Language   

Intolleranza 1960‎

Luigi Nono
Language: Italian


Luigi Nono


Tempo Primo


Sipario calato – sala buia – proiezioni con scritte

[Coro iniziale]
Vivere è stare svegli
e concedersi agli altri,‎
dare di sé sempre il meglio
e non esser scaltri.‎
Vivere è amare la vita
coi suoi funerali e i suoi balli,‎
trovare favole e miti
nelle vicende più squallide.‎
Vivere è attendere il sole
nei giorni di nera tempesta,‎
schivare le gonfie parole
vestite con frange di festa.‎
Vivere è scegliere le umili
melodie senza strepiti e spari,‎
scendere verso l’autunno
e non stancarsi d’amare.‎

Lentamente il sipario si alza

I scena


In un paese di minatori

[Emigrante]
Da anni mi divora il desiderio
di tornare nella mia terra.‎
Sono stanco di questa vita grigia,‎
di questo lavoro nelle tenebre.‎
Pendo come un fantoccio svuotato
senza toccare la terra.‎
La mia vita è sospesa‎
all’uncino del bisogno.‎

[Coro di minatori]
Tu giungesti qui
emigrante
con qualche speranza.‎
I giovani del tuo paese,‎
sono costretti a lasciarlo:‎
là non c’è lavoro.‎
Dal fondo dei pozzi saliamo alla luce
maschere nere,‎
con lunghe criniere di fumo.‎

[Emigrante e coro di minatori]
Quanti di noi
s’inabissano in quelle caverne
restandovi in forma di felci impietrite
insanguinati fossili.‎

[Coro di emigranti]
E gli altri
scavano, scavano
fra spume scarlatte di fiamme‎
trovando braccia a brandelli
mani sparse come foglie secche.‎

[Emigrante]
Non sarò più con voi.‎
La mia terra mi chiama.‎

II scena


Nella stessa scena irrompe una donna

[Donna]
Resta! Resta! Resta!‎
Per anni ti ho dato
calore e conforto.‎
Ti ho aperto il mio grembo.‎
Nella miniera i miei occhi
ti facevano luce.‎
Quando salivi dal pozzo
erano le mie parole
a consolarti.‎
Eri una statua nera.‎
Un nero amore.‎
E ora fuggi come il vento!‎

[Emigrante]
Come gabbiani in burrasca
m’invocano
le voci della mia terra!‎

[Donna]
Maledetto emigrante!‎
Non ti serve più il mio corpo!‎
Nero catarro!‎
Staccati dalla mia gola!‎
Nero verme!‎
Non succhiare il mio seno!‎
Implacabile t’inseguirò!‎

La donna esce

[Coro di minatori]
Montagne boschi fiumi
entrano nello specchio dei tuoi occhi.‎
Acque alberi nuvole
ti salutano.‎
Noi ti vorremmo seguire
ma il bisogno ci lega,‎
il bisogno è più forte del sogno.‎
Addio!‎

L’emigrante inizia il suo viaggio

III scena


In una città – Grande dimostrazione di popolo – Un emigrante v’assiste

[Coro di dimostranti]
Nie Wieder!‎
No pasaran!‎
Morte al fascismo! Libertà ai popoli!‎
Down with discrimination!‎
La sale guerre!‎

La polizia interviene – scontri tra polizia e dimostranti – alcuni d’essi vengono arrestati – tra ‎essi anche l’emigrante. Sulla scena restano feriti alcuni dimostranti – gli altri e polizia via

IV scena


In un posto di polizia – Interrogatorio di alcuni dimostranti arrestati

[I gendarme]
Il tuo nome? Parla! Con chi eri in rapporto? Parla!‎
Parla! Ti passeremo allo spiedo!‎

[II gendarme]
Il tuo indirizzo! Parla! Le abitazioni? Parla! Sputa fuori!‎
Se no ti bastoneremo a morte. Confessa!‎

[III gendarme]
Parla! Parla! Se m’arrabbio sono capace di tutto!‎
Ho imparato la tortura dai nazisti.‎

[IV gendarme]
Qui si comanda a tutti!‎

[Emigrante]
Sono di passaggio. Torno al mio paese.‎

[Gendarmi]
Non vuoi confessare?‎

[Emigrante]
Non ho nulla da confessare!‎

[Gendarmi]
Spia! Sputerai tutto!‎
E` una sporca razza! Bisogna ammazzarli tutti,‎
ora che siamo al potere!‎

[Donna] qui come aguzzina
Cacciategli in corpo torrenti di scariche elettriche!‎

[Voce di Alleg] [Henri Alleg, tra gli autori citati, ndr]
Per notti intere durante un mese, ho sentito urlare i torturati. ‎
Le loro grida si sono incise nella mia memoria.‎

I prigionieri vengono portati alla tortura

V scena


La tortura

[Coro di tortura]
I paras dell’ordine
torturano, torturano
giorno e notte, notte e giorno.‎

Rivolto al pubblico

E voi?‎
Siete sordi?‎
Complici nel gregge?‎
Nella turpe vergogna?‎
Non vi scuote il lamento dei nostri fratelli?‎
Megafoni! Amplificate quest’urlo!‎
Prima che la calunnia lo deformi
e l’indifferenza lo strozzi!‎

[Voce di Sartre] [Jean-Paul Sartre, tra gli autori citati, ndr]
In nessuna epoca la volontà di esser liberi è stata più
cosciente e più forte.‎
In nessuna epoca l’oppressione è stata più violenta
e meglio armata.‎

VI scena


In un campo di concentramento

[Coro di prigionieri]
Su le piane e l’orizzonte
su le ali degli uccelli
e il mulino delle ombre
scrivo il tuo nome.‎
Su ogni alti di aurora
su le onde su le barche
su la montagna demente
scrivo il tuo nome.‎
Su la giungla e il deserto
su i nidi e le ginestre.‎

Alcuni paras trascinano un torturato

[Gendarmi]
Che si fa?‎
Lo buttiamo nella Senna?‎
Meglio in una fogna.‎
Hai visto?‎
E`‎
orribile!‎

[Torturato - Voce di Fucˇík)] [Julius Fucik, tra gli autori citati, ndr]
Sei stata lunga a venire morte.‎
Ho sperato poter vivere la vita di uomo libero.‎
Amavo la vita per la sua bellezza.‎
La tristezza non sia mai legata al mio nome.‎
Se sopravvivete: non dimenticate!‎
Non dimenticate!‎

[Coro di prigionieri]
Su ogni carne consentita
su la fronte dei miei amici
su ogni mano che si tende
scrivo il tuo nome.‎
Su l’assenza che non chiede
su la nuda solitudine
su i gradini della morte
scrivo il tuo nome.‎
Libertà!‎

[Emigrante e algerino]
E in virtù di una parola
ricomincio la mia vita
sono nato per conoscerti
per chiamarti:‎
libertà!‎

VII scena


Dopo la fuga dal campo di concentramento

[Emigrante e algerino]
Abbiamo resistito insieme
fra orrende spine di ferro
e torture di mostri.‎
Insieme siamo fuggiti.‎

[Algerino]
Ora raggiungerò la mia gente.‎
La lunga lotta continua.‎
Ricordalo nel tuo paese.‎

[Emigrante]
Riprendo il mio viaggio.‎
Il caso m’ha spinto nella lotta
degli uomini d’oggi.‎
Bisogna rompere le catene della paura.‎
Riprendo il mio viaggio.‎
Il desiderio di tornare alla mia terra
diventa ora volontà di libertà.‎

[Coro di algerini ed emigranti]
Battete sulle piazze il calpestio delle rivolte!‎
In alto, catena di teste superbe!‎
Con la piena d’un nuovo diluvio
laveremo le città dei mondi.‎


Tempo Secondo


I scena


Alcune assurdità della vita contemporanea.‎
Un emigrante s’aggira sulla scena tra proiezioni – voci – mimi – simboleggianti alcune assurdità ‎della vita contemporanea. Frastornato e sconvolto ne viene quasi travolto.‎

‎[Nastro magnetico]


[Voci]
Farsi annunziare!‎
E`‎
vietato l’ingresso!‎
I documenti sono l’anima dello stato!‎
L’usciere è sacro!‎
Non disturbare il sonno del capufficio!‎
Vidimare-autenticare
allegare-corredare
bollo-data-firma.‎
Censura-fermo in censura
da censurare-censurato
i censuratori.‎
Proibito-défendu
verboten-forbidden.‎

[Annunci sui giornali]
Attenzione!‎
Comunicato speciale!‎
Madre di tredici figli era invece uomo!‎
Parto trigemino di una ottantaquattrenne!‎
Zia dà alla luce due nipoti per mezzo della fecondazione
artificiale!‎
Elefanti in rivolta assediano Luang-Prabang!‎
La base XY 200 in stato di preallarme per lo scoppio
di un palloncino!‎
Un misterioso aereo sorvola le zone sudoccidentali!‎
Incertezza e perplessità fra i diplomatici di carriera!‎
Un aereo di ignota provenienza ha sorvolato la zona
di Cocasson!‎
Per il benessere, il progresso, la pace e la libertà!‎
Truppe di volontari organizzate da Dummyland
per il week-end nell’isola!‎
Un ordigno atomico esplode per errore nella base navale
di Dummyland!‎
Esplode la terza atomica nel deserto di Cocasson!‎
Polvere atomica avanza verso il nostro paese!‎
Impreveduto aumento della radioattività!‎
Nuvole atomiche s’addensano sulle nostre
regioni meridionali!‎
Per il benessere, il progresso, la pace e la libertà!‎
C’è solo una politica da seguire: quella giusta!‎
Energica e cauta protesta del governo del Dummyland!‎
Cocasson ribadisce: c’è una sola politica da seguire:‎
quella giusta!‎
Ultimatum a Cocasson o da Cocasson?‎
Ultimatum a Dummyland o da Dummyland?‎

Grande esplosione

II scena


Incontro tra un emigrante e la sua compagna
Sulla scena una folla silenziosa e spaventata dagli annunci e dall’esplosione


[Compagna]
Mai! Mai! Mai!‎
Cessate le perfide fatture!‎
Stormi di pazzi cormorani
girano lo spazio
ci proteggono
promettendoci morte.‎
Il fumo di Hiroshima si propaga
con mille nervature deliranti.‎
Vibrano
come fili di lampada
le vene della nostra vita.‎
Invece si potrebbe essere sereni,‎
scoprire prodigi della natura,‎
dell’amore.‎
Ho sentito l’ebbrezza di esistere
anche quando il cielo
era
un groppo di piombo
e guerra e disastri
squarciavano i cuori.‎

[Emigrante]
Una voce decisa di speranza
nella mia solitudine.‎

[Compagna]
Canti di allegri rigògoli
cullavano la mia giovinezza.‎
Oh, poter risvegliare
quella gioia
nel tuo lungo cammino!‎

[Emigrante]
Torture! Schianti! Strepiti di corvi!‎
Ma anche per un sorriso di una donna
il mondo può splendere ancora!‎

III scena


Proiezioni di episodi di violenza e fanatismo

[Donna] (qui simbolo del fanatismo)
Non sei più solo?‎

[Emigrante]
Ho una compagna.‎

[Donna]
E`‎
la tua nuova speranza?‎

[Compagna]
Spettro!‎
Sparisci dal nostro cammino!‎

[Donna]
Al rogo!‎
Ritorni Torquemada!‎

[Emigrante]
Sparisci!‎

Dissolvenza di una donna e del gruppo di fanatiche, che si trasformano in spettri e ombre. ‎
Riprendono le proiezioni di fanatismo razziale: ingresso di miniera, ingresso di università, «Arbeit ‎macht frei» e ingresso di campi di concentramento.‎
Proiezioni di simboli e incubi di intolleranza. Su un muro di sinagoga la scritta «Juden ‎Raus!».


Mai più!‎

E si scagliano contro i simboli proiettati, facendoli scomparire.

[Coro di emigranti e le loro compagne]
Battete sulle piazze il calpestio delle rivolte!‎
In alto, catena di teste superbe!‎
Con la piena di un nuovo diluvio
laveremo le città dei mondi!‎

IV scena


Vicino ad un paese lungo un grande fiume in piena

[Emigrante]
Là dietro il fiume
sul declivio dei sogni
c’è la mia terra.‎

[Compagna]
Il grande fiume si contorce
sotto raffiche di piogge e turbini.‎

[Emigrante]
Da un delirio di nuvole e di acque
lampeggia la certezza.‎

[Coro di contadini]
Il fiume continua a crescere!‎

[Compagna]
Non ha tregua il diluvio!‎

[Coro di contadini]
La piena inghiotte strade
travolge ponti
schiaccia baracche e case.‎

[Emigrante e compagna]
Tutto fugge! Erba, cielo, pane!‎
Famiglie alla deriva!‎

[Coro di contadini]
Ogni anno ai primi di novembre
lo stesso sacrificio.‎

[Voce]
Il governo ha provveduto!‎
La colpa è del metano.‎

[Coro di contadini]
E noi qui abbandonati in balia della piena!‎

[Compagna]
Alcuni lasciano il paese.‎

[Emigrante]
Nella loro fuga
rivedo il mio passato!‎

[Emigrante e compagna]
Qui bisogna restare
e qui mutare!‎

[Coro di contadini]
L’argine si corrode!‎
La golena si sgretola!‎
Saremo travolti!‎

Il fiume rompe gli argini e travolge tutto.

[Coro finale]
Voi che sarete emersi dai gorghi
dove fummo travolti
pensate
anche ai tempi bui
cui voi siete scampati.‎
Andammo noi, più spesso cambiando paese che scarpe,‎
attraverso guerre di classe, disperati
quando solo ingiustizia c’era.‎
Voi, quando sarà venuta l’ora
che all’uomo un aiuto sia l’uomo
pensate a noi
con indulgenza.‎

Via le proiezioni e buio in sala.‎
Fine.



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