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La canaille (La chanson des gueux)

Rosalie Dubois
Lingua: Francese


Rosalie Dubois

Lista delle versioni e commenti


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[1865]
Album “Chants de révolte - 1796-1935” (1978, ripubblicato nel 2008)
Testo di Alexis Bouvier
Musica di Joseph Darcier

“Le cadavre est à terre... mais l'Idée est debout” (Victor Hugo, 1871)
“Le cadavre est à terre... mais l'Idée est debout” (Victor Hugo, 1871)


Canto rivoluzionario precursore della Comune di Parigi. Ho attribuito la canzone alla Dubois come interprete perché credo che la sua sia stata la prima incisione. Tuttavia la prima esecuzione fu di Rosa Bordas che nel 1871 la cantò davanti alla “canaille” assiepata nel salone dei Marescialli nel palazzo delle Tuileries. Credo che si sia trattato proprio di uno dei "concerts communards" che si tennero nel maggio del 1871 prima che il palazzo, simbolo del Secondo Impero, venisse incendiato dalla “canaglia pezzente”. Il rogo durò tre giorni e dei fasti di Napoleone III ed Eugenia di Montijo non restarono che le ceneri…

In tempi più recenti la canzone è stata anche interpretata da Marc Ogeret, Francesca Solleville, Serge Utgé-Royo e dal gruppo rap La Canaille (giustappunto).
Dans la vieille cité française
Existe une race de fer,
Dont l’âme comme une fournaise
A de son feu bronzé la chair.
Tous ses fils naissent sur la paille,
Pour palais, ils n’ont qu’un taudis.
C’est la canaille !
Eh bien ! j’en suis !

Ce n’est pas le pilier du bagne ;
C’est l’honnête homme dont la main
Par la plume ou le marteau gagne,
En suant, son morceau de pain.
C’est le père, enfin, qui travaille
Les jours et quelquefois les nuits.
C’est la canaille !
Eh bien ! j’en suis !

C’est l’artiste, c’est le bohème
Qui, sans souper, rime rêveur
Un sonnet à celle qu’il aime,
Trompant l’estomac par le cœur.
C’est à crédit qu’il fait ripaille,
Qu’il loge et qu’il a des habits.
C’est la canaille !
Eh bien ! j’en suis !

C’est l’homme à la face terreuse,
Au corps maigre, à l’œil de hibou,
Au bras de fer à main nerveuse
Qui sortant d'on ne sait pas où,
Toujours avec esprit vous raille,
Se riant de votre mépris.
C’est la canaille !
Eh bien ! j’en suis !

C’est l’enfant que la destinée
Force à rejeter ses haillons,
Quand sonne sa vingtième année,
Pour entrer dans nos bataillons.
Chair à canon de la bataille,
Toujours il succombe sans cris…
C’est la canaille !
Eh bien ! j’en suis !

Ils fredonnaient la Marseillaise,
Nos pères, les vieux vagabonds,
Attaquant en quatre-vingt-treize
Les bastilles dont les canons
Défendaient la vieille muraille !
Que de trembleurs ont dit depuis :
« C’est la canaille ! »
Eh bien ! j’en suis !

Les uns travaillent par la plume,
Le front dégarni de cheveux.
Les autres martèlent l’enclume,
Et se soûlent pour être heureux ;
Car la misère, en sa tenaille,
Fait saigner leurs flancs amaigris...
C’est la canaille !
Eh bien ! j’en suis !

Enfin, c’est une armée immense,
Vêtue en haillons, en sabots.
Mais qu’aujourd’hui la vieille France
Les appelle sous ses drapeaux,
On les verra dans la mitraille,
Ils feront dire aux ennemis :
C’est la canaille !
Eh bien ! j’en suis !

inviata da Bartleby - 16/9/2010 - 09:23



Lingua: Italiano

Traduzione italiana di Riccardo Venturi
9 agosto 2014

rosdub
LA CANAGLIA (CANZONE DEGLI STRACCIONI)

Nella vecchia città francese
alligna una genìa di ferro
cui l'anima, come una fornace,
ha col suo fuoco annerita la carne.
Tutti i suoi figli nascono su pagliericci,
per palazzo hanno solo un tugurio.
È la canaglia !
Ebbene, ne fo parte anch'io !

Non passa certo la vita in galera ;
è l'onest'uomo la cui mano
si guadagna con la penna o col martello
il suo sudato pezzo di pane.
È, alla fin fine, il padre che lavora
di giorno e talvolta la notte.
È la canaglia !
Ebbene, ne fo parte anch'io !

È l'artista, è lo scapigliato
che sognator compone senza cena
un sonetto alla donna che ama,
tradendo lo stomaco per il cuore.
È a credito che beve qualcosa,
che ha dove stare e di che vestire.
È la canaglia !
Ebbene, ne fo parte anch'io !

È l'uomo dalla terrea faccia,
dal corpo magro e dall'occhio di gufo,
dal braccio ferreo e la man nervosa
che, uscendo da dove non si sa,
vi schernisce sempre con spirito,
irridendo il vostro disprezzo.
È la canaglia !
Ebbene, ne fo parte anch'io !

È il bambino che la sorte
obbliga a gettar via i propri stracci
al compiere i suoi vent'anni,
per entrare nei nostri battaglioni.
Carne da cannone in battaglia,
sempre soccombe senza un grido...
È la canaglia !
Ebbene, ne fo parte anch'io !

Canticchiavano la Marsigliese
i nostri padri, vecchi vagabondi,
attaccando nel '93
le bastiglie i cui cannoni
difendevan l'avita muraglia !
Quanti cacasotto han detto poi :
« È la canaglia ! »
Ebbene, ne fo parte anch'io !

C'è chi lavora con la penna,
la fronte priva di capelli,
c'è chi batte sull'incudine
ubriacandosi per esser felice ;
ché la miseria, nella sua tenaglia
fa sanguinar loro i fianchi smunti...
È la canaglia !
Ebbene, ne fo parte anch'io !

Infine, è un'armata immensa
vestita di stracci e in zoccoli,
ma che oggi la vecchia Francia
richiama sotto le sue bandiere.
Li si vedrà mitragliati,
faranno dire ai nemici :
È la canaglia !
Ebbene, ne fo parte anch'io !

9/8/2014 - 13:06


Le Cri du Peuple - Chansons de la Commune

Valentino Stacciarini - 9/8/2014 - 00:54




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