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Verrà

Joe Fallisi
Lingua: Italiano


Joe Fallisi

Lista delle versioni e commenti


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[31 dicembre 2004]
Testo di Joe Fallisi
Sull'aria di Amazing Grace
Verrà, sì verrà la libertà,
La terra che amiam ci rivedrà.
Non invan sofferto noi abbiam,
Oh madre a te torniam.

Oh Palestina che brilli nel cuor,
Oh stella che arde d'amor!...
Sionisti, oppressori, tiranni cadran.
Verrà la libertà.

Fratelli Ebrei, vivete con noi.
Un solo Paese sarà.
Giustizia, eguaglianza insieme avrà
La nuova umanità,
La nuova umanità.

inviata da Riccardo Venturi - 7/6/2006 - 11:02



Lingua: Inglese

Words by Joe Fallisi, on the air of "Amazing Grace".
Music by anonymous.
(da civiumlibertas.blogspot.com)
WILL COME

Will come, yes freedom will come,
The land we love will see us again.
We didn't suffer in vain,
Oh mother we come back to you.

Oh Palestine in our heart you shine,
You, love burning star!...
Zionists, oppressors, tyrants will fall.
Freedom will come.

Oh brothers Jews do live with us.
Ours will be one country.
The new humanity will have
Justice, equality together.

inviata da The Lone Ranger - 31/5/2010 - 10:27


C'è pure il testo in arabo, ma è in formato jpg e non so come trascriverlo...
http://civiumlibertas.blogspot.com/200...

The Lone Ranger - 31/5/2010 - 10:29


Gaza: Israele attacca navi dei pacifisti

di Umberto De Giovannangeli per Limes

I commandos hanno attaccato la nave della Freedom Flotilla a 64 chilometri dalla costa, in acque internazionali, ma presidiate dalla marina israeliana. Nella carta la situazione geopolitica a Gaza dopo l'ultima guerra.

L'assalto si è trasformato in un bagno di sangue.
Sangue destinato a pesare non solo e non tanto sul già traballante scenario politico-diplomatico mediorientale, ma soprattutto sull'immagine, sull'idea stessa di Israele nel mondo.

Di fronte alle immagini dei commandos israeliani che aprono il fuoco sul ponte della nave della Freedom Flotilla, è impossibile, anche per il più strenuo difensore dello Stato ebraico, parlare di diritto di difesa, di pericolo immanente. Quelle navi portavano aiuti umanitari, non armi. E l'eventuale resistenza opposto dagli assaliti non può giustificare la reazione assolutamente spropositata dei soldati di Tsahal. E tutto questo in acque internazionali.

Per Israele è un'onta destinata a durare nel tempo. Per la comunità internazionale, è un banco di prova. L'ennesimo. Quelle immagini di sangue hanno già fatto il giro del mondo. In particolare del mondo arabo e musulmano. Sono destinate a infiammare gli animi, a divenire una straordinaria arma di propaganda per i gruppi della nebulosa qaedista che propugnano il Jihad globalizzato contro il “Nemico sionista” e i suoi alleati.

Una reazione inadeguata alla enormità del fatto, alimenterebbe la convinzione che nel tormentato Medio Oriente, l'Occidente, gli Usa in primis, continuino ad adottare la politica dei “due pesi, due misure”, dove la misura adottata verso Israele è quella della sostanziale impunità. Ma questa tragedia annunciata è anche un banco di prova per Israele, per la sua democrazia: giustificare l'attacco, o pensare di risolvere il tutto con parole di rincrescimento, sarebbe una ulteriore prova di arroganza. E di debolezza.

Perché aprire il fuoco su quelle navi non è un segno di forza, ma di debolezza, di vuoto politico. La psicosi dell'accerchiamento, il sentirsi perennemente in trincea, sta portando Israele ad un passo dal baratro, trasformandolo in un ghetto atomico in guerra contro tutto e tutti. Alla fine, anche contro se stesso.

The Lone Ranger - 31/5/2010 - 10:35


Posso suggerire di aggiornare al sezione Novità con le notizie da Gaza, magari a partire proprio da questa canzone di Joe Fallisi? Con la speranza che stia bene e che non sia stato arrestato...

The Lone Ranger - 31/5/2010 - 10:39



La storia non insegna



Una notte. Una nave. Decine di uomini e donne che vogliono portare aiuto ad altri uomini e donne. Improvvisamente: spari, bombe, elicotteri, assalti, morti (per ora 19), feriti, un massacro. Uno sterminio. Luci ed esplosioni che squarciano il cielo. Grida e sangue innocente. I visi distorti dalla ferocia.
Non è il racconto dell'attacco notturno di una squadraccia contro i partigiani, o quello di un blitz delle SS per scovare ebrei nascosti in territorio tedesco. È la storia di quello che lo Stato di Israele ha appena compiuto contro una nave di aiuti umanitari diretta verso la Striscia di Gaza.
La Freedom Flotilla è stata assaltata e le persone a bordo massacrate. Le ultime di migliaia di vittime della foga omicida dello Stato di Israele.

Non è un videogame. Non è un incidente. È un atto premeditato di prepotente violenza per mandare un segnale a tutti coloro che non accettano la dittatura di Tel Aviv, che non accettano che milioni di persone siano rinchiuse da anni in un lager a cielo aperto. Senza cibo. Senza medicinali. Senza libertà.
Allo Stato di Israele e a molti dei suoi cittadini e sostenitori la storia non insegna nulla. Un terribile rovesciamento della storia in cui i protagonisti del più grande genocidio si rendono protagonisti a loro volta dell'oppressione e dello sterminio lento e inesorabile di un intero popolo.

La strage della Freedom Flotilla deve riportare Israele e i suoi sostenitori nella storia. E ognuno di noi deve agire perché non si torni più indietro. Torniamo a riempire le piazze. Torniamo a gridare il nostro dolore e la nostra rabbia. Torniamo a vivere la rivolta.

In ogni città. In ogni strada. In ogni quartiere.
Intifada.
Per non dimenticare tutte le vittime del regime israeliano.
Libertà per il popolo palestinese.

Il collettivo di A/I
autistici.org
inventati.org
noblogs.org

Aggiornamenti su: Italy Indymedia
Mobilitazioni: Forum Palestina

31/5/2010 - 22:32


Informo che Joe Fallisi, gli altri pacifisti italiani e pure le CCG sono malamente citati da Il Giornale... pacifisti kamikaze, vengon detti da questo immondo giornalucolo...

The Lone Ranger - 1/6/2010 - 13:47


''I sei italiani fermati in Israele sono stati espulsi'' e sono liberi. Lo ha annunciato Stefania Craxi, che si trova in Cisgiordania, spiegando che gli italiani si trovano ora in pullman...

http://www.clandestinoweb.com/box-focu...

3/6/2010 - 06:43


Blitz Gaza, gli italiani denunciano: "Botte sulla nave e anche in aeroporto". "Sembrava di essere sul set di Apocalispse Now" . "E' stato un rapimento".
Sono arrivati nella notte a Istanbul e torneranno in mattinata in Italia i pacifisti italiani arrestati dopo il blitz contro la flottiglia filo-palestinese al largo di Gaza. Confermati nove morti: 8 turchi e un americano di origine turca

ISTANBUL - Botte, tante, nel carcere e anche durante il viaggio di ritorno dopo l'espulsione. I sei pacifisti italiani - Angela Lano, Giuseppe Fallisi, Ismail Abdel Rahim Qaraqe Awin, Marcello Faracci Zani e Manolo Luppichini, arrestati dall'esercito israeliano dopo il blitz contro la flottiglia filo-palestinese - sono sulla via di casa (cinque nella notte sono arrivati a Istanbul e in mattinata dovrebbero raggiungere la loro patria insieme al sesto che dovrebbe arrivare direttamente da Tel Aviv), denunciano le violenze e raccontano come hanno vissuto questo incubo: prima l'assalto alla nave su cui viaggiavano, la '8.000', poi l'arresto e la permanenza in prigione. Intanto l'agenzia turca Anadolu, citando i medici legali, ha diffuso la nazionalità dei nove attivisti morti durante il raid israeliano: sono otto turchi e un americano di origine turca, e sono stati tutti raggiunti da colpi d'arma da fuoco.

"Siamo stati picchiati". "Prima sulla nave dai militari e poi ancora all'aeroporto di Tel Aviv" dalla polizia. E' il racconto di Giuseppe Fallisi, uno degli attivisti italiani arrivati stanotte a Istanbul dopo l'espulsione da Israele 3. "Ci picchiavano a esempio se non ci sedevamo, e dopo averci picchiati ci mandavano i medici a visitarci", afferma il tenore milanese. "Siamo stati portati in un carcere in mezzo al deserto, appena finito di costruire: sembrava lo avessero costruito apposta per noi. In prigione non ci sono state violenze, avevamo a disposizione anche una doccia", ha raccontato Fallisi.

Luppichini trattenuto. Manolo Luppichini, l'unico dei sei attivisti italiani rimasto in Israele perché privo di passaporto, è rimasto coinvolto in una "violenta discussione" con le forze di polizia israeliane, ha raccontato Fallisi al suo arrivo in Turchia. "Un ragazzo di origine palestinese di nome Osama si è messo a discutere con la polizia, sono cominciate a volare parole grosse e qualche sberla, a quel punto Manolo è intervenuto per difenderlo. I poliziotti lo hanno portato via", ha detto. "Quando stavamo per muoverci per l'aeroporto, io ho chiesto che fine avesse fatto Manolo, la polizia mi ha risposto che sarebbe arrivato di lì a poco e invece non l'ho più visto".

"Abbiamo subito un vero e proprio rapimento". "Sia sulla nave che in prigione, dove non avevamo nessun tipo di diritto: non potevamo fare telefonate, chiamare i nostri avvocati", aggiunge Angela Lano, l'unica donna tra gli attivisti italiani fermati. "Sono anni che mi occupo di Palestina - ha affermato la giornalista torinese, 47 anni - ma la violenza che ho visto su quelle navi è stata incredibile". "Ho già chiamato mio marito: ora è molto più tranquillo", ha aggiunto. La giornalista fa sapere di "non ha firmato alcun foglio del governo israeliano prima di uscire da Israele".

"Sembrava Apocalipse now". "L'assalto dei soldati israeliani che si sono avvicinati alla nostra nave a bordo dei gommoni sembrava una scena di 'Apocalypse now'", racconta il trentenne Manuel Zani, il più giovane tra gli attivisti italiani fermati. "Vedere tutti quei soldati bardati, col volto coperto. Avevo paura - continua il videomaker romagnolo - ma per una po' mi sono goduto la scena". "Quando abbiano capito che ci stavano per aggredire ci siamo separati in due gruppi. Io sono andato con i giornalisti nella cabina di pilotaggio per cercare di filmare quello che stava succedendo, ma ci hanno sequestrato tutto: ho perso diecimila euro di attrezzature e non so se le recupererò mai", spiega Zani. "In Israele non ci torno neanche morto - conclude il trentenne, per la prima volta a bordo della flottiglia Free Gaza - ma voglio tornare in Palestina al più presto".

"Voglio tornare". E c'è chi, a pochi minuti dal suo rilascio, già pensa al prossimo viaggio. Come l'italo palestinese Ismail Abdel-Rahim Qaraqe Awin: "Abbiamo fatto questo sacrificio per la gente di Gaza - dice con rabbia -, per quel milione e mezzo di palestinesi che sono in galera. Vogliamo farlo ancora. Vogliamo che il governo italiano e di tutto i Paesi del mondo capiscano. Basta con il silenzio: end the siege on Gaza".

La nazionalità dei 9 morti. I nove attivisti morti durante il raid israeliano sono otto turchi e un americano di origine turca. Lo scrive l'agenzia turca Anadolu citando i rapporti di esperti e medici legali secondo i quali le nazionalità sono state determinate dopo gli esami all'Istituto di medicina legale di Istanbul, dove i cadaveri erano stati trasferiti da Israele nella mattinata di ieri. I medici legali, afferma ancora l'Anadolu, hanno trovato segni di colpi d'arma da fuoco su tutte le vittime e hanno stabilito che una di essere è stata colpita a bruciapelo. Le fonti hanno aggiunto che le circostanze esatte delle morti saranno stabilite con maggiore precisione una volta eseguiti gli esami balistici, per i quali occorrerà circa un mese.

Da La Repubblica del 03 giugno 2010.

The Lone Ranger - 3/6/2010 - 11:55


Era assolutamente scontato che Israele rifiutasse la commissione d'inchiesta internazionale votata a larghissima maggioranza dall'ONU... Se ne sono sempre impippati delle risoluzioni internazionali... Il ministro degli esteri Lieberman ha pure dichierato che la massima autorità internazionale "non ha autorità morale"... Quindi non sarebbe cambiato assolutamente nulla se l'Italia si fosse dichiarata - come tutti gli altri paesi, ad eccezione di USA e Olanda - favorevole ad un'inchiesta internazionale su di un crimine per giunta avvenuto in acque internazionali... Invece no, Frattini e il governo Berlusconi hanno adottato la consueta "politica dello zerbino", forti coi deboli e deboli coi forti, e hanno cercato di minimizzare la gravità di quello che è successo... La dichiarazione di Zerbini, pardon, Frattini sembrava gli fosse stata dettata proprio da Avigdor Lieberman... Ma perchè non se lo prendono come sottosegretario in Israele?

The Lone Ranger - 3/6/2010 - 15:49


Spero che un giorno verrà davvero la libertà per il popolo palestinese, ma ho paura che non sarà facile perchè dovrà liberarsi da solo... i palestinesi dovranno liberarsi da soli dalla morsa di Israele che li accerchia e li uccide ogni giorno; dovranno liberarsi da soli dall'ipocrisia dei regimi arabi, dall'inettitudine dei paesi europei e da doppio gioco del "grande mediatore" americano; dovranno liberarsi da soli dai loro dirigenti corrotti (quelli che nei Territori fanno gli affari con gli israeliani mentre la gente dietro al Muro perde ogni giorno un po' di terra e un po' di speranza) e dai miopi e ottusi oltranzisti di Hamas (che nei giorni scorsi, mentre gli israeliani facevano a pezzi i pacifisti accorsi per cercare di rompere l'assedio di Gaza, facevano la loro sporca parte chiudendo, proprio a Gaza, molte ong che lavorano per dare un po' di respiro alla popolazione imprigionata nel più grande carcere del mondo)

Il popolo palestinese è solo, e dovrà fare tutto da solo, come sempre... Come aveva ragione il grande disegnatore palestinese Naji al-Ali, l'inventore dell'unico vero simbolo del popolo palestinese, "Handala", il bambino che non mostra mai il volto, quando raccontava: "Sono nato nel 1937 nel villaggio di Al-Shajara, situato fra Tiberiade e Nazareth in Galilea. Nel 1948 sono emigrato ad Ain al-Helwa, uno dei campi profughi nel sud del Libano, vicino a Sidone [...]. La gente degli accampamenti era la gente della terra in Palestina. Non erano commercianti o latifondisti. Erano contadini. Quando hanno perso la loro terra, hanno perso le loro vite. La borghesia non ha mai dovuto vivere nei campi profughi, dove gli abitanti sono esposti alla fame e ad ogni sorta di degradazione e di oppressione. Intere famiglie sono morte nei nostri campi. Quelli sono i Palestinesi che rimangono nella mia mente, anche quando il mio lavoro mi porta via dal campo".
E infatti Naji al-Ali, intellettuale e artista scomodo, fu assassinato a Londra nel 1987, e a sparargli in testa, alle spalle, non furono i servizi israeliani ma un sicario mandato dal presidente palestinese Yasser Arafat...

Sì, i palestinesi sono soli e dovranno fare tutto da soli, se vorranno vivere...

The Lone Ranger - 4/6/2010 - 09:31



Joe Fallisi per la Libia
da Kelebekler

Un volantino che Joe Fallisi ha scritto rivolto alla popolazione di Ostuni, dove lui risiede.


SE NON ORA QUANDO?

“E’ buffa la leggerezza con cui i malvagi pensano che gli andrà tutto bene.” (Victor Hugo)
“Chi mente una volta, spesso deve abituarsi alla menzogna; perché ci vogliono sette menzogne per occultarne una.” (Friedrich Rückert)
“Ci sarà in una delle prossime generazioni un metodo farmacologico per far amare alle persone la loro condizione di servi e quindi produrre dittature, come dire, senza lacrime; una sorta di campo di concentramento indolore per intere società in cui le persone saranno private di fatto delle loro libertà, ma ne saranno piuttosto felici.” (Aldous Huxley)
“Il fatto che gli uomini non imparino molto dalla storia è la lezione più importante che la storia ci insegna.” (Aldous Huxley)
“Forse la terra è l’inferno di un altro pianeta.” (Aldous Huxley)
“Se vuoi un’immagine del futuro, immagina uno stivale che schiaccia una faccia umana – per sempre.” (George Orwell)
“I tre slogan del Partito: La guerra è pace. La libertà è schiavitù. L’ignoranza è forza.” (George Orwell)
“La libertà consiste nella libertà di dire che due più due fanno quattro. Se è concessa questa libertà, ne seguono tutte le altre.” (George Orwell)


Cari Ostunesi, mi rivolgo a voi come concittadino. Lo sono da poco, ma qui mi sento a casa mia, in famiglia, so di avere orecchie che mi possono ascoltare e capire più che in una grande città anonima, dove ogni voce si perde nei rumori del traffico, dove le masse sono composte da individui isolati, dove nessuno si conosce realmente e si parla. Al mio ritorno dalla Freedom Flotilla mi avete accolto come un fratello, come uno di voi. Non l’ho mai dimenticato, ed è per questo che mi permetto di scrivervi. I nostri sono giorni tragici, che nessun gioco a premi, nessun Grande Fratello, nessuna Isola dei Famosi, o Fattoria, o partita di calcio può nascondere. Ci troviamo precipitati nel gorgo della guerra, una delle più infami e ingiuste della storia, quasi di fronte alle nostre spiagge!… E l’Italia, fino a ieri alleata e amica dei libici, con cui aveva stipulato vantaggiosi e lungimiranti contratti di collaborazione e ai quali aveva chiesto perdono per gli orrori compiuti durante il fascismo, ora presta, come il peggior Giuda e traditore, le proprie basi e i propri “Tornado” ai predoni imperialisti! Eppure, voi lo sapete, la nostra Costituzione ce lo vieta espressamente… Ecco l’articolo 11:

L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.

Chi può essere così falso e ipocrita da far rientrare il nostro odierno “intervento” in quelle eventuali “limitazioni di sovranità”, cancellando così l’affermazione, chiarissima, che apre il testo costituzionale? In effetti non c’è dubbio che i dirigenti del nostro Paese ci hanno trascinato in una “guerra come strumento di offesa alla libertà” di un altro popolo, il quale non s’è mai sognato di dichiararne a noi nessuna… e che immagino, d’ora innanzi, cosa penserà degli italiani!… voltagabbana, servili, pugnalatori alle spalle! Questo siamo, purtroppo. E badate che viceversa potremmo non esserlo!… la Germania, per esempio, s’è tolta da tale schifo… E del resto cosa speriamo?… di raccogliere qualche miserabile briciola, rimasuglio dal pasto degli avvoltoi? Meglio, enormemente meglio sarebbe stato (sarebbe ancora) serbare un poco di dignità e di orgoglio, dire no a questo scempio. NIENTE era vero, tutto inventato a tavolino, farlocco, dei pretesti con cui ci si è avventati sulla preda africana… diecimila morti, bombardamenti su civili inermi, fosse comuni!… una moltiplicazione inaudita e incredibile di menzogne… il falso, al posto del vero, obbligatorio per i teleutenti passivi!… Gheddafi, che non è certo un santo, ma rispetto a mostruosi criminali di guerra come Obama è un dolcissimo koala, dipinto… come il diavolo in persona!… stragista implacabile, divoratore del suo popolo (che, chissà perché, tuttavia, nella maggioranza è con lui…)… eppure bastava informarsi, ragionare con la propria testa per capire come stavano le cose… Sono certo che molti di voi l’hanno fatto. Perché i politici senza vergogna ci prendono per incapaci, per idioti, ma i pazzi furiosi sono loro! Le economie dell’Occidente, e innanzi tutto quella americana sull’orlo della bancarotta, dissanguate dalle banche private usuraie e dalle guerre in giro per il mondo, vogliono impossessarsi delle risorse energetiche della Libia e mettere fine alla sua scandalosa indipendenza, durata più di quarant’anni. Trasformeranno, quest’accolita di vampiri, in un Kosovo, in un Iraq anche la gloriosa Giamahiria del Libro verde… rovinata, smembrata, ridotta al rango di neo-colonia… per i nuovi Graziani, i nuovi genocidi! Lo sapete cosa significano tutte quelle tonnellate di bombe radioattive con cui stiamo impestando, noi, “democratici” e “progressisti”, esportatori dei “diritti umani”, il suolo della Libia? Vi prego solo di considerare le seguenti cifre: gli uomini sono tali da circa 8 milioni di anni, mentre le prime forme di vita multicellulari apparvero sul nostro pianeta 2,1 miliardi di anni fa. Bene. La vita media dell’uranio impoverito è di 4,5 miliardi di anni… E come nascono abitualmente, ormai, bambini deformi a Falluja o a Gaza, così succederà a Tripoli… MAI, in tutta la storia, nessun despota aveva compiuto atti tirannici di questa portata!… che invece noi perpetriamo tranquillamente, come se niente fosse!… sì, fino a quando non tornano i nostri stessi giovani ammalati a morte di cancro, di leucemia!… “No-fly zone” e bombardamenti a tappeto sulla Libia sovrana perché cerca di difendere – giustamente!… come faremmo noi, come farebbe qualunque altro Paese – la propria integrità territoriale contro un gruppetto di rivoltosi armati e pagati dallo straniero… ma niente di simile, nei confronti, che so, del Bahrein che massacra i dimostranti a mani nude o dello Yemen che li irrora di gas nervino!… o di Israele, lo Stato più razzista del mondo, che martirizza i Palestinesi e occupa la loro patria da 63 anni!… Pochi giorni fa gli abitanti di Madrid sono scesi in piazza per gridare la loro opposizione al governo che ha aderito, come il nostro, alla coalizione dei “volonterosi” (assassini)… FACCIAMOLO ANCHE NOI! Che un piccolo paese del Sud dia il buon esempio a tutta l’Italia!… Vi propongo di ritrovarci insieme nella piazza del nostro Municipio domenica 27 marzo alle ore 17.

Concittadini, è ora di dire BASTA ai distruttori di madre terra e dell’umanità… Protestiamo! Telefoniamo, scriviamo a tutte le autorità, esprimendo il nostro NO alla guerra!… DISSOCIAMOCI dalla Casta dei delinquenti! Non rimaniamo in silenzio, non chiudiamo gli occhi, SVEGLIAMOCI! Ne va del nostro onore e del futuro dei nostri figli, che un giorno ci giudicheranno… Viviamo con dignità!

SE NON ORA QUANDO?

25/3/2011 - 08:58




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