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Canzone per Stefano

Gian Luigi Ago
Lingua: Italiano


Gian Luigi Ago


Mi avevano detto è solo un controllo,
perché mai dovrei aver paura?

Mi avevano detto è solo un controllo,
perché mai dovrei aver paura?
E’ vero fumavo ogni tanto qualcosa
che mi rilassava un poco l’anima.

Ma una scelta è una scelta, magari sbagliata,
e non te ne rendi mai conto, e poi scivoli e cadi
come fosse bagnata, proprio mentre sei lì,
lì per la strada

A guardare le facce e gli occhi e i colori,
nelle loro espressioni a cercare i sapori
ma anche i cieli migliori partoriscon tempeste
e poi un vento di urla e nuvole nere.

Due divise per fulmini e per pioggia follia,
la mia vita non sarebbe più stata la mia.
Chi l’avrebbe mai detto? Due manette e una cella,
proprio a me che la vita pareva anche bella.

Da una gabbia all’inferno trascinato di peso,
aggrappato a un angoscia dipinta sul viso.
E giù botte, era tardi, e giù botte, era freddo,
dal potere del forte trascinato all’inferno

E in quell’albergo degli ultimi conobbi un anziano
con tre rughe sul viso e un dolore per mano
e capii dai suoi occhi che non era finita,
la mia voglia diversa andava punita

E giù botte, era tardi, e giù botte, era freddo,
e quei lividi ormai deformavano il tempo.
Finì tutto in un valzer, in un valzer di posti banali
tra dottori distratti, divise e blindati,

tra ministri cialtroni e dottori assassini,
su di un marmo qualunque e lontani gli amici.

Mi avevano detto è solo un controllo,
perché mai dovrei aver paura?
Mi avevano detto è solo un controllo,
è soltanto un controllo.



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