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Elle n'est pas morte!

Eugène Pottier
Lingua: Francese


Eugène Pottier

Lista delle versioni e commenti


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La semaine sanglante
(Jean-Baptiste Clément)
Le Moblot
(Eugène Pottier)
La Terreur Blanche
(Eugène Pottier)


[1886]

Testo di Eugène Pottier
Musica di Maurice Parizot

Paroles d'Eugène Pottier
Musique de Maurice Parizot


Parigi. Rue de Rivoli dopo i combattimenti della “Settimana di sangue”, 22-29 maggio 1871.
Parigi. Rue de Rivoli dopo i combattimenti della “Settimana di sangue”, 22-29 maggio 1871.



chantsrev Eugène Pottier fu frequentatore di circoli rivoluzionari repubblicani già dal 1832 per poi approdare a quelli socialisti e fourieristi nel 1848, anno in cui partecipò alle rivoluzioni di gennaio e giugno: fu in questo periodo, frequentando anche i locali dove venivano declamate poesie e canzoni, che inizia a comporre canti di propaganda a sfondo politico-sociale stampati e diffusi su fogli volanti.

Tra i tanti testi è degno di nota quel “Propaganda delle canzoni” che rappresentava, all’epoca, il suo manifesto politico: In tempo di pace, l’esercito è una morsa / Nelle mani di chi governa, / Per serrare la gogna al collo / Del popolo senza giberne. / ... Aderì all’Internazionale e nel 1870 organizzò una Camera del lavoro con 500 membri aderenti anch’essi all’Internazionale, fu uno strenuo antimilitarista, oltre che pacifista; partecipò attivamente alla Comune di Parigi nel marzo 1871 ed alla sua caduta venne ricercato e condannato a morte in contumacia ma riuscì ad espatriare rifugiandosi prima in Belgio e poi a Londra e negli Stati Uniti dove soggiornò poi sette anni continuando il suo impegno sociale.
Rientrò in Francia nel 1880, in seguito all’amnistia. La raccolta “Chants rèvolutionnaires" fu pubblicato per la prima volta solo nel 1887, stampato in 1.500 copie qualche mese prima della scomparsa dell’autore. “Muore il 6 novembre 1887. Seimila persone seguono, il giorno dopo, il suo funerale (tra gli oratori, per gli anarchici, Luisa Michel), la polizia interviene perchè non sopporta la bandiera rossa dietro al feretro ma dovette cedere, di fronte alla protesta di quei vecchi cospiratori ex galeotti, ex garibaldini, poeti e ribelli, che conducevano al finale riposo la salma di tanto battagliero militante”

Caserne et forêt - Défends-toi, Paris !‎ - Don Quichotte - Elle n'est pas morte! - En avant la classe ouvrière - Guillaume et Paris - J’ai faim‎ - Jean Misère - L’anthropophage - L’auge - L'abolition de la peine de mort - L'insurgé - L'Internationale - La grève - La grève des femmes - La guerre - La mort d'un globe - Le pressoir - La Terreur Blanche - Laissez faire, laissez passer! - Le chômage - Le défilé de l'Empire - Le grand Krack - Le Moblot - Les classes dirigeantes - Leur bon Dieu - Madeleine et Marie‎ - N’en faut plus‎ - Propagande des chansons - Quand viendra-t-elle ?‎ - Tu ne sais donc rien ?‎





Dedicata "aux survivants de La semaine sanglante, "Elle n'est pas morte!" fa parte della triade delle canzoni più celebri sortite dalla Comune di Parigi e dalla sua spietata repressione, ovviamente assieme a L'Internationale e a "Le temps des cerises" di Jean-Baptise Clément. Recentemente è stata interpretata anche da Renaud.
On l'a tuée à coups de chassepot,
À coups de mitrailleuse
Et roulée avec son drapeau
Dans la terre argileuse.
Et la tourbe des bourreaux gras
Se croyait la plus forte.

Tout ça n'empêche pas Nicolas
Qu' la Commune n'est pas morte.
Tout ça n'empêche pas Nicolas
Qu' la Commune n'est pas morte !

Comme faucheurs rasant un pré,
Comme on abat des pommes,
Les Versaillais ont massacré
Pour le moins cent mille hommes.
Et les cent mille assassinats,
Voyez ce que ça rapporte.

Tout ça n'empêche pas Nicolas
Qu' la Commune n'est pas morte.
Tout ça n'empêche pas Nicolas
Qu' la Commune n'est pas morte !

On a bien fusillé Varlin,
Flourens, Duval, Millière,
Ferré, Rigault, Tony Moilin,
Gavé le cimetière.
On croyait lui couper les bras
Et lui vider l'aorte.

Tout ça n'empêche pas Nicolas
Qu' la Commune n'est pas morte.
Tout ça n'empêche pas Nicolas
Qu' la Commune n'est pas morte !

Ils ont fait acte de bandits,
Comptant sur le silence.
Achevés les blessés dans leur lit,
Dans leur lit d'ambulance
Et le sang inondant les draps
Ruisselait sous la porte.

Tout ça n'empêche pas Nicolas
Qu' la Commune n'est pas morte.
Tout ça n'empêche pas Nicolas
Qu' la Commune n'est pas morte !

Les journalistes policiers,
Marchands de calomnies,
Ont répandu sur nos charniers
Leurs flots d'ignominie.
Les Maxim' Ducamp, les Dumas
Ont vomi leur eau-forte.

Tout ça n'empêche pas Nicolas
Qu' la Commune n'est pas morte.
Tout ça n'empêche pas Nicolas
Qu' la Commune n'est pas morte !

C'est la hache de Damoclès
Qui plane sur leurs têtes.
À l'enterrement de Vallès,
Ils en étaient tout bêtes
Fait est qu'on était un fier tas
À lui servir d'escorte

C' qui prouve en tous cas Nicolas,
Qu'la Commune n'est pas morte.
C' qui prouve en tous cas Nicolas,
Qu'la Commune n'est pas morte !

Bref tout ça prouve au combattant
Qu' Marianne a la peau brune,
Du chien dans l' ventre et qu'il est temps
D'crier vive la Commune !
Et ça prouve à tous les Judas
Qu'si ça marche de la sorte

Ils sentiront dans peu nom de Dieu,
Qu'la Commune n'est pas morte.
Ils sentiront dans peu nom de Dieu,
Qu'la Commune n'est pas morte !

inviata da Riccardo Venturi - 31/7/2005 - 20:48




Lingua: Italiano

Versione italiana di Franco Coggiola.


Si tratta della traduzione italiana pressoché letterale, dovuta a Franco Coggiola e al Nuovo Canzoniere Milanese.

Incisioni:
- Nuovo Canzoniere Milanese: Il bosco degli alberi (Antonio Catacchio)

Fonti:
- Libretto all. al disco "Il bosco degli alberi"

(Da "La musica dell'altra Italia")


LA COMUNE NON E' MORTA

Con i fucili le sparò
e a colpi di mitraglia
la sua bandiera calpestò
del boia la sbirraglia.
L'infame borghesia
la volle vedere morta!
Malgrado tutto si vedrà
che la Comune non è morta!
Malgrado tutto si vedrà
che la Comune non è morta!

Come si va prati a falciar
o ad abbattere pini
i versagliesi massacrar
anche donne e bambini.
Son centomila i morti già,
ma questo a cosa porta:
Malgrado tutto si vedrà
che la Comune non è morta!
Malgrado tutto si vedrà
che la Comune non è morta!

Assassinato hanno Varlin,
Flourens, Duval, Millière,
Ferré, Rigault, Tony Moilin
son tutti al cimitero;
credevano di smembrarla,
recidere l'aorta.
Malgrado tutto si vedrà
che la Comune non è morta!
Malgrado tutto si vedrà
che la Comune non è morta!

Per far tacere la città
vollero far la pelle
anche ai feriti di ogni età
perfin sulle barelle.
Il sangue inzuppava gli abiti,
scorreva sotto ogni porta...
Malgrado tutto si vedrà
che la Comune non è morta!
Malgrado tutto si vedrà
che la Comune non è morta!

Giornalisti venduti
mercanti di menzogna
sopra i nostri caduti
vomitarono vergogna.
I Maxim Ducamp e i Dumas
l'han fatta proprio sporca.
Malgrado tutto si vedrà
che la Comune non è morta!
Malgrado tutto si vedrà
che la Comune non è morta!

Già la spada di Damocle
gli cala sulla testa
ai funerali di Vallès
erano tutti in bestia
perché eravamo in tanti
a fargli ultima scorta.
E questo fatto prova già
che la Comune non è morta!
E questo fatto prova già
che la Comune non è morta!

E rabbia e forze ancora abbiam
e sono più di alcune
perché sia tempo di gridar:
«Evviva la Comune!»
E questo prova ai venduti
traditori di ogni sorta
che essi sapranno presto ormai:
la Comune non è morta.
Che essi sapranno presto ormai
che la Comune non è morta!

inviata da Riccardo Venturi - 31/7/2005 - 20:50




Lingua: Italiano

La versione italiana che qui riportiamo è di Joe Fallisi ed è tratta da "L'uovo di Durruti" (2003).
(Da Pollicino Gnus)
NON È MORTA

L'hanno ammazzata a fucilate,
A colpi di mitraglia,
E trascinata con la sua bandiera
Nella terra argillosa.
La grassa turba dei boia
Si credeva la più forte.
Tutto ciò non toglie, Nicola,
Che la Comune non è morta.
Tutto ciò non toglie, Nicola,
Che la Comune non è morta.
Come contadini che falciano un prato
O che fanno cadere le mele,
I Versagliesi han massacrato
Almeno centomila persone.
E i centomila assassinati
Vedete ora quanto rendono.
Tutto ciò non toglie, Nicola,
Che la Comune non è morta.
Tutto ciò non toglie, Nicola,
Che la Comune non è morta..
Certo, hanno fucilato Varlin,
Flourens, Duval, Millière,
Ferré, Rigault, Tony Moilin;
È pieno il cimitero.
Credevano di tagliarle le braccia,
Di vuotarle l'aorta.
Tutto ciò non toglie, Nicola,
Che la Comune non è morta.
Tutto ciò non toglie, Nicola,
Che la Comune non è morta.
Si son comportati da banditi
Contando sul silenzio,
Hanno finito i feriti sulle barelle,
Sulle barelle delle ambulanze;
Il sangue, inzuppando i vestiti,
Scorreva sotto la porta.
Tutto ciò non toglie, Nicola,
Che la Comune non è morta.
Tutto ciò non toglie, Nicola,
Che la Comune non è morta.
I giornalisti poliziotti,
Mercanti di calunnie,
Hanno sparso sui nostri morti
I loro fiotti d'ignominia;
I Maxim Ducamp, i Dumas
Hanno vomitato la loro acqua forte.
Tutto ciò non toglie, Nicola,
Che la Comune non è morta.
Tutto ciò non toglie, Nicola,
Che la Comune non è morta..
È la scure di Damocle
Che incombe sulla loro testa;
Ai funerali di Vallès
Erano tutti istupiditi.
È un fatto: eravamo una gran folla
A fargli da scorta!
E questo prova, in ogni caso, Nicola,
Che la Comune non è morta.
E questo prova, in ogni caso, Nicola,
Che la Comune non è morta.
Insomma, ciò dimostra ai combattenti
Che Marianna ha la pelle scura,
Ha un cane nel ventre ed è tempo
Di gridare: viva la Comune!
Dimostra a tutti i Giuda
Che se le cose vanno avanti così
Lo sentiranno fra poco, perdio,
Che la Comune non è morta,
Lo sentiranno fra poco, perdio,
Che la Comune non è morta.

inviata da DonQuijote82 - 5/5/2011 - 01:41




Lingua: Italiano

La versione italiana interpretata da Daisy Lumini

"Canzone della Comune di Parigi 1871
Testo italiano di Beppe Chierici - Elaborazione musicale di Daisy Lumini
(Parole di E. Pottier)
Canzone scritta nel 1886 in ricordo della Comune di Parigi 1871"

"La Comune di Parigi del 1871 fu certo uno dei momenti-chiave nella storia del movimento operaio e democratico. Il suo ricordo non si estinse con la terribile repressione del governo di Thiers, anzi restò intatto nella coscienza popolare. Tra le numerose canzoni che si ispirano alla Comune, questa, composta da Pottier nel 1886, è forse la più nota. La versione italiana di Chierici ne mette in risalto tutta la carica aggressiva e rabbiosa, attribuendole al tempo stesso una cadenza un po' sbracata da cantastorie, sorretta da un accompagnamento musicale che sa di osteria e di piazza di paese."

Questa seta che filiamo

LA COMUNE NON È MORTA

L'han fatta fuori a cannonate
e a colpi di mitraglia
le sue bandiere han trascinate
fra lo sterco e la paglia

E quella banda di assassini
la credono sepolta
Ma la Comune, amico mio
no, non è ancora morta

Ma la Comune amico mio
no, non è ancora morta
E han falciato come grano
gli uomini a migliaia

I Versagliesi han calpestato
i corpi come ghiaia
Ma questo orribile massacro
in fondo a cosa porta?

Che la Comune, amico mio
no, non è ancora morta
Che la Comune, amico mio
no, non è ancora morta

Son stati peggio dei banditi
ci han presi di sorpresa
nei letti uccisero i feriti
ormai senza difesa

E il sangue a fiumi straripò
usci fuor dalla porta
Ma la Comune, amico mio no,
non è ancora morta
ma la Comune, amico mio non,
non è ancora morta.

Dei giornalisti e certi artisti
mercanti di calunnie
han vomitato su di noi
fiotti di ignominie

e inneggiato hanno poi
la schiavitù risorta
ciò non vuol dire, amico mio
che la Comune è morta
ciò non vuol dire, amico mio
che la Comune è morta

Di Damocle la spada ormai
sta sopra il loro capo
e al funeral dei comunardi
erano senza fiato

Sai, tutto il popolo era là
a far loro da scorta
perché, amico, la Comune no,
non è ancora morta
perché, amico, la Comune no,
non è ancora morta

Malgrado ci abbian messi al bando
e i colpi del sicario
noi festeggiamo banchettando
questo anniversario

E ognun di noi alla Comune
un brindisi le porta
perché, amico, la Comune
no, no. non è mai morta
perché, amico, la Comune
no, no, non mai morta.

inviata da Gianfranco + CCG/AWS Staff - 20/10/2014 - 03:29




Lingua: Italiano

Canto e chitarra: Margot Galante Garrone
Traduzione: Salvo Lo Galbo

NON E' MORTA (E NON DORME)

L’hanno repressa nei falò,
nei colpi di mitraglia,
la sua bandiera si gettò
nel fango e nella paglia,
e l’alta borghesia, di ciò,
adesso si conforta.
Ma la Comune, Nicolò,
no, non è ancora morta.

Ma la Comune, Nicolò,
no, non è ancora morta!

Come a veder cadere giù
del grano ormai falciato,
caddero in centomila e più
quei corpi sul selciato.
Uno dei nostri, ora, però
cento a loro ne porta,
se la Comune, Nicolò,
no, non è ancora morta.

Se la Comune, Nicolò,
no, non è ancora morta!


Contando sull’oscurità,
ci tennero a mattanza
e uccisero senza pietà
feriti in ambulanza;
in strada il sangue a fiotti uscì
da sotto a quella porta.
Ma la Comune, anche così,
no, non è ancora morta.

Ma la Comune, anche così,
no, non è ancora morta!

Al soldo delle Autorità,
giornalisti bugiardi
di tutte le ignominie han già
coperto i comunardi
e contro noi la verità
han subito ritorta.
Ma la Comune, fatto sta
che non è ancora morta.

Ma la Comune, fatto sta
Che non è ancora morta!

La spada di Damocle sta
pendendo su di loro!
Ai funerali stavan già
tremando al nostro coro,
a quanta folla c’era, più
di ogni loro scorta!
E la Comune, prova fu,
Che non è ancora morta.

E la Comune, prova fu,
che non è ancora morta!


Se è chiaro al comunardo che,
malgrado le sfortune,
ha un canto da cantare ed è:
“Evviva la Comune!”,
la borghesia s’accorgerà,
se ancora non s’è accorta,
che la Comune non morrà
e che non è mai morta.

Che la Comune non morrà
e che non è mai morta!

inviata da Parvus - 15/7/2015 - 17:23




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