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Η μπαλάντα του μετανάστη

Yannis Markopoulos / Γιάννης Μαρκόπουλος
Language: Greek (Modern)


Yannis Markopoulos / Γιάννης Μαρκόπουλος

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I baláda tou metanásti
Στίχοι: Γιώργος Σκούρτης

Μουσική: Γιάννης Μαρκόπουλος

Πρώτη εκτέλεση: Λάκης Χαλκιάς
Μετανάστες - 1974

I balada tou metanasti
Testo di Yorgos Skourtis
Musica di Yannis Markopoulos
Prima esecuzione di Lakis Halkiàs
"Metanastes/Emigranti" - 1974


Un'altra canzone di Yannis Markopoulos dal LP che dedicò nel 1974 agli emigranti. Qui, in AWS, già abbiamo la canzone "La fabbrica" (Η φάμπρικα) e anche "Rocco e gli altri" (Ο Ρόκκο και οι άλλοι). Meglio sarebbe stato prenderle tutte insieme, le canzoni di questo vecchio disco, e presentarle in un'unica pagina, come sullo stesso tema avevo fatto per le "Lettere dalla Germania"di Theodorakis (Γράμματα απ' τη Γερμανία). Non è andata così e me ne dispiace. Ma oggi voglio dedicare qualcosa agli emigranti, in questi giorni in cui un lutto straziante e una grande rabbia pesano sulla nuova immigrazione. Di fronte alla quale, quella intraeuropea dei decenni passati sembra quasi più dolce: ma è forse una impressione sbagliata, solo una deformazione della prospettiva.
E mi domando: su questo tema noi abbiamo centinaia di canzoni in tutte le lingue europee; e non può essere che la nuova "epopea" non stia producendo le sue. Ce la faremo a conoscerle e a testimoniarle in AWS? (gpt)
Σε ξένη χώρα μια βραδυά

εβρέθηκα στα ξαφνικά

με μια φτερούγα στην καρδιά

και με πασπόρτ εργάτη



Δεν ξέρω πώς να περπατώ

και πώς τη γλώσσα να μιλώ

κρατιέμαι να μη τρελαθώ

μα τρέμω και κομμάτι



Ρίχνει και χιόνι δυνατό

μα εγώ δεν έχω ούτε παλτό

στην χώρα μου το μήνα αυτό

γυρνάμε με σακάκι



Αλλιώς μου τά'παν στο χωριό

εγώ δεν ήθελα να'ρθώ

μου είπαν θά'βρω τον χρυσό

και βρήκα το φαρμάκι



Τον δρόμο παίρνω τον μακρύ

η νύχτα είναι φοβερή

και η βαλίτσα μου ανοιχτή

την κουβαλώ στην πλάτη



Ανοίγει η πόρτα του μπιστρό

πετάνε έξω έναν ξανθό

σκύβω στο φως για να τον δω

και βλέπω τον Σταμάτη



Με πήρε σπίτι ώρα δυο

και μού'βρασε βαρύ γλυκό

μα εγώ ξεσπάω σε λυγμό

και μού'δωσε ουζάκι



Την άλλη μέρα στις οχτώ

πήγα να δω τ' αφεντικό

μα δεν μου άνοιξε να μπω

κι είδα τον επιστάτη



Κι από τις πέντε το πρωί

με βάλανε μες στο κελί

Δευτέρα με Παρασκευή

δίπλα σ' ενα παιδάκι



Δουλεύω τώρα χρόνια δυο

ξέχασα τον μικρό μου γιο

και τη φτερούγα μου μαδώ

σε τούτη εδώ την άκρη

Contributed by Gian Piero Testa - 2011/8/3 - 20:08



Language: Italian



Versione italiana di Gian Piero Testa
Ιταλική μετάφραση από τον Τζαν Πιέρο Τέστα

LA BALLATA DELL'EMIGRANTE

Una sera in un paese stranero
mi trovai all'improvviso
con un'ala nel cuore
e con un passaporto di lavoratore

Non so come camminare
e che lingua parlare
mi domino per non impazzire
ma ho paura e sono a pezzi

Vien giù pure una nevicata coi fiocchi
ma io non ho nemmeno un paltò
al paese dove in questo mese
giriamo in giacchetta

D'altra parte me l'han detto al paese
io non volevo venirci
mi han detto che avrei trovato l'oro
e ho trovato il veleno

Prendo la lunga strada
la notte è spaventosa
e la mia valigia che non chiude
me la porto sulle spalle

Si apre la porta del bistrò
buttano fuori un tipo biondo
mi chino alla luce per guardarlo
e vedo che è Stamatis

Mi ha accolto in casa alle due
e mi ha cotto un dolce pesante
ma io scoppio in singhiozzi
e allora mi ha dato un ouzo

Il giorno dopo alle otto
sono andato a conoscere il padrone
ma non mi ha aperto per farmi entrare
e ho conosciuto il sorvegliante

E dalle cinque del mattino
mi hanno cacciato dentro la cella
dal lunedì al venerdì
al fianco di un ragazzino

Adesso lavoro da due anni
ho dimenticato il mio figlioletto
e spenno la mia ala
qui in capo al mondo

Contributed by Gian Piero Testa - 2011/8/3 - 20:10


Hai ragione, Gian Piero, a domandarti quali siano le canzoni dell'emigrazione (penso soprattutto a quella africana) di chi arriva in Europa. Non ne abbiamo molte, soprattutto per la barriera linguistica. Probabilmente ci vorrebbe qualcuno che facesse qui per l'arabo quello che tu stai facendo per il greco. A trovarlo... Ma una canzone molto significativa ce l'abbiamo, trovata sull'imprescindibile blog di Gabriele Del Grande. Si intitola Partir Loin.

Lorenzo - 2011/8/3 - 23:35


Grazie, Lorenzo, per la segnalazione davvero preziosa. Per superare il "limite", certo non intenzionale, di AWS verso le mille lingue delle nuove diaspore, dovremmo invitare Riccardo a mettersi a studiare, lui che una lingua la impara in meno di un quarto d'ora...Mi ricorda la Despina di "Così fan tutte", quando viene in scena travestita da medico:

"Come comandano
così parliamo:
so il greco e l'arabo
lo svevo e il tartaro
il turco e il vandalo
so ancor parlar...",

oppure aspettiamo che l'afflato ecumenico di questo sito agganci qualche nuovo collaboratore, venuto da chissà dove.

(Come al solito, io consegno il compito senza l'ultima rilettura. Anche stavolta ti chiedo di correggere la traduzione: ho fatto lavorare il povero greco dal lunedì alla domenica...No, il testo dice: dal lunedì al venerdì. Siamo nella civile Germania, mica tra i selvaggi...)

Gian Piero Testa - 2011/8/4 - 05:38




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