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Storie degli anni Settanta

Daniele Biacchessi
Lingua: Italiano


Daniele Biacchessi


Sono storie dell’Altra Italia.

Storie di omicidi rimasti impuniti, di sangue versato lungo le strade e le piazze italiane.
Storie di giovani uccisi per le loro idee.

Storie che si snodano come fosse una sceneggiatura di un film in tante scene.

Prima scena, ciak

Milano, 12 dicembre 1970. La polizia carica, gli studenti lanciano bottiglie incendiarie. Nel corso degli scontri in Via Larga lo studente Saverio Saltarelli, di 23 anni, viene ucciso da un candelotto lacrimogeno sparato ad altezza d'uomo.

Seconda scena, ciak.

Pisa. 5 maggio 1972. E’ previsto un comizio del Movimento Sociale Italiano. Franco Serantini, giovane anarchico, viene arrestato e condotto prima in caserma, poi in carcere, in cella d'isolamento.La mattina del 7 maggio, alle ore 8.30, Franco Serrantini viene trasportato al pronto soccorso del carcere. Muore alle 9.45.

Terza scena, ciak

Milano, 23 gennaio 1973. Gli studenti della Bocconi chiedono un’aula per una riunione. Il Rettore vieta l’assemblea e chiama la polizia che spara. Roberto Piacentini, giovane operaio, viene colpito alla schiena e Roberto Franceschi, viene ucciso da un proiettile che gli trapassa la nuca.

Quartascena, ciak.

Milano.16 aprile 1975. Una manifestazione per la casa organizzata da gruppi della sinistra extraparlamentare termina in Piazza Cavour. Il neofascista Antonio Braggion estrae la pistola e fa fuoco contro una decina di giovani che sostano all'angolo con via Turati. Muore il giovane Claudio Varalli.

Il 17 aprile 1975, una manifestazione punta sulla sede missina di via Mancini. Gli scontri si fanno durissimi. Un camion dei carabinieri investe e uccide. il giovane militante dei Caf Giannino Zibecchi.

Quinta scena, ciak.

Reggio Emilia.12 giugno 1975.Mancano tre giorni alle elezioni amministrative. Intorno alle 23, Alceste Campanile, militante di Lotta Continua, si trova a Convoglio, sulla strada che collega Montecchio a Sant'Ilario, provincia di Reggio Emilia. Viene giustiziato con due colpi di pistola:uno alla nuca, il secondo dritto al cuore.

Sesta scena, ciak.

Milano. Sabato 18 marzo 1978, due giorni dopo il rapimento di Aldo Moro. Il silenzio maschera il rumore sordo di passi veloci, quelli di Fausto Tinelli e Lorenzo Iannucci, detto Iaio, 19 e 18 anni. Due ragazzi di sinistra che frequentano il Centro Sociale Leoncavallo. All'altezza del portone dell'Anderson School, in via Mancinelli i passi d'improvviso si fermano. Fausto e Iaio avvertono il pericolo. Due persone si avvicinano con fare sbrigativo. Li bloccano. La loro vita si spegne sotto i colpi di otto proiettili Winchester calibro 7,65, sparati da un killer professionista. Un'esecuzione

Settima scena, ciak.

Roma. 22 febbraio 1980. Tre persone si presentano a casa di Valerio Verbano, militante di Autonomia Operaia di Roma. Uccidono il ragazzo davanti agli occhi dei suoi genitori.

Ottava scena, ciak.

Genova, 20 luglio 2001. Poco dopo le 17,20.Duri scontri tra polizia e manifestanti che si oppongono al G8 proseguono da ore. Due colpi di pistola. Carlo Giuliani cade a terra. Il defender dei carabinieri fa marcia indietro e passa sul corpo ormai senza vita del giovane.


Nona scena,ciak.

Ferrara, notte tra il 25 e il 26 settembre 2005. Federico Aldrovandi, 18 anni, viene trovato morto. Il suo corpo è livido e tumefatto. Federico Aldrovandi viene ucciso a manganellate da agenti in servizio durante un normale controllo di polizia. Un abuso di potere che si trasforma in omicidio.

Decima scena, ciak.

La storia di Stefano Cucchi comincia quando finisce la sua libertà. Sta fumando uno spinello con un suo amico. Subisce un controllo e una perquisizione, gli trovano 18 grammi di hashish, qualche pasticca. Viene fermato e arrestato. E’ sano. Sta bene.

E invece no

Stefano muore il 22 ottobre 2009 alle 6,20 del mattino.

In realtà le scene del film dovrebbero essere alcune centinaia.

Sono quelle di persone uccise in Italia nelle strade, nelle piazze, sotto casa, nelle carceri.

Sono storie dell’Altra Italia che non hanno avuto alcuna giustizia.



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