

And now he sits in his own cottage door,
A-wiping his weeping eye,
And now he waits for his own dear son,
Upon the scaffold high.‎

My race is run beneath the sun,
Lo, hell's now waiting for me,
For I have murdered that dear little girl
Whose name was Rose Connelly.‎

inviata da Bernart - 21/5/2013 - 14:34




Lingua: Italiano

Tentativo di traduzione italiana di Bernart (di Down in the Willow Garden).
LÀ NEL GIARDINO DEI SALICI

Là nel giardino dei salici
Ci incontrammo io e il mio amore ‎
E come iniziammo ad amoreggiare‎
Il mio amore cadde addormentato ‎

Avevo una bottiglia di vino drogato ‎
Di cui il mio amore non sapeva nulla
E così ho intossicato quella cara ragazza
Laggiù vicino all’argine

La pugnalai con la mia lama
Fu una notte di sangue‎
La buttai nel fiume‎
Fu orribile a vedersi

Mio padre mi diceva spesso ‎
Che il denaro mi avrebbe reso libero ‎
E così ho ucciso quella cara ragazza ‎
Il cui nome era Rose Connelly

Ed ora [il mio vecchio] siede sulla porta di casa
Asciugandosi gli occhi dal pianto
Ed attende che il suo unico amato figlio
Salga ‎sull’alto patibolo

La mia vita correva sotto il sole ‎
Ma ecco, ora l’inferno mi aspetta ‎
Perchè ho ucciso quella cara ragazza ‎
Il cui nome era Rose Connelly‎

inviata da Bernart - 21/5/2013 - 14:36


Ciao Bernart, l'ho spostata negli extra perché come scrivi giustamente questa trasfigurazione poetica di un assassinio ha ben poco di "contro", secondo me. Allora dovremmo inserire tantissime altre murder ballads. Detto questo la canzone e' stupenda e mi sono permesso di inserire anche la mia traduzione che avevo fatto anni fa.

Lorenzo - 21/5/2013 - 14:23


Ciao Lorenzo. d'accordirrimo per lo spostamento tra gli Extra.

Bernart - 21/5/2013 - 14:37


Spero invece che "Wilde rose" dei Wolfenmond - che affronta il tema della libertà femminile, della grettezza della società maschilista e dell'apoteosi del femminicidio, quello attuato dal padre - possa venire accolta direttamete tra le CCG...

Bernart - 21/5/2013 - 15:02


leggiamo su Wikipidia che Nick Cave si è ispirato al suicidio di Ofelia, a me sembra che il primo riferimento venga proprio dalla ballata popolare “The Banks of the Red Roses” o se vogliamo la versione appalachiana “Willow garden”, declinata nello stile “antologia di Spoon River”.
Siccome non ho ben capito se il tema è da considerarsi una "comune" murder ballad o tra la questione del femminicidio, la commento qui.

La ballata popolare “The Banks of the (Red) Roses” di fine Ottocento, è nota in due versioni, diametralmente opposte, quella irlandese come love song ricca di irish humour e quella scozzese come murder ballad: la storia si riassume in tre att, i due che si sollazzano tra le canne in riva al fiume, lei che si lamenta perchè vuole essere sposata, lui che la pugnala al cuore e la lascia sulle riva a colorare di rosso sangue le rose.
Chi narra la storia sembra voler dare un avvertimento alla ragazze: quelle “facili” che invece di pensare al lavoro onesto preferiscono divertirsi nei boschi, finiscono immancabilmente per incontrare il lupo cattivo e fare una brutta fine!!
Di certo il “lovely” Johnny era un gran mascalzone e pur di non essere coinvolto nella scandalo di una gravidanza non desiderata, ha preferito “metterci una pietra sopra” (scavando prima una buca bella profonda).
estratto da Terre celtiche

Cattia Salto - 5/4/2017 - 21:42


Aggiungo alcune ulteriori riflessioni sulla murder ballad "Where The Wild Roses Grow" composta da Nick Cave e sul video girato da Rocky Shenck.
Il concetto di fondo è il controllo maschile sulla donna e la sua "giusta" punizione: la donna viene uccisa perchè deve essere punita, a causa della sua sessualità selvaggia.
La formula del duetto botta e risposta, è propria delle love song basate sul contrasto amoroso, innocue schermaglie (ma solo in apparenza) in cui l'uomo cacciatore conquista e seduce la donna con le buone o con le cattive, mentre lei invece difende la sua virtù quasi sempre ad oltranza. Tuttavia la seduzione spesso si configura come uno stupro con la ragazza costretta ad acconsentire e praticamente senza possibilità di scelta.
Nelle murder ballad a sfondo sessuale s'inserisce un ulteriore elemento di violenza: certamente ci sarà una causa scatenante per l'omicidio (il movente), che siano gli interessi economici o la gelosia, ma non è tutto, nel profondo dell'omicida si agitano pulsioni e forze devastanti, i veri soggetti della storia.
In poesia come nelle canzoni (con l'aggiunta della musica) le parole hanno il potere di dire molto di più del loro significato e il video girato dal regista Rocky Shenck è ugualmente rivelatore: la donna è ripresa come una Barbie rotta che galleggia sulle acque basse e torbide del lago e una serpe le striscia accanto (che non a caso finisce proprio sul pube della ragazza), è stata proprio la sua innocenza a tentare l'uomo! Una volta assaporato il piacere e liberata la sessualità della Rosa Selvatica l'uomo sente l'irrefrenabile impulso di sopprimerla, c'è un che di serial killer nella storia, la ragazza potrebbe essere una delle tante vittime e l'assassino ne ritualizza la morte con la dolcezza (sulle note di un romantico valzer lento). Non a caso vengono inquadrati più volte i salici che suggellano l'inquadratura finale, a parte l'omaggio alla tradizione ("Willow garden") il salice nelle ballate popolari è un simbolo, quello del rimpianto citato spesso nelle "warning song".
Ho anche portato delle modifiche alle traduzioni proposte e già presentate e visto che ne sono già state pubblicate tre mi sembra ridondante aggiungerci anche la mia, apporto quindi un contributo a mo' di NOTA

NOTE ALLA TRADUZIONE
Nella I strofa
‎From the first day I saw her
I knew she was the one
As she stared in my eyes and smiled
For her lips were the colour
of the roses
They grew down the river,
all bloody and wild

Dal primo giorno che la vidi
seppi che era lei quella per me (1),
appena mi fissò negli occhi e sorrise
con il colore delle rose
sulle labbra
quelle che crescevano lungo il fiume, insanguinate e eccitanti (2)

1) la frase in inglese è molto più incisiva nella semplicità di quel "the one" la sola, l'unica per me: l'uomo cerca un certo tipo di donna quella "fatta" per lui, casta e pura
2) il paragone al personaggio di Ofelia soccorre inevitabile e la parola "wild" suggerisce la follia, ma qui è solo l'uomo ad essere un folle vero. I termini "Bloody and wild" gettano subito una luce sinistra sulla storia che apparentemente potrebbe sembrare la banale storia di un "colpo di fulmine": le labbra della donna sono rosso sangue e scatenano una furia "incontrollata" nell'uomo. La parola "wild" ha una sfumatura di sregolatezza, di condotta morale fuori dal controllo della legge (maschile) mista a intensa eccitazione sessuale.

Un altro punto significativo è a mio avviso nella IV strofa
Said: 'Will you give me
your loss and your sorrow?'
Disse: "Vuoi darmi
la tua resa e il tuo rimpianto (3)?"

3) qui l'uomo le sta chiedendo di dargli la sua verginità:
"loss" è la perdita di qualcosa di prezioso e "sorrow" è la sofferenza causata da una perdita

la scheda completa in Terre celtiche

Cattia Salto - 6/4/2017 - 13:45


“Down in the Willow Garden” è una “mountain murder ballad” di fine ottocento di cui non si conoscono le origini perchè trasmessa per lo più in forma orale; compare nelle raccolte stampate solo agli inizi del 900 in America, in quello specifico territorio dei Monti Appalachi pieno zeppo di emigranti irlandesi e scozzesi. Il dubbio che la fonte primaria arrivi dalle isole britanniche è più che fondato. La storia è un fatto di cronaca nera che appartiene ad un clichè noir molto popolare fin dal Settecento, l’amante che uccide la donna, che ha messo incinta.

Prima di pugnalarla come da copione però, la intossica con del veleno, disciolto in un frizzante e dolce sidro alle pere: un classico omicidio premeditato che ha come movente l’interesse economico (l’amante andava bene come sollazzo fisico, ma probabilmente il tipo aveva una fidanzata ricca da qualche altra parte). Niente nella canzone ci dice dello stato interessante della ragazza tranne il nome Rose (e quando si dice rosa nelle ballate popolari… è sempre una storia infausta)

solo un appunto sulla traduzione di Bernart
bulgar: c’è chi lo prende come un refuso per bordeau (“burgundy wine”), alcuni propendono per drogato, ma Lyre Lofgren nel suo articolo su Inside Bluegrass, May 2003, dopo molte accurate ricerche suggerisce la parola burgaloo cioè una varietà di pera, e il sidro alle pere era una bevanda contadina nella Virginia fin dal 700- come sempre accade quando un termine non è più compreso (perché caduto in disuso o perché specifico di un certo territorio e una certa epoca) è stato storpiato e riconvertito nei modi più disparati
tratto da Terre celtiche

Cattia Salto - 7/4/2017 - 13:45




Pagina principale CCG

Segnalate eventuali errori nei testi o nei commenti a antiwarsongs@gmail.com




hosted by inventati.org