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Un treno per Lenin

Davide Giromini
Language: Italian


Davide Giromini


Si parlava là a Zurigo
di fantasmi e economia
non è frutto di algoritmo,
Ludendorff 1, la tua mania.

Di buon grado questo treno,
austroungarica equazione,
cavalchiamo a Pietrogrado
dentro al piombo di un vagone.

Quante vampe di scontento
si dileguan dall'inferno
l'astro dell'autunno
e dell'inverno

Ma il ricordo di Aleksandr 2
sul patibolo
non mi ha reso che scostante
a quel ginnasio

Figuriamoci con fra le mani
un continente solo
da bruciare mentre il cuore
prende il volo.

Fra gli insulti, da Zurigo
traversiamo questo mare
di Germania sterminata
da fucilazioni e fame

Troppo a lungo, caro Radek, 3
nelle viscere ho represso
la passione che ho per l'uomo
e per te, compagna Inessa 4

Ahi, Volodja, l'intenzione
di uguaglianza nel paese
ha l'effetto sulle arterie
d'ogni malattia borghese

Ma l'Eroica mi distoglie,
Ludovico Van,
più del culo bolscevico
della dolce Armand

Figuriamoci a furia
di bifolchi scalpitanti
e quattro anarchici
ignoranti.

NOTE al testo

[1] Il generale tedesco (prussiano) Erich Friedrich Wilhelm Ludendorff (1865-1937), eroe della I guerra mondiale e teorico della “guerra totale”. Fu lui a permettere che Lenin, rifugiato a Zurigo, attraversasse il territorio tedesco a bordo di un vagone piombato, per rientrare in Russia e portare a termine la rivoluzione d'Ottobre in modo da ottenere la resa della Russia zarista. Il riferimento alla “mania” di Ludendorff nominata nella canzone è probabilmente per il fatto che il generale riteneva fondamentale per le sorti della guerra la vittoria sul fronte orientale, mentre il suo rivale, il generale von Falkenhayn, era convinto della maggiore importanza strategica di quello occidentale (franco-belga).

[2] Il fratello maggiore di Lenin, Aleksandr Il'ič Ul'janov (1866-1887) fu condannato a morte e giustiziato il 20 maggio 1887, all'età di 21 anni, per aver progettato assieme a dei compagni un attentato dinamitardo alla vita dello zar. Scoperto prima dell'attentato, il 1° marzo 1887, Aleksandr Ul'janov lanciò la bomba contro i poliziotti, che però non esplose.



[3] Karl Berngardovič Radek, o Karol Sobelsohn Radek (1885-1939) è stato un rivoluzionario russo di origine ebreo-polacca. Fu tra i fondatori del partito comunista tedesco e del Comintern; partecipò alla rivoluzione del 1905 a Varsavia, fu oppositore della I guerra mondiale e divenne bolscevico nel 1917. Esponente dell' “opposizione di sinistra” a Stalin, fu espulso dal PCUS nel 1927; rientrò nel partito nel 1930 ma fu definitivamente espulso nel 1936 rimanendo poi vittima delle purghe staliniane (fu assassinato in carcere durante una finta rissa scatenata da un agente di Ber'ja). Uno storico del comunismo ha scritto di lui: "difficilmente classificabile sulla base delle etichette correnti, spirito sarcastico ed inquieto, anche dopo la morte di Lenin mai membro costante e disciplinato d'uno schieramento politico determinato, Radek si presenta nella storia dell'Internazionale nel corso degli anni venti come uno dei maggiori anticipatori e suscitatori dei problemi che verranno via via in discussione; dalla politica del fronte unico all'analisi del fascismo, dalla valorizzazione delle nazioni uscite sconfitte dalla guerra imperialistica ai problemi della partecipazione dei contadini alla rivoluzione proletaria in Europa e in Asia, non c'è ricerca di nuove vie della rivoluzione mondiale che lo trovi chiuso alla discussione o fermo a posizioni pregiudiziali".



[4] Inessa Armand, nata Elisabeth-Inès Stéphane d'Herbenville (1874-1920) è stata una rivoluzionaria francese poi naturalizzata russa. Nata a Parigi da gente di spettacolo, divenne una stretta collaboratrice di Lenin prima, e poi sua amante ufficiale. Morì di colera all'età di 46 anni: è sepolta sotto le mura del Cremlino.





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