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Remember Rockefeller at Attica

Charles Mingus
Language: Instrumental


Charles Mingus

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Attica Blues
(Archie Shepp)


‎[1974]‎
Brano strumentale da “Changes One”‎

Mingus-ChangesOne

Come Attica Blues, Attica State e The Hostage, un brano scritto dopo il tragico epilogo di una rivolta nel ‎‎penitenziario di Attica, New York, avvenuta nel settembre del 1971.


L'effetto più immediato dell'omicidio di George Jackson fu la rivolta della prigione di Attica, nel settembre 1971: la ribellione nasceva da una lunga storia di torti profondi, ma la situazione era giunta al punto di rottura quando giunse la notizia della morte di Jackson.

attica prison riot


Il carcere di Attica era circondato da un muro alto una decina di metri con uno spessore di oltre mezzo metro e quattordici torrette. I detenuti erano per il 54 percento neri; tutti gli agenti di custodia erano bianchi. I prigionieri passavano da quattordici a sedici ore al giorno in cella, la loro corrispondenza veniva letta, erano imposte restrizioni alle loro letture, le visite dei parenti si svolgevano con una griglia in mezzo, l'assistenza medica era vergognosa, il sistema della libertà condizionale era iniquo e il razzismo permeava tutto.

[...]

Il 9 settembre 1971 una serie di conflitti tra detenuti e guardie spinse un gruppo di detenuti a sfondare un cancello con una saldatura difettosa e ad occupare uno dei quattro cortili della prigione, tenendo in ostaggio quaranta secondini. Nei cinque giorni successivi i detenuti, nel cortile, formarono una comunità fuori dall'ordinario.

Un gruppo di cittadini invitati come osservatori dai detenuti comprendeva il giornalista del New York Times Tom Wicker il quale scrisse (in A Time to Die) "L'armonia razziale che regnava tra i detenuti era assolutamente stupefacente".

Dopo cinque giorni lo stato prerse la pazienza, e il governatore Nelson Rockfeller autorizzò un attacco militare alla prigione. Guardie nazionali, guarde carcerarie e poliziotti del luogo entrarono con fucili automatici, carabine e pistole mitragliatrici per sferrare un attacco ai detenuti, che non avevano armi da fuoco. Trentuno prigionieri persero la vita.

Le prime versioni dell'accaduto fornite alla stampa dalle autorità carcerarie affermavano che i detenuti, durante l'attacco, avevano tagliato la gola a nove guardie tenute in ostaggio. Le autopsie ufficiali dimostrarono quasi immediatamente che era falso: le nove guardie erano morte sotto la stessa pioggia di proiettili che aveva ucciso i detenuti.

Howard Zinn, Storia del popolo americano, cap 19 (Sorprese). Traduzione di Erica Mannucci.
‎[Strumentale]‎

Contributed by Bartleby - 2011/12/22 - 14:36




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