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Il peggiore nemico del negro

Giovanna Marini
Lingua: Italiano


Giovanna Marini


E il peggiore nemico del negro non è ancora la polizia,
è nel grande quartiere popolare il peggior nemico del negro:
il bianco povero che non ha da mangiare.
È nella luce grigia delle strade,
è nel cemento pieno di rifiuti,
è nell’odore del quartiere misto,
anche un bambino sa che è inutile chiedere aiuti.

La mamma è fuori, fuori a lavorare...
La donna middle class appena sposata smette di lavorare,
per questo lei c’ha un marito...
Ma nello slum è diverso,
se ti vince la miseria sei perduto;
chiude la porta, non puoi più entrare,
tutto il giorno la strada ti ricorda
il tuo marchio ed il tuo colore.

Di odio quotidiano sei nutrito,
di discriminazione sei vestito.
«Tutti discriminano qua,
l’italiano dall’armeno,
l’irlandese dall’ebreo,
perché i negri fanno tante storie?»,
diceva una ragazza negra ormai middle-class.
Lei aveva vinto, filava il suo ragionamento!

Sei Joe l’ebreo, Jimmy il negro,
è da allora che impari a lottare,
tutto ha il suo prezzo e lo devi pagare
anche un saluto, anche farti rispettare.
Che importa se la guerra è anche altrove,
con te è nata, col tuo sangue, la tua vita!
Irlandese, italiano, ebreo
o negro, sei nell’America ricca,
è un grande fiume che ti può portare
ma impara il gioco se non vuoi affogare,
tu impara il gioco se non vuoi affogare
laggiù nel quartiere popolare.

E finchè dura così per l’America va bene,
il negro vorrà solo fare un passo avanti nella società,
diventare middle class,
uscire dallo slum,
uscire dal grande fango
dove lotta minuto per minuto contro il bianco.
Per un uomo americano dimmi che speranza c’è?
Qualche dollar sotto mano per la tomba a cliché.



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