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Primavera di Paga

Riccardo Scocciante
Lingua: Italiano




Di antichi pasti il frigo svuotato
grigio guardava un precario incazzato:
a fine mese il salario arrivava,
tagli consueti sulla busta paga.

Se ci hai un lavoro, è grassa se dura
e se non voli da un'impalcatura,
non tornan mai quegli stronzi di conti,
e se non tornano dillo a Tvemonti.

Son come falchi già tutti appostati,
noi ci giriamo e ci han già spolpati;
tasse e balzelli ovunque tu vada,
e si assottiglia la tua busta paga.

Fanno gli accordi e la concertazione
dei “sindacati” che stan che col padrone,
e sulla pelle di uomini e donne
vendono il culo alla Emma e a Marchionne

Vendono il culo a un lavoro di merda
con il ricatto che non lo si perda,
e la Thyssen Krupp di nuovo bruciava
mandando al rogo la tua busta paga.

Dimmi chi sono quei tanti dementi
che stanno zitti, imbecilli contenti;
dimmi chi sono quei tanti coglioni
che hanno votato per il Berlusconi.

Dimmi chi era che in piazza gridava,
dimmi se c'era e non si rassegnava
mentre incazzato e non muto lanciava
l'ultima occhiata alla sua busta paga,

Dimmi chi era che più non ci stava
mentre il Tronchetti se la spassava
mentre incazzato e non muto gridava
l'ultima occhiata alla sua busta paga,
l'ultima occhiata alla sua busta paga,
l'ultima occhiata alla sua busta paga.



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