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Les Yankees

Richard Desjardins
Language: French


Richard Desjardins

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[1988]
Paroles et musique: Richard Desjardins
Album: Les derniers humains

Testo e musica: Richard Desjardins
Album: Les derniers humains

Richard Desjardins.
Richard Desjardins.



Più evidentemente marcata dalla tematica della lotta è la canzone, fortemente narrativa, Les Yankees, caratterizzata da alcune intuizioni geniali: l'uso del franglais (il francese sporcato di anglismi), il cortocircuito spazio/temporale che fonde indios sudamericani e indiani canadesi, la memoria del genocidio ottocentesco accostata all'imperialismo dei nostri giorni (tanto che in una recente versione live la canzone è preceduta da un monologo sulla guerra in Iraq.

Alessio Lega, da "...e compagnia cantante - Desjardins: di giardini, di foreste, di riviere e di scorie", in "A-Rivista anarchica" n° 318, pp. 31-33, giugno 2006.
La nuit dormait dans son verseau,
les chèvres buvaient au rio
nous allions au hasard,
et nous vivions encore plus fort
malgré le frette et les barbares.

Nous savions qu'un jour ils viendraient,
à grands coups d'axes, à coups de taxes
nous traverser le corps de bord en bord,
nous les derniers humains de la terre .

Le vieux Achille a dit:
"À soir c'est un peu trop tranquille .
Amis, laissez-moi faire le guet.
Allez! Dormez en paix!"

Ce n'est pas le bruit du tonnerre
ni la rumeur de la rivière
mais le galop
de milliers de chevaux en course
dans l'œil du guetteur.

Et tout ce monde sous la toile
qui dort dans la profondeur:
"Réveillez-vous!
V'là les Yankees, v'là les Yankees
Easy come, Wisigoths,
V'là les Gringos!

Ils traversèrent la clairière
et disposèrent leurs jouets de fer .
L'un d'entre eux loadé de guns
s'avance et pogne
le mégaphone.

"Nous venons de la part du Big Control,
son laser vibre dans le pôle,
nous avons tout tout tout conquis
jusqu'à la glace des galaxies

Le président m'a commandé
de pacifier le monde entier
Nous venons en amis .

Maint'nant assez de discussion
et signez-moi la reddition
car bien avant la nuit,
nous regagnons la Virginie!"

V'là les Yankees, v'là les Yankees
Easy come, Wisigoths,
V'là les Gringos!

"Alors je compte jusqu'à trois
et toutes vos filles pour nos soldats
Le grain, le chien et l'uranium,
l'opium et le chant de l'ancien,
tout désormais nous appartient
et pour que tous aient bien compris,
je compterai deux fois
et pour les news d'la CNN:
Tell me my friend,
qui est le chef ici?
Et qu'il se lève!
Et le soleil se leva.

Hey Gringo! Escucha me, Gringo!
Nous avons traversé des continents,
des océans sans fin
sur des radeaux tressés de rêves
et nous voici devant vivants, fils de soleil éblouissant
la vie dans le reflet d'un glaive

America, America.
Ton dragon fou s'ennuie
amène-le que je l'achève.
Caligula, ses légionnaires,
ton président, ses millionnaires
sont pendus au bout de nos lèvres.

Gringo! t'auras rien de nous
De ma mémoire de titan,
mémoire de 'tit enfant:
Ça fait longtemps que je t'attends.
Gringo! Va-t-en! Va-t-en
Allez Gringo! Que Dieu te blesse!

La nuit dormait dans son verseau,
les chèvres buvaient au rio,
nous allions au hasard
et nous vivions encore plus fort
malgré le frette et les barbares.

Contributed by Riccardo Venturi - 2006/6/25 - 12:53



Language: Italian

Versione italiana di Alessio Lega, da "La compagnia cantante", in "A-Rivista anarchica" n° 318, giugno 2006.
GLI YANKEE

La notte dormiva nel suo acquaio, le capre bevevano al fiume
Andavamo per il destino vivendo ancor più forte
Malgrado i barbari e l'ansia.

Sapevamo che un giorno sarebbero arrivati a colpi d'asce, a botte di tasse
A traversarci il corpo da parte a parte. Noi il popolo degli uomini sulla terra.
Il vecchio Achille ci ha detto: "Stasera c'è un silenzio sospetto
Amici, io resto di sentinella, andate a dormire in pace."

Non era lo scoppio del tuono, né lo scorrere del fiume
Ma il galoppo di migliaia di cavalli all'assalto nell'occhio della sentinella.

E mentre tutti nelle tende sprofondavano nel sonno
"Sveglia, sveglia! Arrivano gli Yankee, arrivano gli Yankee,
Easy come, visigoti. Ecco i gringos!"

Attraversarono il campo e disposero le armi.
Uno fra di loro impugnando la colt in mano avanza con un megafono
"Siamo inviati dal Big Controllo". Il laser vibrava verso il Polo
"Abbiamo conquistato tutto, tutto, tutto, fino al ghiaccio delle galassie
Il presidente m'ha ordinato di pacificare il mondo intero. Veniamo da amici!
Bene! Ora che ho chiarito questo, arrendetevi, perché prima che sia notte
Dobbiamo tornare in Virginia!"

Arrivano gli Yankee, arrivano gli Yankee. Easy come, visigoti. Ecco i gringos!

"Ora conto fino a tre e poi ci prendiamo le vostre donne, il grano, le bestie e l'uranio.
L'oppio e il canto dei vecchi. Tutto ormai ci appartiene
E se non avete capito, conterò fino a tre. E per le notizie c'è la NBC
Tell me my friends, chi è il vostro capo? Si alzi in piedi."

E il sole si levò in cielo.
"Hey Gringo! Escucha me, Gringo! Abbiamo attraversato i continenti
Oceani infiniti sopra zattere tenute assieme dai sogni
Ed eccoci in piedi e vivi, figli del sole abbacinante
Con la vita riflessa nella lama dei nostri coltelli

America, America! Se il tuo drago pazzo s'annoia
Vieni qui che lo sgozzo. Il tuo presidente, i suoi milionari
Resteranno impiccati sulle nostre labbra.
Gringo, non avrai niente da me!
Della mia memoria di titano, della mia memoria di bambino
E' già da un po' che t'aspettavo. Vattene gringo, sparisci!

La notte dormiva nel suo acquaio, le capre bevevano al fiume
Andavamo per il destino vivendo ancor più forte
Malgrado i barbari e l'ansia.

Contributed by Riccardo Venturi - 2006/6/25 - 13:08


Patetico testo impregnato di antiamericanismo becero.
Come se fosse pensabile che tutto il Nord America, attualmente abitato da 350 milioni di persone in continua crescita, rimanesse nelle mani di un milione di indiani (esatto, tanti erano gli indiani prima dell'arrivo dei pionieri). Che poi i pionieri abbiano fatto tutta una serie di porcate ai danni dei nativi, è incontestabile, ma pensare che un territorio così immenso potesse restare nelle loro mani è semplicemente ridicolo.
Bizzarro che poi, gli stessi che ritengono un'invasione quella dei pionieri inglesi ed europei in un nord america deserto, invece trovino assolutamente giusta e congrua la massiccia immigrazione dal sud del mondo in un'Europa sovrappopolata.
Che poi un francese strilli contro gli yankee invasori è veramente risibile, ha forse rimosso il D-Day? Finge di non sapere che senza gli odiati yankee oggi girerebbe con una svastica sul braccio?
Ah, ma i francesi avevano fatto la Maginot... non avevano bisogno di nessuno. Ma fatemi il piacere!

Rolo Tommasi - 2009/7/25 - 21:37


Commento, quello del sig. Tommasi, impregnato di un americanismo becero, banale, con decise venature razziste e, quel che peggio, arrogante quanto disinformato. Sarebbe ad esempio bastato cliccare sulla biografia di Richard Desjardins per vedere che l'autore non è francese, bensì canadese di lingua francese.

La vera essenza del colonialismo: degli esseri umani "inferiori" che non possono essere capaci di vivere sul proprio territorio. Quindi devono essere semplicemente spazzati via. Naturalmente non può mancare il parallelismo con l'immigrazione nell' "Europa sovrappopolata", la quale però ha avuto tutti i diritti di trovare i "posti al sole".

La solita fuffa degli "americani liberatori" non regge nemmeno un po'. Gli americani sono intervenuti a "liberare" quando sono stati colpiti direttamente a Pearl Harbor (prima di allora era prevalso un deciso non interventismo/isolazionismo nelle "vicende europee") e quando hanno constatato che la vittoria dell'Asse avrebbe contrastato i loro interessi, come sempre è stato. Per il resto, quando i suddetti interessi erano ben salvaguardati, hanno provveduto a sostenere nel mondo intero regimi pienamente paragonabili a quello hitleriano, e anche ad installarli quando necessario. Quando è stata questione di non toccare, sostenere e installare i regimi fascisti di Franco e dei colonnelli greci, non c'è stato nessun "D-Day". E neppure quando brigavano perché un'analoga cosa accadesse in Italia, nella stagione del golpismo.

Tutto questo naturalmente ribadendo che la Maginot, i francesi e tutto il resto c'entrano quanto il cavolo a merenda con una canzone di un canadese. Consiglio quindi al sig. Tommasi, prima di partire in tromba, di dare sempre una controllatina. Per usare una sua accorata espressione, ci dovrebbe "fare il piacere" (ma sicuramente dovrebbe farlo anche a se stesso) di non esporsi inutilmente ad una simile piètre figure da oriano fallacio in sedicesimo. Saluti.

Riccardo Venturi - 2009/7/25 - 23:49


...Non sarei tanto categorico e mi accontenterei di ravvisare nel signore di cui sopra la voce del suddito peninsulare medio. E il suddito peninsulare medio, si sa, farebbe bene a limitare la propria libertà di espressione ai campi che gli sono congeniali, come la pornografia, la pornografia o la pornografia -con qualche tollerata incursione nel campo della pornografia- anziché addentrarsi in perigliose dissertazioni su qualsivoglia altro àmbito dello scibile.

Io non sto con Oriana - 2009/7/27 - 03:29


Ah, sarebbe il caso di ricordare a 'sto Rolo che un giorno di dicembre del 1941 Uno Che Parlava Bene e che per oltre vent'anni ricoprì il ruolo di primo ministro nello stato che occupa la penisola italiana, pensò bene di... dichiarare guerra agli Stati Uniti. A leggerlo oggi non ci si crederebbe.
Se poi Tommasi non riuscisse proprio a tornare ad interessi culturali alla sua portata (che so, l'Opera Omnia di Gino Bramieri, la filmografia di Alvaro Vitali...) e avesse bisogno di qualche altro dato sull'altruismo dei "liberatori" potrebbe andare a frugare nei cimiteri dei partigiani lituani, di cui si può dire tutto il male che si vuole ma non che non si siano fatti ammazzare fino all'ultimissimo uomo, pur consapevoli del fatto che l'ONU e l'AmeriKKKa non avrebbero mosso un dito per evitare la sovietizzazione del loro paese, decisa a Yalta con due tratti di lapis copiativo.

Io non sto con Oriana - 2009/7/27 - 03:53


Mi permetto però stavolta di dissentire con Io Non Sto Con Oriana su un punto. Gino Bramieri è stato, a mio parere, un uomo di spettacolo più che rispettabile. Sicuramente i suoi personaggi, le sue macchiette, le sue barzellette e i suoi sketch comici non partecipavano dell'idiozia e dell'incultura di questi tempi, e non lo associerei mai ad un intervento davvero infelice come quello del sig. Tommasi.

Gino Bramieri, Marisa Del Frate e Raffaele Pisu.
Gino Bramieri, Marisa Del Frate e Raffaele Pisu.

Riccardo Venturi - 2009/7/27 - 19:58




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