Nace una flor, todos los días sale el sol
de vez en cuando escuchas aquella voz.
Cómo de pan, gustosa de cantar,
en los aleros de la mente con las chicharras.
Pero a la vez existe un transformador
que se consume lo mejor que tenés
te tira atrás, te pide más y más
y llega un punto en que no querés.
Mama la libertad, siempre la llevarás
dentro del corazón
te pueden corromper, te puedes olvidar
pero ella siempre está
Mama la libertad, siempre la llevarás
dentro del corazón
te pueden corromper, te puedes olvidar
pero ella siempre está
Ayer soñé con los hambrientos, los locos,
los que se fueron, los que están en prisión
hoy desperté cantando esta canción
que ya fue escrita hace tiempo atrás.
Es necesario cantar de nuevo,
una vez más.
de vez en cuando escuchas aquella voz.
Cómo de pan, gustosa de cantar,
en los aleros de la mente con las chicharras.
Pero a la vez existe un transformador
que se consume lo mejor que tenés
te tira atrás, te pide más y más
y llega un punto en que no querés.
Mama la libertad, siempre la llevarás
dentro del corazón
te pueden corromper, te puedes olvidar
pero ella siempre está
Mama la libertad, siempre la llevarás
dentro del corazón
te pueden corromper, te puedes olvidar
pero ella siempre está
Ayer soñé con los hambrientos, los locos,
los que se fueron, los que están en prisión
hoy desperté cantando esta canción
que ya fue escrita hace tiempo atrás.
Es necesario cantar de nuevo,
una vez más.
Contributed by Bartleby - 2010/10/5 - 11:58
Language: Italian
Traduzione italiana di Lorenzo Masetti
INCOSCIO COLLETTIVO
Nasce un fiore, ogni giorno sorge il sole
di tanto in tanto senti quella voce.
Come il pane, gustosa da cantare
sotto il tetto della mente con le cicale
Però allo stesso tempo esiste un trasformatore
che si consuma quel che hai di meglio
ti trascina indietro, ti chiede sempre più
e arriva un punto in cui non vuoi più
Succhia la libertà, sempre la porterai
dentro il cuore
Possono corromperti, puoi dimenticare
però lei c'è sempre
Succhia la libertà, sempre la porterai
dentro il cuore
Possono corromperti, puoi dimenticare
però lei c'è sempre
Ieri ho sognato gli affamati, i folli,
quelli che se ne sono andati, quelli che sono in prigione
oggi mi sono svegliato cantando questa canzone
che fu scritta tanto tempo fa
È necessario cantare di nuovo,
ancora una volta.
Nasce un fiore, ogni giorno sorge il sole
di tanto in tanto senti quella voce.
Come il pane, gustosa da cantare
sotto il tetto della mente con le cicale
Però allo stesso tempo esiste un trasformatore
che si consuma quel che hai di meglio
ti trascina indietro, ti chiede sempre più
e arriva un punto in cui non vuoi più
Succhia la libertà, sempre la porterai
dentro il cuore
Possono corromperti, puoi dimenticare
però lei c'è sempre
Succhia la libertà, sempre la porterai
dentro il cuore
Possono corromperti, puoi dimenticare
però lei c'è sempre
Ieri ho sognato gli affamati, i folli,
quelli che se ne sono andati, quelli che sono in prigione
oggi mi sono svegliato cantando questa canzone
che fu scritta tanto tempo fa
È necessario cantare di nuovo,
ancora una volta.
In vari forum ho trovato che le parole corrette non sono “Mamá la libertad” ma “Mama la libertad” (dal verbo mamar), cioè “succhia la libertà”, “nutriti di libertà”. Questa forma crea anche un’assonanza con “Ama la libertad” (“ama la libertà”).
Lorenzo - 2025/9/10 - 21:39
×
Note for non-Italian users: Sorry, though the interface of this website is translated into English, most commentaries and biographies are in Italian and/or in other languages like French, German, Spanish, Russian etc.

Album "Yendo de la cama al living"
Canzone scritta da Charly García qualche anno prima della sua pubblicazione, all’epoca dei Serú Girán, in piena dittatura.
Nel 1982, con la disfatta delle Malvinas, la “junta” stava tirando le cuoia e gli argentini cominciavano a ritornare alla vita (almeno quelli che erano sopravvissuti).
Il 26 dicembre di quell’anno allo stadio del Club Ferro Carril Oeste a Buenos Aires si tenne un grande concerto dove “Inconsciente colectivo” fu interpretata da Mercedes Sosa.
Per parte sua Charly García eseguì No bombardeen Buenos Aires mentre il grande fondale che raffigurava la capitale, disegnato dall’artista Renata Schussheim, veniva fatto saltare in aria con i fuochi d’artificio…
Un concerto indimenticabile e liberatorio che segnò di fatto la fine degli anni del terrore e della morte.