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La cellule

Jules Clarenson
Language: French



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(Bob Dylan)


‎[1905]‎
Parole di Jules Clarenson, scritte mentre si trovava rinchiuso in isolamento, in cella di sicurezza, in ‎attesa di sentenza. Pubblicate su Germinal, giornale anarchico di Amiens, nell primavera del 1905. ‎
Musica del gruppo “Les crabes à la mer” (“Crabe”, granchio, era l’appellativo dato ai secondini dei ‎bagni penali francesi…) dal disco “Marius Jacob – Écrits” pubblicato da L’Insomniaque nel 1995 e ‎poi riedito nel 2004 con il diverso titolo de “Les Travailleurs de la Nuit”‎
Testo trovato su Alexandre Jacob, l’honnête cambrioleur - Un blog de l’Atelier de création ‎libertaire

‎‎

Jules Clarenson (1867-1927), noto con gli pseudonimi di Albert Puis, Fournil, Baron, Canet, ‎Audierne, è stato un rapinatore francese, un anarchico illegalista, amico e complice del grande ‎‎Marius Jacob, l’imprendibile ‎scassinatore leader della banda nota come Les Travailleurs del Nuit che agli inizi del 900 seminò il ‎panico tra i riccastri della capitale francese e che lo scrittore Maurice Leblanc prese a modello per il ‎suo personaggio letterario di Arsène Lupin.‎



Come Jacob anche Jules Clarenson fu condannato nel 1905 e la pena furono 5 anni di lavori forzati.‎
Inviato nel 1908 in un bagno penale della Guyana fu vittima, come tanti prigionieri, dell’infame ‎sistema del “doublage” in base al quale la magistratura consentiva illegalmente che ogni pena sotto ‎i 7 anni fosse di fatto raddoppiata, fino a 14 anni, mentre per i condannati a pene più gravi la ‎detenzione non finiva mai, trasformandosi in un ergastolo infernale.‎
Anche prima di essere inchiodato su di un isoletta nella terribile Guyana, Jules Clarenson aveva più ‎volte conosciuto il carcere ed era sempre evaso. Nel bagno penale la cosa era ben più difficile ma ‎lui non si diede per vinto. Nel 1918 mise in atto la sua ‎‎”belle” e lo riacciuffarono solo ‎alcuni anni dopo a Nizza. Rispedito nel terribile bagno penale di Saint Jean du Maroni, e questa ‎volta per morirci, Jules Clarenson evase di nuovo il 17 luglio 1927… ‎

Fu catturato due giorni dopo e morì quello stesso 19 luglio, quasi sicuramente perchè “les crabes” ‎questa volta gli cacciarono fuori l’anima a furia di botte. ‎
Finalmente libero.‎
De quel cerveau féroce, affolé par la rage,‎
De quel esprit sadique, affreux, dénaturé
Naquit l’intention terrible de la cage
Où l’homme enferme l’homme et le tient emmuré ?‎

Ce n’était pas assez des prisons ordinaires,‎
Des postes, des dépôts, bagnes, réclusions,‎
Et l’on édifia les maisons cellulaires
Pour compléter l’œuvre d’abomination !‎

Cellule ! Isolement ! C’est à dire la tombe,‎
Un long voile de deuil vous couvre tout entier
Lorsqu’on franchit le seuil de la cellule infâme !‎
Là vous n’existez plus ; de l’homme il n’est plus rien.‎

Vous êtes mort-vivant ; vous êtes corps sans âme.‎
Aucune impression, aucun bruit, aucun lien
Ne vous joint aux humains. Si ! reste la pensée,‎
Le cuisant souvenir qui du matin au soir

Trouble votre cervelle, ô torture insensée,‎
Peuple votre sommeil d’effrayants songes noirs
La mémoire qui s’efface et la raison qui sombre
Vous suggère parfois des idées de mourir.‎

Mais votre volonté s’en va ; s’éteint dans l’ombre ;‎
Et l’on n’a même plus la force d’en finir.‎
Le vieux Dante avait cru dans son enfer terrible
Mettre avec les anciens, les supplices nouveaux.‎

Il avait oublié, de tous le plus horrible :‎
L’atroce isolement, les cellules tombeaux

Contributed by Dead End - 2012/10/25 - 10:57




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