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Il mattino del 26 luglio

unòrsominòre
Lingua: Italiano


unòrsominòre


Parliamoci chiaro,
chi parla di calcio non è innocente,
non esser conscio è esser complice,
non esser conscio è esser complice.

Parliamoci chiaro,
la lotta di classe è così fuori moda mio caro
E ognuno è democratico, ognuno è popolare,
ognuno è di buon cuore
ma per sentito dire,
tutti a sporcarsi di libertà
senza sapere cosa vuol dire.

Bella nazione di rincoglioniti,
quindici milioni di semianalfabeti
e un altro quarto non capisce quel che legge,
è la stagione delle piogge,
pettinati mediante telescherno
ad ascoltare massaie opinioniste,
a dir cazzate in coda alle poste.

Evadere il cervello,
lamentarsi e perdonarsi anche quello,
incollati alle tonache
ai servi ai leccaculi,
sempre ignoranti come cani,
a dar retta alle labbra bavose di un vecchio con l'ictus,
a un delinquente pagliaccio,
ai suoi deliri da pazzo.
Ma la verità è che non ci frega un cazzo.

E voi,
che fra poco prima o poi direte male di lui,
dove siete nascosti in questi anni di merda?
Siete rimasti col culo incollato al divano
a guardare la domenica sportiva o l'olocausto nucleare,
voi che sorridete alla vita per non esser volgari,
voi persone normali,
voi persone normali
ve ne tirate fuori silenziosi come faine,
imperturbabili nella devastazione.

E c'è in regalo di serie in dotazione
un bel 25 luglio per ogni generazione,
fascisti la sera, partigiani a colazione,
la grammatica della resistenza è indecifrabile ormai,
la grammatica della resistenza non la decifriamo.

Bisognerebbe saper dire di no,
privarsi di qualcosa,
declinare un invito,
rinunciare al compenso,
alla paga più alta,
all'applauso standard,
all'aperitivo,
a cavalcare l'onda,
per rialzarsi in piedi,
la testa in su,
rialzarsi in piedi.



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